23/10/2020

CONTRIBUTI E BENEFICI SOCIALI, VERSO BANCA DATI UNICA

L’assessore alle Politiche sociali Pinelli risponde a un’interrogazione di Alberto Cirelli (Pd)

“Per politiche di welfare puntuali ed eque, in grado di ridurre discriminazione e sprechi, è sempre più importante conoscere tutte le misure assistenziali di cui ciascun nucleo fruisce. C'è ancora molto da fare, tuttavia con il Casellario dell'Assistenza dell'Istituto Nazionale di Previdenza, l’implementazione del sistema Icaro per le prestazioni sociali erogate dai Servizi sociali e il progetto avviato per garantirne la compatibilità con i sistemi già operanti in altri settori per arrivare a un archivio unico di tutte le misure assistenziali e le prestazioni sociali agevolate erogate dall’amministrazione comunale, la strada intrapresa è quella giusta”.

Lo ha affermato l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli rispondendo nel Consiglio comunale di giovedì 22 ottobre a un’interrogazione di Alberto Cirelli del Pd. L’istanza evidenziava che dai rilevamenti della Guardia di Finanza risulta che elevata percentuale di richiedenti Reddito di Cittadinanza senza averne diritto. Chiedeva quindi se: “a Modena c’è la possibilità di incrociare i dati per l’erogazione dei sussidi; è in programma la realizzazione di una banca dati unica; esiste uno strumento informatico o le verifiche vengono fatte manualmente a campione o su tutti i fruitori; vi sono iniziative orientate a individuare chi davvero ha diritto agli aiuti individuando in via preventiva chi invece ne approfitta e quali azioni e sanzioni per chi ha beneficiato di sussidi non dovuti”.

Pinelli sottolineando che “si sta lavorando per arrivare a un sistema in grado di consentire la valutazione della totalità delle prestazioni sociali erogate ad un determinato nucleo”, ha chiarito innanzitutto che il Casellario dell'Assistenza istituito presso l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale è la banca dati unica nazionale in cui far confluire tutte le informazioni sui beneficiari delle diverse agevolazioni erogate a livello statale e locale. All’Inps il Comune già dal 2018 ha avviato la periodica trasmissione dei dati di alcune misure assistenziali erogate, in particolare i contributi economici ad integrazione del reddito a favore delle famiglie disagiate, che si è poi rapidamente ampliata ad altre prestazioni: contributi sugli affitti, per ristorazione e alloggi temporanei, contributi alle famiglie affidatarie, assegni di cura e sostegno, integrazione rette Cra e Centri Diurni, servizi di Agenzia Casa. Il Settore Servizi Sociali sta inoltre implementando Icaro, il software sul quale gestire le prestazioni sociali erogate ed è stato avviato un progetto per garantire la compatibilità del software con gli altri sistemi gestionali operanti in altri settori al fine di giungere a un archivio unico di misure assistenziali e prestazioni agevolate erogate dall’amministrazione.

L’assessora ha precisato che l'unità di riferimento nella strutturazione della banca dati è costituita dal nucleo famigliare e “come per le misure nazionali, anche per quelle locali le valutazioni economiche, i servizi offerti e i progetti di sostegno, sono diretti alla famiglia più che al singolo”. Il Comune è anche impegnato ad assicurare massima equità nell'erogazione delle misure assistenziali attraverso precisi criteri di accesso, procedure trasparenti, verifiche sulle dichiarazioni degli assegnatari”. Controlli e verifiche su alcuni aspetti e per talune prestazioni sono condotti a tappeto (come per i buoni spesa della prima emergenza Coronavirus), in altri a campione in modo casuale, aggiungendo i casi per i quali esistono fondati dubbi. In caso di difformità, quando non basti un’integrazione della documentazione, si procede a sospensione del beneficio, recupero dell’erogazione, può essere anche prevista una sanzione e la segnalazione all'Autorità Giudiziaria.

Dopo la trasformazione in interpellanza, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha sottolineato che “il proliferare di sostegni nazionali e locali che si sovrappongono rende difficile la gestione e il controllo” e “bisognerebbe valutare se proseguire con misure di puro assistenzialismo, da riservare a chi non può dare alcun contributo, o cambiare invece prospettiva per evitare che chi invece può lavorare non lo faccia perché riceve i sussidi”.

Anche Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha ribadito che “gli aiuti devono essere finalizzati e bisogna evitare che qualcuno se ne approfitti, rafforzando il controllo. Al tempo stesso, sarebbe giusto trovare il modo di facilitare le persone che magari neanche sanno che possono ottenere un sostegno e, dall’altro lato, prevedere un tetto complessivo di aiuti per famiglia per evitare che vivere di sussidi sia più conveniente che lavorare”. 

Per Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) avere il quadro aiuta a capire “cosa si riesce a mettere in campo, dal punto di vista sia della qualità che della quantità degli interventi. Sarebbe importante affiancare al sostegno un welfare generativo, collegando l’assistenza al contributo che i singoli possono dare. È una cosa difficile e complessa da gestire ma sarebbe importante provarci”.

Nella replica, Cirelli ha messo in evidenza “la sensibilità comune su un tema tanto importante. Andiamo incontro ad anni in cui crescerà il debito statale che però dovrà metterci in condizione di produrre risorse e lavorare su giustizia ed equità. È evidente che c’è molto da fare, ma siamo sulla strada giusta anche con la creazione di una banca dati unica che faciliti i controlli. Servirà inoltre la capacità di inventarci soluzioni nuove perché i bisogni saranno maggiori e diversi”.

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