18/02/2003

CONSIGLIO, TRE ORDINI DEL GIORNO PER LA PACE

Votato a maggioranza la proposta Ds, Udeur, Margherita e Rc. Pollice verso per i due Odg, uno di An e uno congiunto Fi, An, Udc
" Pace difficile anche in Consiglio comunale chiamato ieri a discutere ben tre ordini del giorno tutti dedicati alla drammatica situazione di guerra in Iraq. Dopo oltre 3 ore di dibattito, divisi davanti alla prospettiva della guerra, i gruppi votano tre documenti diversi sottoscritti rispettivamente dalla maggioranza e da Rifondazione comunista, da Fi, An e Udc e - ma quest'ultimo solo con l'obiettivo di stigmatizzare la scelta della Giunta di esporre in Municipio la bandiera della pace - dai due consiglieri di An, Andrea Galli e Gianpaolo Verna. A maggioranza è passato l'Ordine del giorno Ds, Margherita, Udeur, Rc - contrari in sede di voto, Fi e An - illustrato in aula dal capogruppo dei Ds, Giorgio Pighi. Dopo un forte invito al Governo affinchè si faccia tutto il possibile per evitare la guerra, l'OdG valuta con grande apprezzamento la posizione assunta dalla Santa Sede e da numerosi movimenti pacifisti in virtù della quale "la guerra non è l'ultima scelta, ma la scelta peggiore". Partendo poi dalla posizione congiunta espressa in questi giorni da Francia, Germania e Russia, per i firmatari dell'Ordine del giorno va sostenuta ogni iniziativa tesa al disarmo dell'Iraq e all'instaurazione in quel paese di un governo democratico. Infine si invita i cittadini e tutte le istituzioni modenesi ad esporre la bandiera della pace come segno di effettiva volontà di ciascuno di opporsi alla guerra. Pollice verso, invece, per l'Ordine del Giorno di Fi, An e Udc respinto dalla maggioranza e da Rc. Come ha ricordato il capogruppo di Fi, Giorgio Barbolini, la pace è un bene che va conquistato e non può essere una pace imbelle per cui chiunque attenti ad una convivenza democratica e civile ponendo in essere azioni di sterminio deve essere fermato. Per questo il dittatore Hussein va al più presto disarmato. Infine si invita il Governo italiano a proseguire nella meritoria opera intrapresa tentando ogni strada diplomatica per evitare una guerra ma appoggiando l'alleato statunitense nelle scelte che, unitamente agli altri alleati, dovranno essere assunta salvaguardia della democrazia e della stessa esistenza dell'Onu. Stessa sorte anche per l'OdG di An, proposto in aula da Andrea Galli: è stato respinto dalla maggioranza e da Rc raccogliendo solo il consenso, oltre che del gruppo An, di Fi. Per An, in particolare, la scelta della Giunta di esporre la bandiera della pace, vessillo di parte, dal balcone del Municipio non può che essere censurata per i suoi intenti esclusivamente polemici nei confronti del Governo centrale. La strada da seguire prima della decisione doveva essere quella - conclude l'Odg - del coinvolgimento precedente e diretto del Consiglio. Il lungo dibattito che ha preceduto le votazioni era stato aperto da Antonino Marino (Ds). Il governo italiano ha mostrato di non avere alcun peso a livello internazionale. Non basta dire no alla guerra. Occorre attivare strategie e alleanze perché i percorsi della politica affermino la pace. Anche per l'assessore Stefano Bonacini sarebbe importante che il centro destra spiegasse quale è la strategia dell'Italia in Europa. Di fatto quella del Governo italiano è una politica che sempre più si allontana dal pensare della stragrande maggioranza degli italiani. Per Francesco Frieri, capogruppo di Rc, L'Ordine del Giorno sottoscritto anche dal suo gruppo rappresenta il risultato importante: sancisce che in questa città forze democratiche diverse si riconoscono in un unico progetto di civiltà. Parlando poi del ruolo importante della Chiesa e delle difficoltà dalla stessa incontrate proprio al suo interno, Frieri ha infine affermato che ci sono componenti - quelle più moderate e refrattarie - che stanno mostrando tutti i loro ancora forti legami con certe parti del potere. Proprio sulle recenti posizioni assunte dalla Chiesa