07/11/2020

POLITICHE SOCIALI, “METTERE AL CENTRO LE FAMIGLIE”

Ok in Consiglio comunale alla mozione proposta da Reggiani (Pd) che chiedeva anche di sostenere il benessere familiare e di rinforzare i processi partecipativi

Mettere le famiglie sempre più al centro delle azioni di sostegno ai cittadini promosse dall’Amministrazione, adottando un’ampia visione di welfare che, oltre alle politiche sanitarie e socio-assistenziali, includa anche la formazione, il lavoro, l’ambiente, lo sviluppo, lo sport e la cultura. È la sollecitazione espressa dal Consiglio comunale di Modena che, nella seduta di giovedì 5 novembre, ha approvato un ordine del giorno sottoscritto dai gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica e Verdi) e del Movimento 5 stelle e presentato dal primo firmatario Vittorio Reggiani (Pd). La mozione ha ottenuto il voto a favore dei proponenti, mentre Lega Modena e Forza Italia si sono astenuti. Contrario Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia.

Il documento sottolinea innanzi tutto il ruolo centrale nella società della famiglia, ricordando che può essere composta anche da coppie di fatto, single, persone separate e divorziate e nuclei costituiti da figli con un solo genitore. Suggerendo la realizzazione di un Piano per le famiglie che indichi “gli obiettivi, le strategie di lavoro, i valori di riferimento e gli interventi operativi e integrati in relazione alle caratteristiche del territorio”, la mozione propone l’introduzione del ‘grado di familiarità’ per “agevolare la realizzazione del benessere familiare e sociale”.

Il primo firmatario, Vittorio Reggiani, ha osservato infatti che le famiglie dovrebbero diventare “un soggetto attivo e centrale delle politiche sociali” e che la loro partecipazione attiva alle azioni di sostegno “può contribuire anche allo sviluppo della città”. Oggi il welfare locale ha un taglio soprattutto individuale, ha rilevato il consigliere, “mentre attraverso questo ordine del giorno puntiamo a suggerire alla giunta l’attivazione di politiche sociali strategiche che coinvolgano i nuclei familiari su più livelli”. La mozione specifica che adottando queste strategie “si favorirebbe la costruzione dell’identità e del benessere, rendendo anche più equo il sistema tariffario sperimentando, eventualmente, nuove strumenti come il Fattore famiglia e il livello dei consumi”.

Per questi motivi il consigliere chiede di coinvolgere le famiglie, destinatarie di politiche concrete e di supporto, nei processi di welfare e nel sistema di governance del Comune e di rilevarne, nel frattempo, il ‘grado di familiarità’.

Aprendo il dibattito, Alberto Bosi (Lega Modena) è intervenuto sulla possibilità di introdurre nelle politiche locali il Fattore famiglia, per il calcolo delle tariffe dei servizi a domanda individuale, come previsto dall’ordine del giorno: “Poche settimane fa – ha detto – l’Assemblea ha respinto una nostra mozione incentrata proprio su questo indicatore, che ora viene riproposto dalla maggioranza. È evidente che la misura viene considerata positiva, al di là di quella bocciatura”.

Per il Pd il capogruppo Antonio Carpentieri, intervenendo sulla questione del Fattore famiglia, ha dichiarato che “oggi l’indicatore è citato all’interno di un’ampia logica sul sostegno sociale, non è il solo oggetto di un ordine del giorno, come era stato per la mozione proposta dalla Lega”. Inoltre, ha convenuto sull’opportunità di parlare di “famiglie” al plurale, come riportato nel testo della mozione, quando si devono individuare i destinatari del sostegno: “Esiste una quota non indifferente di bambini che nascono fuori dal matrimonio – ha detto – e da coppie che decidono di non sposarsi. È giusto sostenere anche questi organismi sociali”. Lucia Connola ha affermato che “è importante offrire un welfare ‘amico’ delle famiglie: non può basarsi soltanto sui servizi sociali, che ovviamente rimangono primari”. Intanto, in questa fase di emergenza sanitaria, che comporta difficoltà economiche per molti cittadini, “è indispensabile sostenere i percorsi di vita delle singole persone e delle famiglie, esaminando i temi della povertà, delle migrazioni e della disuguaglia razziale e di reddito che travolgono i soggetti più colpite dalle discriminazioni”.

Per il Movimento 5 stelle, Enrica Manenti si è detta d’accordo con gli obiettivi del dell’ordine del giorno, finalizzato ad adottare una strategia di sostegno ai cittadini più diversificata “e che vada oltre – ha affermato – l’erogazione di fondi in denaro. È positivo che si intenda introdurre una visione generativa del welfare, in cui il soggetto destinatario di un intervento entra in gioco per raggiungere gli obiettivi stessi”. Il capogruppo Giovanni Silingardi ha sollecitato l’introduzione di politiche che aiutino fattivamente a “costruire” le famiglie: “Diversi servizi pubblici a supporto dei giovani sono stati tagliati – ha detto – dalla sanità all’istruzione passando per la casa. Il lavoro, poi, è sempre più precario. Lo Stato dovrebbe creare le condizioni per migliorare le condizioni di vita delle generazioni future”.

Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia), nel territorio esiste un’emergenza legata alla denatalità e per risolvere il problema “occorre innanzi tutto mettere in campo misure di welfare che favoriscano la famiglia generativa, nella quale i figli sono cresciuti da un padre e da una madre. La tutela privilegiata e unica è riconosciuta alla famiglia, in particolare a quella numerosa, già dalla Costituzione”. La consigliera ha fatto presente che il Comune “riserva grande attenzione alle misure destinate alle formazioni sociali, mentre alla famiglia non viene dedicata particolare tutela”.

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