18/04/2005

'A MODENA SERVIZI EDUCATIVI 0/6 ANNI A PROVA D'EUROPA'

L'assessore all'Istruzione Querzè illustra le linee da seguire per i prossimi cinque anni.
'La scuola modenese, per quanto riguarda i servizi educativi e scolastici rivolti alla fascia d'età 0-6 anni, è a tutti gli effetti una 'scuola europea', risponde cioè ai parametri quantitativi e qualitativi che il Consiglio Europeo ha fissato per il 2010'. Lo spiega l'assessore all'Istruzione del Comune di Modena, Adriana Querzè, nella relazione che presenta alla seduta del Consiglio comunale, lunedì 18 aprile, dedicata alle politiche scolastiche. A Modena il 38% dei bambini in età è accolto nei nidi (a livello nazionale la percentuale è del 7,4%) e praticamente il 100% dei bambini da tre a cinque anni frequenta la scuola d'infanzia (a fronte rispettivamente degli obiettivi del 33% e del 90% fissati dall'Europa). Gli insegnanti di nidi e scuole d'infanzia seguono percorsi formativi obbligatori e retribuiti che l'Amministrazione organizza con la collaborazione di Università fra le più accreditate a livello nazionale. Le donne modenesi sono occupate per il 17% in più rispetto a quelle che vivono nel resto del paese e l'80% di loro rientra nel mondo del lavoro dopo il secondo figlio a fronte di un dato nazionale che si attesta al 60%. Gli investimenti sull'welfare (politiche educative e sociali) sono uno dei tratti caratterizzanti del bilancio comunale per il 2005 approvato dal Consiglio comunale. 'Nonostante questi risultati ' continua la Querzè - l'aumento dei posti nei nidi, insieme al mantenimento degli attuali livelli di diffusione delle scuole d'infanzia, costituisce un impegno prioritario per l'Amministrazione che intende mantenere un'importante quota nella gestione diretta, affiancandola ad una significativa di posti in convenzione, con un'apertura al privato e al privato aziendale.' Per i genitori che non usufruiscono del nido si sono attivate molteplici esperienze che costituiscono una galassia di servizi integrativi per centinaia di bambini. 'Tuttavia, date le attuali difficoltà finanziarie degli enti locali ' mette in guardia l'assessore - sarà difficile riuscire a sostenere un modello tanto dispendioso senza alcun supporto da parte dello Stato. Oggi i nidi sono servizi a domanda individuale, occorre invece che rientrino nel sistema educativo pubblico nazionale e che lo Stato partecipi con le Regioni e gli enti locali alla definizione di un Piano nazionale.' La logica del sistema integrato misto pubblico privato ha ispirato anche la costruzione del sistema delle scuole d'infanzia, in cui il Comune mantiene comunque una percentuale di scuole elevatissima e raffrontabile con poche altre città ma, soprattutto, interviene con proprio personale docente rispetto alla mancata istituzione di sezioni di scuola d'infanzia statale. 'Quest'anno ' precisa l'assessore all'Istruzione ' abbiamo dovuto mettere due insegnanti in sezioni statali per evitare che l'insufficiente impegno dello Stato si traducesse a Modena (come è invece accaduto in tante città, tra cui Bologna) nell'esclusione di parecchie decine di bambini dai tre ai cinque anni. Nell'anno scolastico 2005/2006 dovremo mettere altri due insegnanti'. Altra peculiarità tutta modenese è la convenzione con le scuole FISM e paritarie che ha consentito di rendere tendenzialmente omogenea l'offerta formativa. Uno degli aspetti più innovativi di questa convenzione è costituito dal sistema unico di iscrizioni gestito dal Comune che garantisce equità nell'accesso alle strutture, trasparenza nella messa a disposizione dei posti, possibilità di scelta da parte dei genitori. 'Per migliorare ulteriormente il sistema dei servizi 0/6 anni ' afferma l'assessore ' occorre promuovere la continuità tra nidi e scuola d'infanzia e tra quest'ultima e scuola primaria. Tutto ciò anche per preservare il modello di scolarizzazione precoce, contro l'ipotesi di anticipare a due anni e mezzo l'ingresso dei bambini in sezioni di scuola d'infanzia non adatte strutturalmente e numericamente ad accogliere bimbi così piccoli.' L'assessorato è, inoltre, impegnato nella costituzione dell'Ufficio Qualità e Valutazione dei Nidi e delle Scuole dell'Infanzia, essendo di particolare importanza lavorare sulla qualità nell'attuale fase di trasformazione del welfare, caratterizzata da un passaggio da modelli a forte gestione pubblica, ad un sistema misto pubblico-privato che vede l'ente locale non più soltanto erogatore, ma titolare di precisi compiti di governo del sistema e valutazione della sua qualità. Il sistema modenese delle scuole primarie e secondarie di primo grado è caratterizzato dall'altissima diffusione di classi a tempo pieno che nella primaria (ex elementari) raggiungono l'87% a fronte del 22% a livello nazionale. Oggi il tempo pieno e il tempo prolungato (che raggiunge il 13% nella secondaria di primo grado), abrogati dalla Legge 53/2003, rappresentano una delle criticità forti del sistema scolastico modenese, in quanto ogni anno occorre verificare la possibilità di rispondere con gli organici alla continua richiesta di espansione di questo modello di scuola. 