Achille Caropreso (Fi) ha voluto precisare che più che la Chiesa ad essere in difficoltà "sono in difficoltà tanti cattolici che fanno fatica ad identificarsi nell'operato di tanti Monsignori e Vescovi che ormai hanno fatto le loro scelte ed ai quali nulla importa che alcuni cattolici - quelli "cattivi" - ritornino nelle catacombe". Non meno duro su questo stesso tema è stato l'intervento del collega di gruppo, Francesco Signorile. "Vedere Tareq Aziz, sempre più paragonabile al nazista Gobbles, pregare sulla tomba di San Francesco non può essere accettato così come non può essere accettato il recente referendum di Famiglia cristiana che invitata a scegliere tra Bush e il Papa: non si può, è una cosa veramente ignobile". Sulla guerra poi, Signorile ha affermato che al mondo ci sono due categorie di persone: i realisti e gli illusi. Trovo considerazione per entrambe. Ciò che invece non posso sopportare sono i cambiagiacchetta. Per Massimo Mezzetti (Ds), dalla situazione irakena riemerge con forza che di fronte ai nuovi grandi problemi del mondo serve un surplus di cultura e di politica per affermare i diritti dei popoli. Anche per questo preoccupa la strada imboccata dagli Usa di fatto destinata a delegittima l'Onu. Leonarda Leonardi (Ds), comunque contraria ad ogni tipo di guerra comunque e sempre destinata a far pagare prezzi pesantissimi solo alle popolazioni civili, ha ricordato che ognio conflitto armato porta con se una oggettiva riduzzione delle libertà e della democrazia. Nel merito poi dell'Ordine del Giorno di An sulla scelta del Comune di esporre la bandiera della pace, la Leonardi ha ribadito tutta la sua solidarietà ai sindaci che hanno compiuto questa scelta per l'applicazione di un senso di pace che non è né di destra né di sinistra ma di una pace per la vita. Non credo non si possa essere preoccupati di fronte all'atteggiamento del governo americano, ha esordito Giandomenico Glorioso capogruppo della Mrgherita. Come ha affermato il Papa, "la guerra non è l'ultima scelta ma è la scelta peggiore". Anche per questo l'alternativa alla guerra va perseguita all'infinito. Sulla bandiera della pace, poi, Glorioso è stato esplicito. Nessuno ha voluto impossessarsi di un simbolo e di una parola - ha detto rivolgendosi ai gruppi di Centro destra - che è e deve rimanere di tutti. Per Antonio Maienza (Udeur) dire no alla guerra è prima di tutto un no ad una guerra insensata come sarebbe quella nei confronti dell'Iraq prima di ogni definitivo pronunciamento dell'Onu. Di grande significato, poi, l'azione del Papa per la pace, per quella pace alla quale noi questa sera abbiamo teso una mano per un mondo migliore. Particolarmente articolato l'intervento di Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori) poi astenutosi da ogni votazione pe3r l'oggettiva possibilità - ha detto - di riconoscersi in alcuno dei tre documenti presentati. Pensare che le manifestazioni per la pace di questi giorni fossero solo in chiave antiberlusconi significa non cogliere fino in fondo quanto sta accadendo. Ciò che invece preoccupa - ha poi aggiunto - è la scelta della Giunta di esporre la bandiera della pace e non certo perché non colga l'importanza della pace. Il pericolo è che i cittadini perdano quella che io considero la centralità e il ruolo delle istituzioni. Temo che l'andare su tanti binari sia un fatto negativo per l'Amministrazione comunale. L'ultimo intervento è stato quello del sindaco, Giuliano Barbolini. Il suo - come ha affermato - è stato un intervento "per meglio puntualizzare le ragioni che hanno indotto la Giunta ad esporre la bandiera per la pace. Abbiamo ritenuto di interpretare un sentimento largamente diffuso in città e fra i cittadini. Ecco, per noi la bandira, come credo sia per le migliaia esposte in città, è stata e rimane la traduzione visibile di questo sentimento. Nessuna volontà di violare una legge ma una scelta, un sentimento che lega il Comune al pensiero della città. "

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