06/02/2003

MODENA, SEMPRE PIU' DIFFICILE TROVARE MANO D'OPERA

Disoccupazione al 2,5%, ormai su livelli quasi fisiologici
" Offerta di lavoro in calo a Modena. Lo rivela la terza "Lettera sull'occupazione" dell'Assessorato alle politiche economiche del Comune di Modena interamente dedicata ai dati censiti nel luglio 2002. Rispetto allo stesso mese del 2001, infatti, l'ammontare totale delle forze di lavoro ha registrato un calo del 4,6%, corrispondente a quasi quattromila unità. All'origine di questa diminuzione dell'offerta di lavoro ci sono i cali tendenziali sia del numero di occupati (-3,4%) sia del numero delle persone in cerca di occupazione (-35,6%). L'occupazione, ancora in calo, registra comunque un'attenuazione dell'andamento negativo degli ultimi trimestri con un recupero su aprile 2002, anche se bisogna considerare il fattore stagionalità. Il calo delle persone in cerca di occupazione rappresenta, invece, la conferma del trend cominciato a inizio d'anno. A fronte di una diminuzione su base annua dell'occupazione sul territorio comunale, sembra quindi di poter riscontrare un atteggiamento in qualche modo "passivo" di coloro (soprattutto i maschi) che in precedenza alimentavano le fila delle persone in cerca di lavoro: questa tendenza potrebbe, in conclusione, evidenziare la "saturazione" di un mercato del lavoro che, come vedremo, si mantiene a tutti gli effetti di pieno impiego. Gli elementi fin qui esaminati contribuiscono a spiegare il comportamento dei tre principali macro-indicatori che riassumono i dati raccolti tramite l'indagine trimestrale sulle forze di lavoro, ossia il calo tendenziale riscontrato sia nel tasso di attività (-2,3%) sia nel tasso di occupazione (-1,3%), e l'ulteriore diminuzione del tasso di disoccupazione che si attesta su un virtuoso 2,5% (-1,3% rispetto a dodici mesi fa). A livello nazionale, secondo quanto rilevato dall'ISTAT a luglio 2002, gli stessi indicatori presentano negli ultimi dodici mesi un andamento sostanzialmente differente che coincide con un lieve aumento del tasso di attività (+0,5%) e del tasso di occupazione (+0,7%), mentre il tasso di disoccupazione diminuisce, ma in misura minore rispetto alla situazione modenese (-0,5%). Da notare come anche l'offerta di lavoro totale aumenti, seppur di poco, guardando all'aggregato nazionale (+0,7). Nel confronto con la realtà nazionale Modena si mantiene comunque ben al di sopra della media, come dimostrano eloquentemente i dati sotto riportati nella tabella 1. Tassi di attività (15-64 anni) Globale Femminile Giovanile (15-24 anni) Tassi di occupazione (15-64 anni) Globale Femminile Giovanile (15-24 anni) Tassi di disoccupazione (15-64 anni) Globale Femminile Giovanile (15-24 anni) Tabella 1: Indicatori del mercato del lavoro. Confronto Modena - Italia, luglio 2002 Fonte: Comune di Mo - Indagine sull'occupazione - Istat, Rilevazione trimestrale delle forze lavoro A livello aggregato diminuisce soltanto il lavoro autonomo Un aspetto che colpisce l'attenzione, relativamente all'indagine comunale sull'occupazione modenese di luglio 2002, riguarda sicuramente il fatto che la perdita occupazionale rispetto a dodici mesi fa sia interamente attribuibile ad un calo delle posizioni lavorative autonome. A fronte, infatti, di una assoluta stabilità del lavoro dipendente assistiamo ad un sensibile calo degli indipendenti che raggiunge il -12,9%. La conferma di questa tendenza arriva non solo dai settori che rispetto ad un anno fa hanno manifestato un calo del totale occupati (come l'industria in senso stretto ed il commercio, nei quali il numero di occupati autonomi è calato del 30,4% e del 7,6%, rispettivamente), ma anche - ed è quel che più conta - dai settori in crescita occupazionale. Basti pensare, ad esempio, agli "altri servizi" (ossia quelli diversi dal commercio) che, pur evidenziando un aumento tendenziale del 6,2% nel numero totale di occupati, ha assistito comunque ad un calo sensibile degli autonomi pari al 10,5%. Questo comportamento dell'occupazione modenese (per altro differente dal dato nazionale rilevato dall'ISTAT nello stesso trimestre del 2002: +2,1% per l'occupazione dipendente a fronte di un -0,9% per quella autonoma) sembrerebbe confermare come, in periodi di calo occupazionale, il segmento più a rischio sia proprio quello dei lavoratori autonomi. A tale riguardo è importante precisare che questo aggregato comprende, oltre ad imprenditori e liberi professionisti, anche i sempre più numerosi lavoratori c.d. "atipici" (collaboratori coordinati e continuativi ed occasionali) che più di altri pagano nelle congiunture sfavorevoli il minore potere contrattuale e la maggiore precarietà di impiego. L'industria e il manufatturiero in difficoltà Il settore dell'economia comunale che negli ultimi dodici mesi ha registrato la maggior perdita occupazionale è senza dubbio quello