21/03/2024

VITTIME DI MAFIA, IN AULA NOMI E STORIE DEI MINORI UCCISI

Il Consiglio comunale ricorda alcune vicende dei tanti bimbi assassinati, deponendo anche fiori bianchi. In sala pure un video con le testimonianze degli studenti

C’è anche la storia di Domenico Gabriele, detto Dodò, ucciso “per sbaglio” a 11 anni, nel 2009, durante una partita di calcetto, tra quelle ricordate in Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 21 marzo, dedicata alla Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. A leggerla il presidente Fabio Poggi che ha sottolineato come le mafie non abbiano mai fermato la propria prepotenza e ferocia nemmeno davanti ai bambini.

Ciro, Antonio, Fabio, Vittorio, Carmela, Domenico, Gioacchino, Gaetano, Giuseppe, Michele, Caterina e Giuseppe, sono gli altri minori commemorati in Aula, morti per vendetta, scambio di identità ma anche per volontà, come nel caso del piccolo Giuseppe Di Matteo (ucciso a 15 anni per ritorsione al padre collaboratore di giustizia) o pure per suicidio, come Vittorio Maglione, toltosi la vita a 13 anni, nel 2009, per non diventare camorrista come il padre. A ogni lettura, da parte del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, del presidente del Consiglio Fabio Poggi e dei capigruppo, ha fatto seguito la deposizione di un fiore bianco in un vaso.

La lettura delle storie è stata preceduta dalla proiezione di un breve video, sintesi delle testimonianze rese al mattino da alcune classi delle scuole medie Carducci e Mattarella, in un momento commemorativo tenutosi di fronte alla stele nell’area verde di via Carlo Alberto Dalla Chiesa che omaggia donne e uomini uccisi dalla criminalità organizzata.

Nel suo intervento il presidente Poggi ha precisato che sono oltre 120 i minori vittime di mafia, “vite innocenti spezzate con infamia. Senza dimenticare quei giovanissimi che si sono tolti la vita per non essere parte di un contesto familiare e sociale di mafia e di violenza”. Il presidente ha dunque ricordato gli oltre centomila bambini e adolescenti che vivono nei Comuni sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata, “in contesti dove le mafie sono radicate e condizionano la crescita delle piccole e nuove generazioni”. Poggi, però, infine, ha voluto anche evidenziare come gli ultimi decenni siano stati caratterizzati da un “risveglio” di tante coscienze e dall’impegno per la promozione della cultura della legalità e della lotta alla criminalità: “La mafia si combatte e le sue vittime si onorano con la memoria e con l'impegno: la nostra voce, quindi, si trasformi in gesti a sostegno di chi non si vuole rassegnare a vivere in un contesto pervaso dalla criminalità organizzata”.

Al termine della cerimonia l'Assemblea ha osservato un minuto di silenzio per tutte le vittime delle mafie.

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