15/02/2022

CARO BOLLETTE / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri e del sindaco Muzzarelli nella discussione sui cinque ordini del giorno

“Il Comune ha già attivato i tavoli per verificare quali sono le azioni che si possono attuare per intervenire in questa emergenza e ha incontrato anche le associazioni economiche e dei commercianti. Già dal 2021 stiamo sostenendo chi ha bisogno, perché il senso del lavoro che facciamo è proteggere i più deboli”. Lo ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo in Consiglio comunale nella discussione seguita alla proposta dei cinque ordini del giorno sul tema del caro bollette. Dopo aver inquadrato la situazione energetica nazionale e internazionale, Muzzarelli ha affermato che il problema “è strategico e di lungo periodo e, per questo, deve essere affrontato, forse con maggiore coraggio e coesione, dall’Europa e dal governo nazionale. Il Comune – ha aggiunto – sta lavorando nell’ambito delle sue possibilità, per recuperare quote di autosufficienza: stiamo lavorando con la Regione su un piano strategico per l’energia e stiamo provando a guardare avanti con la rigenerazione, la riqualificazione, l’efficientamento energetico, la promozione delle energie rinnovabili guardando alla sperimentazione con l’idrogeno”.

Il dibattito è stato aperto da Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) per il quale il problema dei rincari energetici “mette a repentaglio gli equilibri economici e sociali del Paese”. Per il consigliere le questioni vitali per il futuro sono: l’indipendenza energetica, “sulla quale siamo in ritardo: ci sono molti modi per intervenire, ma la prospettiva sono le energie rinnovabili”; la tutela degli ecosistemi, “ed è un bene che l’ambiente sia entrato nella Costituzione”; la governance pubblica di soggetti come Hera, “per andare incontro alle fasce più fragili della popolazione”.

“Presentiamo proposte, mentre avremmo voluto ascoltare soluzioni dall’amministrazione”, ha detto Barbara Moretti (Lega Modena) auspicando che “sul fronte nazionale, il governo Draghi passi dalle parole ai fatti. Sul locale – ha proseguito – l’amministrazione dovrebbe chiedere alla Regione di stanziare fondi per dare ossigeno alle famiglie e alle associazioni, come le società sportive delle quali è in gioco la sopravvivenza. Il Comune non si può limitare a interventi simbolici e dovrebbe coinvolgere Hera, che deve riacquistare una dimensione locale e ripensare il suo patto con i territori”. Stefano Prampolini ha sostenuto che “Hera scrive le bollette in modo che non si capiscano gli aumenti effettivi e applica mezzucci per evitare che gli utenti scappino dai contratti o provino a rinegoziarli. I Comuni che sono soci con quote importanti dovrebbero far sentire la loro voce. È preoccupante che l’aumento dei prezzi dovuto alla crescita dei costi dell’energia si scarichi sulle imprese che producono ricchezza e lavoro”. La questione energetica è soprattutto nazionale, ha detto Giovanni Bertoldi, “e a questo livello la Lega ha contribuito alle misure che sta adottando il governo. Non è abbastanza, ma è impossibile azzerare gli aumenti internazionali. Anche il Comune, però, può fare qualcosa, identificando chi ha più bisogno di aiuto e dove i sostegni possono avere l’effetto maggiore. Lo Stato dovrà pensare a strategie generali che vanno attuate oggi per domani, ma nell’emergenza anche le amministrazioni devono fare qualcosa”

Katia Parisi (Modena civica) ha definito l’aumento di luce e gas un “dramma per famiglie, imprese e associazioni alle quali bisogna dare una risposta. È necessario e urgente interloquire con Hera per attuare azioni concrete e immediate, verificare e ampliare le agevolazioni per famiglie e imprese, promuovere piani di sviluppo che garantiscano una maggiore autosufficienza energetica”.

