28/04/2023

PERCORSO PARTECIPATO PER L’EX PRO LATTE, IL DIBATTITO

Gli interventi in Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 27 aprile, prima dell’approvazione dell’ordine del giorno proposto dal gruppo Pd

Un percorso partecipato per la progettazione urbanistica dell’area ex Pro Latte è il principale invito contenuto nell’ordine del giorno presentato dal Pd e approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 27 aprile. A favore della mozione, che chiede di coinvolgere direttamente il Quartiere 2 nel processo partecipativo, si sono espressi Pd, Europa verde-Verdi e Modena civica, contro Lega Modena e Movimento 5 stelle, astenuti Sinistra per Modena e Gruppo indipendente per Modena. Assenti Alternativa popolare, Modena sociale, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Intervenendo in Consiglio, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha precisato che “l’area dell’ex Pro Latte è privata e l’iter prevede che si parta da un progetto presentato dalla proprietà che propone dove collocare le dotazioni pubbliche. L’Amministrazione farà da regia dando indicazioni nel corso di incontri propedeutici alla presentazione del progetto e nelle sedi in cui l’istruttoria sarà svolta, ma solo quando il progetto verrà considerato accoglibile in sede di Conferenza preliminare le aree diventeranno aree di dotazione, quindi pubbliche. Per l’ampliamento di Cpc – ha aggiunto Vandelli – visto che sussiste un interesse pubblico, si procederà con un Accordo di programma, procedura che prevede alcuni step ma non specifica come deve avvenire la fase della partecipazione. Con l’Accordo di programma, infatti, il Comune può legittimamente utilizzare e sviluppare in modo differente il percorso di partecipazione e questa mozione dà un indirizzo su come svilupparlo nel caso specifico, in termini di tempi e modi per nulla scontati precedentemente”.

Nel dibattito, Barbara Moretti (Lega Modena) ha affermato che “l’ordine del giorno sembra una provocazione: partecipazione e coerenza sono mancati finora nei percorsi che riguardano l’area, mentre avrebbero dovuto esserci fin da prima dell’accordo di programma sui progetti Cpc e polo Conad. L’area della Pro Latte – ha proseguito – va progettata da zero, senza soluzioni imposte, come sta avvenendo, anche sulla moschea il cui spostamento viene posto come elemento irremovibile a scapito del beneficio pubblico di una zona che sta subendo altre scelte urbanistiche. C’è stata arroganza politica nelle scelte per quell’area”. Giovanni Bertoldi si è dichiarato “perplesso” sull’ordine del giorno perché, “invitando la Cpc a realizzare un masterplan, sembra che la metta in condizione di fare scelte in autonomia per quell’area. Invece deve essere il Comune a individuare proposte che perseguano innanzi tutto l’interesse pubblico. Nel documento, tra l’altro, non si fa riferimento alla moschea che dovrebbe sorgere in quel comparto, quasi come se ci fosse imbarazzo a trattare l’argomento”. Secondo il capogruppo, che ha sollecitato anche “maggiore partecipazione dei cittadini, coinvolgendoli nelle scelte”, la soluzione migliore per l’area ex Pro Latte “è di farla diventare un parco”.

Secondo Paola Aime (Europa verde-Verdi) l’ordine del giorno “prova a rimettere in asse le decisioni urbanistiche sottolineando che la partecipazione deve esserci e che i cittadini devono avere la possibilità di contribuire alle scelte. Inoltre, mette un punto fermo sulla volontà di inserire i progetti singoli in un contesto più ampio facendo scelte che non si limitino, appunto, alla Pro Latte ma siano di più ampio respiro sulla città”.

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha definito le proposte contenute nell’ordine del giorno “condivisibili ma tardive. Sarebbero serviti più coraggio e una visione globale per valutare l’intervento di riqualificazione in un’area più ampia e connessa”. Il consigliere ha portato come esempio il tema della comunità energetica “che secondo noi avrebbe dovuto essere inclusa già nel progetto del polo Conad, sollecitando un’interazione tra chi riqualifica l’area e i residenti e mettendo a sistema le nuove strutture per ottenere un miglioramento energetico condiviso”.

Secondo Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) l’ordine del giorno “serve a poco: invita ad applicare una legge sulla partecipazione che già esiste ma non dà la possibilità ai cittadini di fare proposte attraverso un’istruttoria pubblica. In pratica si perseguono l’ascolto e l’informazione, ma non la partecipazione. Inoltre – ha proseguito – la progettazione urbanistica di un’area pubblica la deve fare il Comune mentre qui è lasciata al privato”. E Andrea Giordani ha aggiunto che “l’area della Pro Latte dovrebbe essere destinata al cento per cento a verde, come chiedono i residenti. Non bastano gli aumenti di tanti pezzettini”. A proposito dell’efficientamento energetico citato nel documento, il consigliere ha commentato che “si sarebbe dovuto prevedere fin dall’inizio il coinvolgimento dei residenti nell’utilizzo dell’energia solare prodotta”.

Per il Pd, Alberto Bignardi ha detto che “proseguiamo il dialogo con l’obiettivo di migliorare l’area: tutto è perfettibile, ma è stato già fatto tanto e la zona nord, caratterizzata dalla sostenibilità dei progetti nell’ambito della visione lunga che emerge dal Pug, nell’arco di dieci anni fiorirà”. Diego Lenzini ha ricordato che l’area dell’ex Pro Latte “appartiene a un privato e quindi sarà il privato a presentare il progetto. L’amministrazione ha chiesto che almeno un terzo dell’area sia destinato a verde e che una parte sia dedicata a utilizzo sociale. Il percorso partecipato che sosteniamo ha l’obiettivo di fare in modo che il privato si presenti in conferenza dei servizi con un progetto che tenga già conto delle richieste dei cittadini soprattutto per il verde e la mobilità sostenibile”. E Antonio Carpentieri ha sottolineato che il percorso per la progettazione dell’area “era chiaro fin da giugno 2022, quando il Consiglio ha approvato, senza voti contrari, il protocollo che richiamava le intenzioni del privato. Noi proponiamo di proseguire con un percorso partecipato ma questo non esclude che si possa fare anche un’istruttoria pubblica se ci saranno le condizioni”.

 

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