21/04/2023

NUOVO POLO CONAD / 2 - IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi in aula prima dell’approvazione della delibera e dei due ordini del giorno

Aprendo il dibattito per Lega Modena, Barbara Moretti ha spiegato che il secondo progetto sul polo “recepisce sicuramente modifiche sostanziali all’impianto di base, ma, come ribadito anche dal comitato Villaggio Europa, non soddisfa le richieste di modifica, soprattutto sul fronte della mitigazione ambientale, acustica e dell’inquinamento che i cittadini avevano presentato in sede di Conferenza dei servizi”. Inoltre, “non coglie l'opportunità per riallacciare quel rapporto di partecipazione che nella prima fase del dibattito era mancato”, nel più generale ambito “di una mediazione tra i residenti e la proprietà”. Per Giovanni Bertoldi “si tratta di un progetto impattante che, unito ad altri interventi urbanistici in zona, come la moschea nell’area ex Pro Latte, diventa fonte di rischi e difficoltà: diciamo fermamente no, quindi, a ulteriori nuovi progetti nell’area”. A questo proposito, per il capogruppo “l’area della Pro Latte si sarebbe dovuta unire a quella del parco Vittime di Utoya anche per aumentare le mitigazioni funzionali al progetto Conad”. Soffermandosi sulle modifiche migliorative apportate al progetto, Bertoldi ha dichiarato che “il risultato non è riferibile al Comune ma allo stimolo continuo di cittadini e opposizioni consiliari”.

“In quest’aula si verificano continue compressioni dei diritti: i consiglieri non hanno avuto la possibilità di verificare appieno i documenti”. Lo ha affermato Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) che ha condiviso le proprie perplessità sulla delibera: “Noi non possiamo essere sfavorevoli a chi dà lavoro e riqualifica, ma c’è discrepanza tra delibera e l’intervento che si andrà a fare. Si dice che verranno realizzati prati verdi ma, in realtà, stiamo parlando non di un parco, ma di un polo logistico, di un progetto per le imprese: la giunta deve assumersi la responsabilità di dirlo chiaramente e con trasparenza”.

Per il Movimento 5 stelle, secondo Enrica Manenti “lo sforzo di ascoltare i cittadini non ha dato i suoi frutti, considerate le criticità che vengono segnalate”. La consigliera, a questo proposito, ha voluto ricordare il contributo dato dalla partecipazione attiva dei quartieri interessati: “Se i cittadini non si fossero opposti, se non ci fosse stata una intensa pressione, sarebbe andato avanti il primo progetto, sovradimensionato. L’Amministrazione deve potenziare i percorsi di partecipazione col territorio e con i Quartieri, percorsi efficaci e fondamentali come si è visto anche in questo caso”. Si tratta di “un progetto deficitario, a cui siamo contrari, che non tutela gli interessi della comunità”: lo ha affermato Giovanni Silingardi evidenziando alcuni aspetti critici del progetto. “Per esempio è il caso – ha detto – delle barriere acustiche: dai documenti emerge che non tutte le aree sono coperte”. Il consigliere ha poi specificato che un altro aspetto centrale e critico del progetto resta il verde: “Deve essere fruibile e non fine a sé stesso”. Secondo il consigliere, quindi, “con questo progetto il Comune non difende i diritti e i bisogni della comunità: era necessario fare di più”.

Per il Pd, Diego Lenzini ha affermato che “la delibera mette al centro lo sviluppo di un’azienda di qualità basato sulla sostenibilità ambientale e sull’attenzione sociale per il territorio”. Il consigliere ha poi puntualizzato l’importanza del coinvolgimento di tutti gli “attori” interessati dal progetto: “In questi diciotto mesi sono arrivate proposte migliorative, grazie al contributo fondamentale dei cittadini a cui abbiamo dato ascolto, ma anche grazie alle sollecitazioni del Consiglio comunale”. In dichiarazione di voto, Antonio Carpentieri ha messo l’accento sul “coraggio”, dell’impresa e del territorio, “elemento alla base della scelta di riqualificare un edificio, senza consumare suolo, guardando al futuro”. Il capogruppo ha sottolineato anche la necessità, richiamata dalle mozioni, “di effettuare monitoraggi quando il nuovo polo sarà pienamente operativo affinché venga accertata l’efficacia e l’efficienza dei mezzi acustici di barriera e il rispetto dei limiti, attuali e futuri, dal punto di vista ambientale”.

Per Paola Aime (Europa verde - Verdi) quello del Polo Conad è “un progetto importante e impattante, poiché modifica certi equilibri, anche sociali, non solo dell’area ma dell’intera Modena”. La consigliera ne ha voluto evidenziare l’evoluzione: “Grazie a un confronto con i cittadini, si è passati da un progetto miope a uno che guarda la città, limitando l’impatto su territorio e ambiente. Fondamentali, quindi, i percorsi di partecipazione”. La consigliera ha espresso, infine, la “necessità di integrare a questo intervento il tessuto della ex Pro Latte, armonizzando soprattutto le aree verdi”.

Annunciando il voto contrario di Sinistra per Modena alla delibera, Vincenzo Walter Stella ha precisato che “non intendiamo ‘demonizzare’ l’intervento, ma poniamo una questione di prospettiva e di positivo sviluppo generale sulla rigenerazione di un ampio pezzo di città (ex Civ e Civ ed ex Prolatte), al centro di una riqualificazione storica e importante”. Per quanto, infatti, “dal punto di vista tecnico e procedurale il progetto è stato sviluppato correttamente – ha rilevato –, la politica non può soffermarsi solo su questo aspetto ma deve considerare anche il tema più generale del rispetto del concetto di sviluppo sostenibile”.

Katia Parisi (Modena Civica) ha sottolineato l’importanza del dialogo tra cittadini e forze politiche: “Sono state fatte proposte migliorative, su sollecitazione della comunità, che riducono l’impatto ambientale e sociale del progetto”. La consigliera ha tuttavia evidenziato l’esigenza di “integrare meglio il polo Conad all’interno del quartiere: occorrono ulteriori sforzi per costituire un’ulteriore area di mitigazione tra gli spazi produttivi e quelli residenziali, collegando anche le aree verdi esistenti con quelle che nasceranno nel comparto Pro Latte”.

In chiusura, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha ricordato che “le ristrutturazioni edilizie senza aumento di volume, alla luce degli attuali strumenti urbanistici, sarebbero soggette alla procedura di Scia o permesso di costruire convenzionato, quindi senza percorsi di partecipazione. Col Pug abbiamo previsto che per gli interventi in area di oltre 2mila metri quadrati vi sia il ricorso ai procedimenti complessi, con la pubblicazione del progetto e  un passaggio in Consiglio, procedura che abbiamo anticipato per il riordino di quest'area". L'assessora ha poi aggiunto che "all’azienda abbiamo chiesto uno sforzo non previsto dalle norme e anche in questo caso in anticipazione al Pug: la riqualificazione di aree pubbliche, la desigillazione di diverse aree, con un costo per il privato di 450mila euro in più, per opere di mitigazione e compensazione che si attestano complessivamente a oltre 2 milioni”.

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