26/01/2024

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE / 2 – IL DIBATTITO

L’interrogazione del Movimento 5 stelle è stata trasformata in interpellanza. Sono diversi i consiglieri intervenuti sul tema

L’interrogazione del Movimento 5 stelle sul servizio di trasporto pubblico locale di Seta, illustrata dalla consigliera Enrica Manenti e a cui ha risposto l’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi, è stata trasformata in interpellanza.

Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha precisato che “sebbene quello del trasporto pubblico locale sia una questione nazionale, a Modena il problema persiste da molto tempo”. La consigliera si è quindi soffermata, in particolare, sulle 506 corse “saltate” a gennaio 2023 a causa di “eventi di forza maggiore”, come riportato da aMo, ovvero un’epidemia influenzale tra il personale: “Questa cosa non esiste – ha affermato Rossini – bisogna affrontare il problema in modo serio”. Rossini ha perciò chiesto di sostenere concretamente i lavoratori, auspicando che Seta aumenti benefit e tutele a loro vantaggio.

Per il Movimento 5 stelle, Barbara Moretti ha affermato che “la governance del trasporto pubblico locale è stata deficitaria”. La consigliera ha sottolineato che “attualmente persistono condizioni lavorative proibitive, con turni di lavoro massacranti: occorre condividere questa situazione con le direzioni di Seta e Amo e valorizzare il capitale umano”. “Che futuro abbiamo in mente per il trasporto pubblico di Modena? È quello previsto dagli studi di fattibilità o si può ipotizzare altro per aumentarne la competitività?”, sono le domande poste da Giovanni Silingardi che ha parlato anche del “problema serio” dei tagli del Governo e delle politiche di austerity che “rispondono solo alla grande finanza, creando disagio sociale in settori fondamentali come trasporto, sanità e scuola”. In replica, Enrica Manenti ha aggiunto che è l’Amministrazione comunale a “dover trovare il bandolo, vigilando sull’operato delle aziende e sul raggiungimento degli obiettivi”. Manenti ha pure ricordato le responsabilità del Consiglio comunale: “Abbiamo condiviso in questa sede alcune istanze dei lavoratori “a cui mancavano anche i servizi igienici: come possono essere attrattive queste condizioni di lavoro?”.

Per Antonio Baldini (Gruppo indipendente per Modena) “il problema del buco delle corse non è solo dovuto al picco influenzale, ma è una questione strutturale: c’è un problema di attrattività di lavoratori sulla città”. Nello specifico, il consigliere ha rilevato la persistenza di problematiche mai risolte, “come la mancanza di un adeguamento remunerativo alla luce del costo della vita e un contratto integrativo aziendale non soddisfacente”.

Per il Pd, Alberto Bignardi ha evidenziato le difficoltà diffuse del settore: “Dopo il Covid il numero degli utenti si è ridotto, mentre è quasi raddoppiato il costo dei carburanti e l’inflazione ha un impatto sempre più crescente”. Nonostante queste difficoltà, “non possiamo rinunciare a un servizio che guarda al futuro. Occorre quindi mettere in sicurezza l’azienda, poiché questo è un settore che non si sostiene da solo”. Anche Antonio Carpentieri ha chiarito che “questo servizio ha l’evidente necessità di un enorme sostegno pubblico”, puntualizzando che “la fuga degli autisti riguarda non solo Modena ma tutto il Paese”. Per il capogruppo il tema è quello dei salari: “Non ci sono risorse pubbliche per andare incontro alle richieste economiche: è un problema nazionale da risolvere”. Per Diego Lenzini il tema del trasporto pubblico chiede “pragmaticità, coraggio e l’impegno di tutti i gruppi consiliari”. Pure il consigliere ha evidenziato il tema dei finanziamenti: “Modena prende metà delle risorse di Parma e Bologna: occorre aumentare quindi i contributi regionali e nazionali”. Infine, Lenzini, nell’ambito di una revisione del trasporto pubblico locale, ha parlato di progetti in corso più funzionali alle esigenze città “tra cui l’inserimento, dove possibile, di corsie preferenziali”.

Ambiente, vivibilità e supporto a chi non utilizza mezzi privati, sono per Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) questioni centrali legate al trasporto pubblico, “ma in città la situazione è quella di un servizio cronicamente non adeguato alle esigenze”. La consigliera ha quindi affermato di non condividere la scelta di ridurre le corse: “Si tratta di un ridimensionamento del servizio che non rientra tra gli obiettivi dell’Amministrazione comunale”. Infine, per Scarpa, le condizioni critiche di lavoro sono causate da “impattanti tagli del Governo e della riduzione dei costi del servizio a opera dei gestori, con conseguenze sulla qualità del servizio”. Per Marco Cugusi il “nodo” principale sono i tagli al servizio: “Tutto ciò che è pubblico, come anche la sanità, viene ridimensionato a favore di politiche private”. Da questo dipende anche la condizione dei lavoratori: “Ci sono turni di lavoro massacranti, salari bassi e differenze salariali tra una città e l’altra”. Per il consigliere, altro tema fondamentale è la crescita della competitività del servizio: “Ciò può accadere solo puntando sulla presenza di corsie preferenziali”.

“L’attenzione al trasporto pubblico locale nel Paese è residuale” ha dichiarato Paola Aime (Europa Verde-Verdi), specificando che “interventi come bretella e ponte sullo stretto bastano a far capire la direzione intrapresa”. Per la consigliera, quindi, le condizioni critiche dei lavoratori “dipendono da risorse che non ci sono perché le politiche hanno altri obiettivi”. Secondo Aime, dunque, “è necessario un grande sforzo per avviare davvero una trasformazione del servizio”. Una battaglia che la consigliera ha definito “epocale”.

In replica, l’assessora Alessandra Filippi ha precisato che il Pums, Piano urbano di mobilità sostenibile, prevede già interventi migliorativi del servizio di trasporto pubblico locale, “ma per attuarli sono necessarie risorse che il Comune di Modena non ha: occorre pertanto spingere a livello regionale e nazionale per un maggiore sostegno”.

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