15/10/2021

“WELFARE UNIVERSALE E DI COMUNITÀ”, OK AI NUOVI INDIRIZZI

Il Consiglio ha approvato il documento Prendiamoci Cura presentato dall’assessora Pinelli: In Aula il risultato di un lungo lavoro di confronto con diversi interlocutori

Un welfare universale e di comunità; trasparenza; personalizzazione delle risposte: sono i tre criteri generali che improntano “PrendiaMoci Cura”, le Linee di indirizzo per il welfare del Comune di Modena 2021-2024 approvate dal Consiglio comunale di Modena dopo un iter che ha visto il documento discusso in 14 riunioni con diversi interlocutori: dalle cooperative sociali ai gestori dei servizi in appalto, dai sindacati alle associazioni datoriali, dai Consigli di quartiere fino alle due sedute della Commissione consiliare di cui la versione finale ha accolto i suggerimenti.

La proposta illustrata in Aula dall’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, giovedì 14 ottobre, ha ottenuto il voto favorevole di Pd, Sinistra per Modena, Modena civica, Europa verde – Verdi; astenuti M5s e Modena sociale; contrari Lega Modena, Forza Italia, Fratelli d'Italia - Popolo della famiglia.

L’assessora ha sottolineato che l’idea di partenza è una rilettura dei servizi anche alla luce della pandemia: “le Linee di indirizzo, pertanto, non analizzano tutti i servizi erogati dal Settore, bensì quelli sui quali si ritiene più urgente intervenire. In un contesto che cambia ai servizi è richiesto di adattarsi a nuove sfide, fra cui le più rilevanti riguardano l’aumento del numero degli anziani, la denatalità, l’immigrazione e la necessità di imprimere un maggiore slancio alle politiche di inclusione, le ripercussioni socio-economiche dovute alla pandemia. Pinelli ha infatti spiegato che la povertà è in notevole aumento e coinvolge non solo fasce sociali già in difficoltà: è diventata trasversale, colpendo anche famiglie che hanno un lavoro e una quota significativa di nuclei giovani. E il Reddito di Cittadinanza intercetta non più della metà delle famiglie in povertà assoluta, non inserisce nel mondo del lavoro e sembra poco sensibile al carico familiare; soprattutto la povertà è correlata ad analfabetismo, una vita più breve e vulnerabile dal punto di vista della salute, esclusione e invisibilità sociale. Per questo, molto spazio è dedicato alla cosiddetta povertà educativa, per consentire anche alle famiglie in maggiore difficoltà, di svolgere al meglio la loro funzione educativa”. Sono quindi programmati interventi integrati con i settori Istruzione, Politiche Giovanili e Sport, oltre ad azioni di accompagnamento al compito educativo e di cura dei genitori, anche con l’ausilio dei centri semiresidenziali per minori e con l’apporto del Terzo Settore.

Per quanto riguarda gli anziani le principali piste di lavoro sono Cra e assistenza domiciliare. Per le prime, si chiede la revisione dell’attuale sistema di accreditamento regionale e l’inserimento a pieno titolo nel sistema socio-sanitario studiando nuove sinergie con Ospedali di Comunità e Case della Salute. Altrettanto forte è la domanda relativa ad assistenza domiciliare per supportare le famiglie dal punto di vista sanitario e sociale, ma parallelamente occorre anche studiare forme alternative come appartamenti protetti, condominio solidale, housing sociale, reti di vicinato e telemedicina.

Il potenziamento della collaborazione fra il sociale e il sanitario è un punto saliente del documento che delinea alcuni ambiti da definire insieme al sistema sanitario, come i compiti della struttura della medicina di territorio, la revisione della formazione di infermieri e Oss, il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta con il Servizio Sociale Territoriale, la ridefinizione del sistema delle dimissioni protette e dell’assistenza domiciliare.

Altro problema a cui prestare molta attenzione è la casa, in particolare per la ricerca di alloggi in affitto per la fascia più fragile. “Manca da anni una politica nazionale sull’edilizia popolare – ha continuato l’assessora - e nonostante Agenzia Casa di Modena sia nota come la più efficiente esperienza in Regione di affitto gestito dal Comune, 800 famiglie sono in attesa di un alloggio a canone concordato e altre 700 sono in lista per una casa popolare. Le strade tentate - dai contributi per l’affitto e per la morosità incolpevole all’accordo con Prefettura e Tribunale per prevenire gli sfratti esecutivi, ai nuovi progetti come il Pinqua – ancora non bastano”

Infine, l’assessora ha sottolineato che in attuazione dell’accordo quadro dello scorso anno fra Amministrazione comunale e Unimore sarà istituito un Osservatorio sul Welfare per conoscere e mappare i bisogni e l’offerta di servizi del Comune e delle altre istituzioni come Inps, Centro per l’Impiego e Asl. Obiettivo è conoscere dettagliatamente l’impatto sul territorio delle politiche di welfare e valutare la situazione socio-economica dei modenesi per definire con precisione e sulla base di dati certi le scelte da compiere. Le prime attività dovrebbero partire già entro il mese di novembre.

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