22/02/2024

PASTI NELLE CRA / 2 - IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione in interpellanza delle due interrogazioni sulla qualità del cibo servito agli anziani

L’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli ha risposto in Consiglio comunale a due interrogazioni sulla qualità dei pasti serviti agli anziani nella Cra Ramazzini e del servizio mensa nelle Cra cittadine presentate da Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) e Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia).  

Aprendo il dibattito dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, la consigliera Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha affermato che è normale che i controlli appena successivi ai fatti denunciati “non rilevino anomalie e non siano utili per stabilire l’effettiva qualità dei pasti serviti agli anziani. Servono, quindi, controlli più frequenti”. Rossini ha poi chiesto se il gestore abbia contestato per iscritto, formalizzandolo, l’inadempimento di Cir Food, “oppure, anche in questo caso ci sono soggetti che godono di un trattamento contrattuale di favore?”.

Paola Aime (Europa verde-Verdi), dopo aver definito “non corretta” la scelta di esternalizzare il servizio di preparazione dei pasti, ha posto l’attenzione sul valore dell’alimentazione: “Non conta solo se il cibo servito agli anziani piace o no, dobbiamo capire se è valido dal punto di vista nutrizionale. L’alimentazione va coniugata con la salute: questo è un principio che vale fino a che la persona è in vita ma non mi pare che lo stiamo applicando”.

Per il Movimento 5 stelle, Enrica Manenti si è soffermata sulla qualità del servizio e sul “minutaggio” assegnato agli operatori per la cura di ogni ospite: “Gli standard sono necessari ma avere un numero di minuti prestabilito per curare un anziano cozza con la necessità di adattare l’azione alla persona”. Per la consigliera, dunque, “va migliorata tutta l’organizzazione, intervenendo contemporaneamente su più punti, se si vuole migliorare la qualità di vita degli ospiti delle strutture”. Anche per Giovanni Silingardi la scelta di esternalizzare il servizio “è sbagliata. Se si va sul mercato, i risultati sono questi”. Dopo aver ricordato che la delibera regionale ormai è più che datata, il consigliere ha affermato la necessità di procedere a una riflessione sull’organizzazione del servizio e sui controlli “preventivi e capillari, per evitare il verificarsi di certe situazioni”, e richiamato il ruolo di controllo dell’amministrazione “che deve intervenire, nei casi estremi anche con la revoca dell’accreditamento, se il gestore non contesta gli inadempimenti al fornitore del servizio”.

Anche Francesca Fabbri (Pd) ha sottolineato che “la qualità del cibo che viene fornito nelle strutture assistenziali ha un valore importante nel prevenire le patologie e nell’accelerare i tempi di guarigione. Di fatto, curare la qualità del cibo rappresenta un risparmio nei costi di gestione della salute. Dobbiamo rivedere le nostre posizioni attuali per cambiare il sistema in senso più salutare”.

In replica la consigliera Moretti ha ribadito che un’alimentazione non di qualità “genera problemi per la salute che si traducono in costi sociali e sanitari lievitati. Sono le stesse linee guida della Regione a indicare una corretta alimentazione come base per i percorsi di cura. Questi principi – ha proseguito – andrebbero applicati all’intera filiera e il Comune deve farsi parte attiva, ancora di più alla luce degli aumenti delle rette. È necessario avviare un monitoraggio più intenso e cominciare a pensare, dove sia possibile, di riportare all’interno il servizio”.

Nella sua replica, il consigliere Giacobazzi ha ricordato che “segnalazioni di disservizi c’erano già state e non erano state prese in carico o non valutate in modo opportuno. È un peccato che si arrivi a parlare del tema solo perché è uscito sui giornali”. Il consigliere, quindi, ha richiamato l’aumento del costo del servizio “che dovrebbe corrispondere a un miglioramento della qualità”, evidenziando tra gli indicatori il rapporto tra il costo di produzione del pasto e il costo addebitato alla persona: “Se il primo è molto più basso del secondo significa che la persona fragile non viene tenuta adeguatamente in considerazione. Se invece il margine è piccolo, vuol dire, al contrario, che c’è la dovuta attenzione”.

Intervenendo a conclusione del dibattito, l’assessora Pinelli ha ribadito che dai controlli eseguiti “non sono emersi problemi sulla qualità dei pasti che comunque sono calibrati dal punto di vista dietetico. Anche negli incontri con i familiari, anche con quelli degli ospiti della Cra Ramazzini, non sono stati segnalati problemi particolari riguardo al cibo, nonostante noi li avessimo sollecitati proprio in seguito all’episodio dell’ultimo dell’anno”.  

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