'Riteniamo importante ' sottolinea l'assessore Querzè - che nel più breve tempo possibile sia ripristinata la norma che consente l'istituzione di classi a tempo pieno e prolungato: ciò permetterebbe di ridare tranquillità alle famiglie modenesi e agli insegnati modenesi che in questa scuola credono. Poter recuperare questo modello didattico così radicato nel nostro territorio significherebbe anche dare senso all'autonomia di cui spesso si parla ma che continua a ricevere attacchi e menomazioni. Mai come in questi mesi, infatti, il centralismo si è spinto fin dentro le classi, pretendendo di determinare come gli insegnanti debbono programmare, organizzare gli obiettivi didattici e quali contenuti spiccioli debbono affrontare.' Ristorazione e trasporti. I servizi di trasporto e, soprattutto, di ristorazione scolastica sono molto diffusi nella nostra realtà, in misura proporzionale alla diffusione di tempo pieno e prolungato, all'universalità della frequenza della scuola dell'infanzia e all'alta incidenza dei nidi. Modena si è dotata, nella passata legislatura di uno strumento per gestire e pianificare i rapporti tra ente locale e dirigenze scolastiche: il Patto per la scuola che regolamenta i trasferimenti finanziari, la gestione della 626/92, il sistema delle iscrizioni, le convenzioni per l'aggiornamento del personale statale, le cosiddette funzioni miste. 'Questo utilissimo strumento ' sottolinea la Querzè - si è rivelato tuttavia insufficiente a raccogliere ed interpretare le istanze di genitori ed insegnanti. I temi della partecipazione dei genitori da un lato e quello della'effettiva centralità dei docenti nelle scelte vanno pertanto recuperati. Il primo con il sostegno della gestione sociale e attraverso lo strumento della Consulta della scuole d'infanzia, primarie e secondarie di primo grado statali e paritarie; il secondo con una politica retributiva adeguata ma anche con un recupero culturale del ruolo dei docenti quali intellettuali e ricercatori.' Per quanto riguarda la formazione dei docenti, Modena si avvale del M.E.MO., ente accreditato dal M.I.U.R. e quindi titolato a produrre autonomamente aggiornamento per le scuole. Integrazione delle persone diversamente abili. Le battaglie per la chiusura delle scuole speciali e l'inserimento dei disabili nella scuola di tutti hanno visto Modena in prima fila ed hanno portato ad evidenti risultati. Oggi la cultura dell'integrazione è recepita dalla scuola come parametro di qualità e fortissimo è l'investimento comunale. Gli interventi di sostegno statali e comunali sono regolamentati da accordi di programma tra Ausl, Comuni e Scuole attualmente in fase di revisione. 'Come amministrazione comunale stiamo lavorando affinché nei nuovi accordi ' afferma l'assessore - vengano recepite alcune indicazioni importanti: innanzitutto i bisogni dei soggetti disabili sono molto differenziati, occorrerà quindi articolare la messa a disposizione delle forme di sostegno in modo molto più flessibile. Oggi a Modena la quasi totalità dei ragazzi si iscrive alle superiori, credo ' continua la Querzè - che questo dato rappresenti il successo delle politiche per l'integrazione; ciò non toglie che i problemi ci siano: la struttura oraria e organizzativa delle superiori rende in realtà scarse le attività svolte in comune; la formazione dei docenti dovrebbe essere fondata su specificità diverse rispetto alla scuola primaria e soprattutto esiste un problema di fondi relativi all'accesso e all'integrazione dei soggetti disabili: occorre richiedere che anche lo Stato intervenga'. Alunni stranieri nella scuola. La presenza nella scuola di bambini stranieri si è assestata a Modena a livelli percentuali superiori al 12% in ogni grado scolastico. Nel 2004 i bambini nati a Modena da coppie straniere o miste sono stati quasi il 20% del totale. 'Perché il diritto allo studio sia pienamente esigibile anche dai bambini stranieri, spesso più vulnerabili per condizioni economiche e sociali svantaggiate, ' conclude l'assessore all'Istruzione ' il Comune intende impegnarsi a fondo per dare sistematicità agli interventi rivolti alle scuole, in particolare rispetto alla certezza delle risorse erogate, alla pianificazione degli interventi di insegnanti alfabetizzatori; alla definizione condivisa dell'utilizzo delle figure che l'amministrazione mette a disposizione, come i mediatori culturali, gli insegnati della lingua d'origine o gli insegnanti di lingua italiana.

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