24/01/2019

RISPETTO DELLA COSTITUZIONE PER LA CONCESSIONE DI SPAZI

Il Consiglio approva la modifica al regolamento Tosap. Come richiesto da Galli, sarà convocata Commissione Controllo per esaminare i motivi contrari al suo emendamento

Per ottenere la concessione dell’uso di uno spazio pubblico dal Comune di Modena sarà necessario sottoscrivere una nota dove si dichiara di rispettare la Costituzione della Repubblica italiana, con una sottolineatura particolare per la condanna di ogni forma di discriminazione. È il contenuto della principale modifica al Regolamento comunale per il rilascio delle concessioni approvata oggi, giovedì 24 gennaio, dal Consiglio comunale con il voto a favore di Pd, Sinistra Unita Modena, Modena bene comune, M5s, CambiaMo, il non voto di Energie per l’Italia, contrari FI e Lega Nord.

Presentata in aula dall’assessora Ludovica Carla Ferrari, la modifica introdotta all’articolo 25 ter del Regolamento Tosap, intitolata “Norma di valorizzazione e tutela dei principi e valori della Costituzione” prevede al comma 1 il divieto “ad autorizzare o concedere spazi ed aree pubbliche per iniziative con connotazione politica che, anche indirettamente, non rispettino i principi e valori stabiliti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, professando e/o praticando idee e comportamenti fascisti, ogni altra forma di totalitarismo e/o riconducibili o ispirati a forme di discriminazione di razza, etnia, lingua, religione, opinioni politiche, sesso, salute, identità di genere e a ogni discriminazione sanzionata dalla legge”. Al comma 2 dello stesso articolo è invece stabilita la necessità dell’autodichiarazione, pena l’improcedibilità della domanda: “Alle richieste di autorizzazione o concessione di spazi ed aree pubbliche deve essere allegata un’autodichiarazione di osservanza della Costituzione della Repubblica Italiana e delle leggi da essa derivate e di non professare o praticare idee e comportamenti ispirati alle forme di discriminazione predette e di non pubblicizzare o commercializzare in qualunque modo e forma prodotti, rappresentazioni, immagini, simboli riconducibili all'ideologia fascista e nazista, ad ogni altra forma di totalitarismo o alle forme di discriminazione sempre indicate sopra”.

La delibera, inoltre, prevede che le stesse disposizioni introdotte per gli spazi pubblici vengano inserite anche nel regolamento sull'uso delle sale, dando mandato agli uffici competenti di predisporre la proposta.

Il provvedimento era all’ordine del giorno del Consiglio la scorsa settimana ma gli emendamenti presentati in corso di seduta da diversi gruppi consiliari (Forza Italia, Energie per l'Italia e Lega Nord) avevano comportato la richiesta del parere dei revisori dei conti e dei tecnici portando al rinvio.

La Lega Nord ha ritirato i propri emendamenti prima della seduta, mente Energie per l’Italia lo ha fatto in corso di seduta sulla base dei pareri contrari su una parte delle modifiche proposte. Infine, il Consiglio non ha approvato la proposta di Andrea Galli di votare comunque l’emendamento presentato da Forza Italia nonostante il testo avesse ottenuto parere contrario; ha pertanto chiesto e ottenuto che venga convocata la Commissione Controllo e Garanzia per chiedere che il parere tecnico espresso sul suo emendamento venga riformulato. La presidente Francesca Maletti ha annunciato che, nonostante non sia ancora stato eletto un presidente convocherà la Commissione.

In sede di dichiarazione di voto Giuseppe Pellacani (EpI) ha annunciato il non voto alla delibera “perché pur essendo contrario al nazifascismo, non è d’accordo sul sottoporre a una valutazione discrezionale la possibilità di usare spazi pubblici; ha parlato di “delibera viziata da un intrinseco carattere contradditorio, oltre che inopportuna e viziata anche nel carattere di legittimità”. E ha spiegato di aver ritirato l’emendamento perché “bucato nella parte sostanziale”, quella cioè che ha avuto parere contrario, relativa alla proposta di estendere il divieto anche alle manifestazioni riconducibili a “integralismo religioso” e di aggiungere un terzo comma all’articolo per stabilire che il diniego della concessione sia preceduto da parere conforme di una commissione appositamente costituita dal Consiglio comunale.

Andrea Galli ha ribadito il voto contrario e ricordato che l’emendamento di Forza Italia proponeva di prevedere il divieto della concessione anche a soggetti che professino o pratichino idee e comportamenti “comunisti e di altre ideologie contrarie alla Costituzione”, oltre a quelli fascisti e nazisti, mancando a suo parere nel testo “il riferimento alla terza grande ideologia totalitaria, cioè il comunismo che per danni e morti arrecati è stata la peggiore”. E ha sottolineato che “chiunque chiede in uso uno spazio pubblico si impegna a rispettare la Costituzione, quindi la modifica proposta è un’inutile aggiunta a fini politici”.

Contraria anche Luigia Santoro di Lega Nord che ha detto di aver ritirato gli emendamenti “perché la delibera è da respingere in toto” e ha ribadito che già esistono norme nazionali garanti dei principi sanciti dalla Costituzione,  mentre la delibera “limita la libertà di espressione e di pensiero violando quindi le liberta personali” e ha messo in guardia dalla possibilità di “abusi interpretativi di ogni tipo perché non è certo un funzionario del Comune a poter decidere”.

Marco Chincarini di Modena Bene Comune si è invece detto “contento di poter votare a favore della delibera che è anche la ricaduta concreta di un ordine del giorno” da lui presentato in Consiglio.

“La delibera è giuridicamente fondata” secondo Domenico Savio Campana di Sinistra Unita Modena: “La nostra Costituzione è fondata sull’antifascismo e si sanzionano i comportamenti non le idee, le manifestazioni del pensiero non il pensiero. Non rendersi conto della differenza tra le idee e il modo di manifestarle è segno dell’incapacità di capire lo statuto giuridico in cui viviamo, proprio di persone incapaci di ragionare all’interno del nostro quadro istituzionale e politico”.

Per il Pd, Caterina Liotti ha espresso soddisfazione affermando che “la modifica è proposta nel rispetto dei principi dell’antifascismo su cui si fonda la Costituzione, come già fatto in altri 60 Comuni d’Italia e in modo trasversale. Il suolo pubblico è patrimonio collettivo del cui uso è garante il Comune applicando i principi della Costituzione. La delibera non è un atto politico ma amministrativo, tanto che si traduce in un’autodichiarazione che viene recepita dall’ufficio”.

Per il M5s Mario Bussetti ha affermato: “Crediamo che il merito maggiore del provvedimento sia ribadire i valori della Costituzione contrari a ogni forma di totalitarismo e prevaricazione. Quindi votiamo a favore. Abbiamo semmai qualche perplessità sull’aspetto dell’applicazione concreta, ci chiediamo cioè quanto un’autodichiarazione funzioni da deterrente per un soggetto che poi non intenda rispettare quei valori”.

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