07/02/2001

LA STORIA DI MODENA IN PARTITA DOPPIA

Venerdì 9 febbraio al Foro Boario saranno presentati due volumi dell'Archivio storico sui registri contabili modenesi dal Quattro al Settecento e sul Patrimonio dell'Università
"Un'indagine sul mondo politico-finanziario modenese tra Quattro e Settecento, che fino ad ora non era stato ancora pienamente studiato, e una ricerca sul patrimonio dell'Università degli studi di Modena nella seconda metà del XVIII secolo. A questi argomenti sono dedicati i due volumi dell'Archivio storico comunale che saranno presentati venerdì 9 febbraio alle 17 al Foro Boario (ingresso da via Bono da Nonantola) da Paola Carucci, Sovrintendente all'Archivio centrale dello Stato e docente di archivistica, Marco Cattini, docente di Storia economia all'Università Bocconi di Milano, e Alberto Nobolo, docente di Economia aziendale all'Università di Modena e Reggio Emilia. Il primo dei due volumi, curato da Dora Anna Barelli, Manuela Ghizzoni e Chiara Pulini, si intitola "I conti ritrovati. La contabilità ordinaria della Comunità di Modena in Antico Regime (1415-1796)" e racconta in 223 pagine un viaggio nei registri tenuti da massaroli, tesorieri, ragionati e sindaci generali prima e dopo l'introduzione della partita doppia. Il controllo delle entrate e delle uscite del Comune veniva infatti affidato a uomini esperti del ceto dirigente cittadino che nel cosiddetto libro giornale annotavano le riscossioni e i pagamenti effettuati ogni giorno. Ogni operazione veniva diligentemente trascritta nel libro mastro, che riportava la posizione di ogni conto, intestato ai debitori e ai creditori dal tesoriere municipale. Il secondo libro, curato da Gianna Dotti Messori, si intitola "Patrimonio dell'Università degli studi", una ricerca di 56 pagine che, nonostante l'esiguità del fondo inventariato - 30 unità archivistiche - e il breve arco cronologico interessato - gli ultimi due decenni della fine del Settecento - offre nuove conoscenze sulla storia dell'istruzione pubblica a Modena, sui collegi e le varie istituzioni ecclesiastiche dedite all'insegnamento e, in particolare, sulle vicende e l'amministrazione dell'ateneo modenese dopo il 1773. In quell'anno papa Clemente XIV soppresse la Compagnia di Gesù e il patrimonio dei gesuiti, devoluto al fisco ducale, venne assegnato alla Comunità di Modena per lo "stabile mantenimento" dell'Università. L'istituzione denominata "Amministrazione del Patrimonio dell'Università degli studi" ebbe comunque vita breve e cessò l'attività nel 1796, pochi mesi prima dell'abbandono di Modena da parte del duca Ercole III. La presentazione dei volumi avverrà in occasione della mostra "Polvere d'archivio: la magia di ricomporre la storia", aperta fino al 31 marzo al Foro Boario tutti i giorni, sabato e festivi compresi, dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 (chiuso il lunedì pomeriggio, ingresso gratuito). Trecento documenti tra originali e copie, nove videoregistratori, cinque computer, due schermi per diapositive, uno schermo grande per proiezioni e una stazione informativa consentono al pubblico di scoprire l'attività dell'Archivio storico del Comune, che da quasi otto secoli documenta l'attività politica e amministrativa della città. "

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