industriale (-12,4%), all'interno del quale bisogna però distinguere la dinamica in buona crescita delle costruzioni (+3,6%) da quella in forte calo relativa all'industria in senso stretto, ossia quella manifatturiera (-14,2%). Tiene invece, sempre in termini di variazione tendenziale, il settore terziario nel suo complesso (+1,6%), anche se bisogna separare il commercio (in diminuzione sensibile, con una perdita pari al 9,7%) dagli altri servizi (in buona espansione con un +6,2%). In forte riduzione (-22,2%) anche il numero di occupati nell'agricoltura. L'andamento negativo dell'occupazione industriale a Modena (non in linea con il +1,8% rilevato dall'ISTAT a livello nazionale), sembrerebbe direttamente correlato alle difficoltà manifestate negli ultimi tempi da alcuni dei principali settori d'attività locali. La ceramica ed il tessile/abbigliamento, ossia i settori maggiormente rivolti alle esportazioni, hanno, infatti, risentito non poco della flessione della domanda mondiale, limitando ad un +0,8% la crescita tendenziale della produzione industriale. Proprio queste considerazioni potrebbero contribuire a spiegare il fenomeno esaminato nel paragrafo precedente: di fronte ad una congiuntura internazionale e ad un ciclo economico sfavorevoli le imprese locali hanno rinunciato ad apporti "esterni" (consulenti e collaboratori, ossia lavoratori autonomi) senza procedere all'assunzione di nuovi dipendenti. Da segnalare, infine, una nota positiva: le variazioni congiunturali dell'industria nel suo complesso (+2,8%, moderato da un calo del settore edilizio rispetto al dato di aprile 2002) e di quella manifatturiera (+6,8%) segnano una netta inversione di tendenza rispetto alla congiuntura precedente (-17% l'industria e -15,6% il manifatturiero, fra gennaio e aprile 2002). Fra i giovani meno occuparti ma più studenti Un dato che può sembrare assai negativo a livello comunale, soprattutto se si osserva la sua variazione tendenziale fra luglio 2001 e luglio 2002, è quello riguardante il numero di occupati compresi nella fascia d'età 15-24 anni (-14,8%). A questo si aggiunge la contemporanea diminuzione dei giovani in cerca di lavoro, il cui numero è calato del 51,6%. Tutto ciò è all'origine della complessiva riduzione (-18,2%) delle forze di lavoro giovanili che negli ultimi dodici mesi ha caratterizzato il mercato del lavoro locale. L'apparenza non deve trarre però in inganno: i dati appena citati, infatti, sono in gran parte spiegabili da un sensibile aumento del numero di studenti, il quale presenta una variazione tendenziale pari al +10,6%. Ecco spiegato, quindi, perché ad un anno di distanza la composizione per condizione della popolazione giovanile a Modena si è modificata non poco. Alla luce di quanto sopra evidenziato si spiega più facilmente l'andamento del tasso di disoccupazione giovanile che si attesta su un positivo 5,6% (Nord Italia 10,4%, Nord-Est 7,5 secondo l'ISTAT): diminuiscono di 1100 unità le forze di lavoro, aumenta di 930 unità la popolazione scolastica. DISOCCUPAZIONE AL 2,5%: MERCATO DEL LAVORO TESO IN CASO DI RIPRESA Nota di Raffaele Giardino, Responsabile Ufficio studi Camera di Commercio di Modena Nonostante la difficile fase congiunturale attraversata dall'economia dell'area di Modena, i segnali provenienti dalle varie indagini locali sul mercato del lavoro persistono nel segnalare una situazione di sostanziale full employment. Certamente il rallentamento del tasso di sviluppo economico ha determinato un arresto dell'ampliamento della base occupazionale, che invece ha registrato saldi positivi fino al 2001, come risulta anche dalle analisi della Camera di Commercio. Questa frenata tuttavia è stata accompagnata da una ulteriore discesa del tasso di disoccupazione, oramai fermo su livelli fisiologici. Nella prima metà del 2002, contemporaneamente, si rileva anche una diminuzione del tasso di attività, il quale in gran parte può essere ricondotto al graduale processo di invecchiamento della popolazione che caratterizza da diversi anni le dinamiche demografiche del comune. Infatti, in base agli ultimi dati forniti dall'osservatorio demografico provinciale, nel 2001 l'indice di ricambio generazionale nel comune di Modena (ossia il rapporto tra la popolazione con età compresa tra 60 e 64 anni - uscenti - e la popolazione con età compresa tra 15 e 19 anni - entranti) ha raggiunto un valore pari a 176,9. In altre parole, per ogni giovane che entra nel mercato del lavoro, mediamente ci sono 1,8 persone che escono per andare in pensione. Nella prospettiva di una futura ripresa economica, ciò comporta per le imprese una serie di difficoltà non solo nel fronteggiare i nuovi fabbisogni occupazionali, ma persino il normale turnover. Raffaele Giardino Responsabile Ufficio Studi Camera di Commercio di Modena "

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