Per il Pd, Ilaria Franchini ha affermato che i problemi derivati dalla crisi energetica “rischiano di non risolversi se non verranno prese decisioni fondate su una visione strategica”. Nell’immediato, però, gli enti locali “possono fare una pressione decisiva sul governo per ampliare il fondo di sostegno” e si può istituire un tavolo “con i rappresentanti delle associazioni economiche, sportive, culturali, del terzo settore ed Hera per valutare la situazione e definire possibili azioni a sostegno del territorio”. Dopo aver ricordato che anche le multiutility “comprano energia e scontano i rincari”, Alberto Bignardi ha detto che il tipo di energia che si sceglie di usare ha un impatto sulle generazioni future: “Bisogna scegliere, quindi, energie da fonti rinnovabili o ad altissima durata. Dobbiamo scegliere con accuratezza per far sì che le prossime generazioni siano energicamente sostenibili”. Anche Marco Forghieri ha osservato che “la maggior parte del problema energetico deriva da un costo che non governiamo perché non siamo produttori. Dobbiamo far fronte alla transizione energetica, se vogliano essere indipendenti, dobbiamo risolvere a livello nazionale e non regionale anche il problema dello stoccaggio, dell’immissione in rete e della gestione dell’energia”. Diego Lenzini ha sottolineato che “è un bene che i dividendi di Hera rimangano ai Comuni perché in questo modo possono essere usati dove servono, invece di abbassare le tariffe a tutti in modo indiscriminato”. Per il consigliere, inoltre, bisogna puntare “all’autosufficienza delle abitazioni, aumentando per esempio il fotovoltaico sui tetti delle case, e serve anche un grande piano per l’energia sostenibile che però sia sostenibile anche economicamente”. Antonio Carpentieri ha ricordato che il tema del costo dell’energia “è molto grande e la prima responsabilità, quindi, è del Governo”. Il Comune, ha aggiunto, “deve tutelare e sostenere chi ha più bisogno, e per questo deve mantenere gli utili di Hera, in modo da destinarli dove servono e non ridistribuirli a pioggia. Per le imprese, per le quali il governo ha già aumentato i fondi, possiamo fare massa critica perché si continui a intervenire a livello nazionale”.

Paola Aime (Europa verde-Verdi) ha affermato che l’emergenza deriva dalla situazione internazionale, ma “soprattutto dall’imperdonabile ritardo nello sviluppo delle rinnovabili. Con il danno collaterale della riemersione di scenari ambientalmente insostenibili come il cosiddetto nucleare pulito o le trivellazioni in mare. Il caro bollette va contrastato con misure strutturali ma nell’immediato bisogna dare ristori a chi ne ha bisogno con azioni locali, regionali e nazionali”.

Per Beatrice De Maio (Modena sociale) l’importo già erogato dal governo per mitigare il rincaro delle bollette “rimane del tutto insufficiente. Vanno prese immediatamente iniziative economiche e sociali per sostenere famiglie e imprese, per arginare il caro bollette e per evitare in tutti i modi che vengano sospesi i servizi di luce e gas a chi non può pagare”. La consigliera, quindi, si è detta d’accordo sul fatto che “il Comune si faccia valere con Hera imponendo politiche e interventi che nell’immediato consentano la riduzione delle bollette”.

Federico Trianni (Sinistra per Modena) ha affermato che le cause del caro bollette “sono molteplici e di rilievo internazionali: la sensazione è che si prefiguri uno scenario di emergenza tutt’altro che temporaneo. Il Comune ha il dovere di attivare le prime risposte, ma sarebbe ingenuo pensare di far fronte a una crisi di portata nazionale con le sole risorse locali. Abbiamo l’obbligo di essere sia tempestivi che lungimiranti e il Governo e l’Europa sono gli unici che hanno le risorse per affrontare questa crisi”.

“Oggi i cittadini hanno il problema molto impattante dei costi delle bollette” ha detto Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia), chiedendo “quale sia la posizione della giunta nei confronti dei consigli di Hera sui comportamenti virtuosi per ridurre i consumi, e se abbia valutato la proposta delle associazioni del commercio che hanno chiesto ai soci pubblici di Hera di rinunciare ai dividendi sugli utili in cambio di una riduzione delle tariffe. I cittadini – ha concluso – hanno bisogno di risposte che però non arrivano”.

Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha affermato che “tempi eccezionali come questo richiedono misure eccezionali, e non bisogna lasciare nulla di intentato. Bisogna mettersi intorno a un tavolo e trovare insieme le soluzioni temporanee adeguate alla situazione, giocando su tutti i fronti, e anche arrivando a chiedere alla Regione di fare lo sforzo di togliere l’accisa. In questo modo i cittadini vedrebbero la politica stare dalla loro parte invece che da quella del Palazzo, come sembra ora”.

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