15/09/2004

MOSTRE, DALLA NAVE FANTASMA ALLE STRADE DI CISGIORDANIA

Il barcone affondato nel Canale di Sicilia, la nave da crociera rimasta sotto sequestro per 7 anni nel porto di Napoli e un viaggio sulle strade di Cisgiordania offrono a Multiplicity lo spunto per raccontare lo spazio contemporaneo
La notte di Natale del 1996, un barcone maltese con 283 profughi pachistani, tamil e indiani affonda nel Canale di Sicilia, di fronte alle coste di Portopalo. Per mesi, nonostante le voci e i resti umani impigliati nelle reti dei pescatori, la tragedia viene ignorata. Solo grazie all'inchiesta di Giovanni Maria Bellu, inviato del quotidiano 'la Repubblica', vengono alla luce - cinque anni dopo - le prove del naufragio. Due installazioni video e 17 monitor evocano e raccontano la tragedia della 'Nave fantasma' nella mostra 'Border Device[s] / Dispositivi di confine', un progetto di Multiplicity sulla frammentazione dello spazio contemporaneo in programma alla Palazzina dei Giardini di Modena nei giorni del Festival filosofia (dalle 9 alle 23, ingresso libero, venerdì 17 alle 18.30 presentazione con Stefano Boeri e Matteo Ghidoni) e nei fine settimana fino al 3 ottobre. A conclusione di una ricerca poliennale su 'politiche e mitologie dei confini', la Fondazione Collegio san Carlo di Modena ha infatti invitato il progetto Border Device(s) di Multiplicity per arricchire di immagini le parole e di figure i concetti. In 'Odessa/The world' due video di Armin Link presentano i ritratti paralleli di due comunità che vivono a bordo di due navi da crociera: l'Odessa, rimasta ancorata nel porto di Napoli, sotto sequestro, per sette anni, con a bordo il capitano e sette uomini dell'equipaggio, e The World Residensea, vero e proprio condominio di lusso in continuo movimento, dove è possibile comprare un appartamento con annessa identità di cittadino off-shore. 'The Road Map' racconta infine di due auto che nel gennaio 2003 percorrono le strade di Cisgiordania. Il tragitto dalla colonia di Kiriat Arba alla colonia di Kudmin avviene sull'autostrada 60 assieme a una persona con passaporto israeliano. La strada che unisce Hebron a Nablus viene percorsa assieme a una persona con passaporto palestinese. Le due strade cominciano e finiscono alla medesima latitudine, in alcuni tratti sono anche sovrapposte, ma i tempi di percorrenza sono molto diversi: un'ora e cinque ore e mezza. Due video paralleli documentano i viaggi.

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