19/03/2024

“SOSTENERE AZIONI CONTRO I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE”

Ok del Consiglio comunale all’ordine del giorno proposto da maggioranza e M5s per prevenire e curare patologie sempre più diffuse tra i giovani

Promuovere e sostenere una strategia integrata di azioni per prendere in carico e curare i disturbi del comportamento alimentare la cui diffusione è in aumento e che cominciano a insorgere in età sempre più bassa, già intorno ai dieci anni. È l’invito contenuto nell’ordine del giorno sulla cura e i servizi assistenziali per patologie come l’anoressia e la bulimia approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 14 marzo. Presentato dai gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa verde-Verdi, Modena civica) e dal Movimento 5 stelle, l’ordine del giorno è stato approvato con il voto a favore dei proponenti mentre si sono astenuti Lega Modena e Fratelli d’Italia.

Illustrato dalla prima firmataria Ilaria Franchini (Pd), il documento invita, inoltre, l’amministrazione a coinvolgere il Centro per le famiglie nell’ascolto e nell’individuazione dei casi, aiutando genitori e familiari delle ragazze e dei ragazzi a riconoscere il disagio e a iniziare un percorso di aiuto. Chiede anche di favorire il confronto tra professionisti ed enti del terzo settore che incontrano i giovani con disturbi alimentari e di coinvolgere nella rete gli sportelli di ascolto delle scuole. L’ordine del giorno, infine, dopo aver ricordato che l’attuale governo a gennaio aveva annunciato che non avrebbe messo a bilancio i fondi per questo capitolo di spesa, e che era tornato sui suoi passi destinando 10 milioni di euro per il 2024 solo in seguito alle proteste di enti locali, associazioni e cittadini, invita l’amministrazione a evidenziare al governo l’esigenza di rendere strutturale l’attuale Fondo dedicato alla cura dei disturbi del comportamento alimentare “poiché i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali, sono patologie complesse che richiedono cure e servizi assistenziali dedicati e continui e una collocazione specifica nei Lea, i livelli essenziali di assistenza”.

Nel documento si ricorda, infine, che anche nella provincia di Modena, dove dal 2018 esiste un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale istituito dall’Azienda Usl con l’Azienda ospedaliero universitaria e le associazioni del territorio, tra il 2020 e il 2022 c’è stato un aumento del 33 per cento dei casi, in linea con i dati regionali e dovuto anche all’impatto negativo causato dall’emergenza sanitaria e dal conseguente isolamento, mentre il 2023 si è caratterizzato per una stabilizzazione degli accessi.

Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha annunciato il voto di astensione, pur esprimendo vicinanza alle persone e alle famiglie che convivono con questa patologia, motivandolo con il fatto che nella mozione si sostiene che il governo ignori il problema mentre invece l’intenzione “è di superare la logica del Fondo straordinario e di far diventare strutturali gli interventi aggiornando i Lea”.  

Per il Pd, Vittorio Reggiani si è soffermato sulla necessità di prevenire i disturbi dell’alimentazione anche “contrastando la diffusione di stereotipi sul corpo che nella società occidentale diventano valori come la magrezza per le donne e la prestanza per gli uomini. Bisogna, invece, cominciare a guardare con attenzione le persone per come sono, prendendosi cura di loro per riconoscere i sintomi sul nascere e segnalarli”. Alberto Bignardi ha sottolineato la necessità “di aumentare urgentemente i fondi per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari. È fondamentale renderli strutturali e garantire una distribuzione equa delle risorse su tutto il territorio affinché nessuno rimanga indietro e si possano garantire accessi tempestivi alle cure e un’adeguata educazione e informazione”. Ilaria Franchini ha ribadito la necessità di “tenere alta l’attenzione su una situazione di cui si parla troppo poco. Dobbiamo – ha detto – superare i tabù che ci sono su patologie subdole e difficili da riconoscere e per questo è fondamentale aumentare l’informazione e la formazione anche attraverso lo sviluppo di reti che uniscono medici, famiglie, associazioni e istituzioni”. E Francesca Fabbri ha sottolineato i fattori ambientali e non personali che possono causare queste patologie affermando che “non c’è salute umana se non c’è salute ambientale”.

Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) ha messo in evidenza il ruolo dei social nel generare i disturbi del comportamento alimentare: “Sono strumenti potenti che potrebbero però essere usati anche in chiave preventiva e per stimolare comportamenti positivi”. Per la consigliera, inoltre, va anche sviluppata la rete dell’ascolto coinvolgendo maggiormente anche la scuola.

Per Giovanni Bertoldi (Lega Modena) l’ordine del giorno pone giustamente l’attenzione su un problema grave e molto legato “a condizionamenti e pressioni sociali”, ma lo affronta in modo non condivisibile: “Chiede, infatti, più fondi mentre lo strumento più utile è quello proposto dal ministro della Salute e cioè l’inserimento nei Lea per poterlo gestire in modo strutturale”.

Ricordando che rispetto al numero di persone che soffre di disturbi dell’alimentazione, mancano posti e personale adeguato per la cura, Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha ribadito la necessità di “risorse strutturali per garantire percorsi di cura con equipe multidisciplinari e ridurre le liste d’attesa che sono lunghissime”. La consigliera ha anche rimarcato che l’ordine del giorno evidenzia quello che è successo: “Il Fondo istituito dal governo Draghi è stato tagliato da questo governo e poi reintrodotto solo a seguito della grande mobilitazione nel paese”.

Paola Aime (Europa verde-Verdi) ha definito “devastante vedere giovani e bambini che decidono di lasciarsi morire. Come adulti ed educatori dobbiamo riflettere sulle nostre responsabilità e fare prevenzione, che significa soprattutto costruire speranza per un futuro in cui siamo in empatia gli uni con gli altri”.

Intervenendo a chiusura del dibattito, il vicesindaco Gianpietro Cavazza ha concentrato l’attenzione sulle “cause sociali di questi disturbi che derivano dai modelli comportamentali sostenuti dal sistema di comunicazione e produttivo. Se si vuole fare davvero prevenzione è da questi modelli che bisogna partire. È un problema politico e culturale che chiama in causa la responsabilità di ognuno di noi come amministratori, professionisti, persone inserite in diversi ambiti sociali”.

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