16/11/2006

RILASCIO PERMESSI DI SOGGIORNO, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Tutti gli interventi dei consiglieri sull'Ordine del Giorno presentato da Montorsi (Prc)
L’ordine del Giorno sulle nuove modalità per il rilascio dei permessi di soggiorno per i cittadini stranieri, presentato dal consigliere di Rifondazione Comunista Giancarlo Montorsi è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Gruppo Indipendente e dell’Udc e con il voto contrario di Forza Italia e Alleanza Nazionale.
In fase di dibattito Achille Caropreso (Indipendente) ha dichiarato che “la Bossi Fini, attraverso l’introduzione dei Cpt, ha arginato come ha potuto un’emergenza, ponendo il lavoro come parametro, anche se a volte quando si governa diventa indispensabile porre parametri che colludono con la coscienza di tutti noi. Alla legge si può rimproverare che si sia creato un effetto degenerativo per cui dentro i Cpt si sovrappongono la figura dello spacciatore con quello della badante, che non ha reati”, aggiungendo – in merito al diritto di voto amministrativo – che “vanno evitate situazioni a macchia di leopardo per cui si può votare solo in certe città”.
Secondo Sergio Rusticali (Sdi) “non si risolverà neanche questa volta il problema perché gli organici in Questura sono insufficienti. Il Consiglio dovrà sollecitare nella Finanziaria un adeguamento, come tra l’altro previsto nell’Ordine del Giorno”. E’ stata quindi la volta di Ercole Toni (Ds) che ha detto che per le file “non ci sono più scuse, perciò il Comune si deve fare portavoce presso chi ha potere di farle cessare”.
Per Alberto Caldana (Margherita) uno dei motivi dei disagi è dovuto al fatto che “fino a quando il rilascio del permesso di soggiorno sarà tutto interno al Ministero dell’Interno, questa sarà la risposta. Quindi occorre che i comuni siano messi in condizione di svolgere tutto o in larga parte gli iter connessi al rilascio dei permessi di soggiorno. Come città di Modena, che non è seconda a nessuno per politiche di immigrazione e sicurezza, ci possiamo candidare con il Ministero dell’Interno per fare da subito una sperimentazione per garantire che tutta una serie di documentazione può essere svolta non dentro la Questura. Certo, significa maggiori oneri, ma o si fa così o non si risolve il problema. Candidiamoci da subito per dire che queste pratiche si fanno negli uffici comunali. La sperimentazione sarà utile e importante anche per il contesto nazionale”.
Renato Cocchi (Ds) si è associato alla proposta di Caldana, sottolineando che si tratta di “una questione di principio: chi arriva in Italia deve avere come riferimento il Comune, non la Questura, è anche un fatto simbolico. Esistono tutte le condizioni perchè Modena si candidi per sperimentare questa nuova modalità di rilascio del permesso di soggiorno, che andrebbe completata con l’attivazione di uno sportello unico”.
Nel dibattito è quindi intervenuta l’assessore al decentramento Simona Arletti, spiegando che della questione l’amministrazione “se ne sta occupando con un lavoro interassessorile con l’anagrafe e il Ced” A medio termine l’assessore ha ribadito che si sta verificando la fattibilità “di portare una persona dello sportello stranieri anche in Questura”, ricordando poi che nel nuovo Contratto per la sicurezza ci sarà spazio per accordi con le Forze dell’ordine su questi temi: “La soluzione di uno sportello unico – ha proseguito – non è certo di medio termine, perché la Questura è e resta titolare di queste pratiche. Nella politica dei piccoli passi un primo segnale lo abbiamo dato e lo faremo entro fine anno”.
Per Michele Barcaiuolo (An) “parlare di onta” in riferimento alle file è “eccessivo, soprattutto se rapportate alle file e ai problemi degli altri cittadini”. Secondo il consigliere di An “nell’Ordine del Giorno è condivisibile l’obiettivo di limitare i disagi, ma niente altro. Non condivido la proroga a 48 mesi per la validità del permesso di soggiorno, né che si trasferiscano competenze dal Ministero dell’Interno agli Enti locali perché ci sono ragioni di sicurezza. Ben venga invece che l’ente locale metta a disposizione attività per alleviare i disagi”.
Fausto Cigni (Ds) ha dichiarato di “capire la difficoltà di Barcaiuolo a saltarci fuori con la legge Bossi Fini. Hai dato l’idea di Stato di Polizia – ha detto rivolto al consigliere di Alleanza Nazionale - I cittadini sono cittadini del mondo, tutti”. Cigni ha auspicato una verifica sugli organici presso la Questura, dichiarando inoltre che, “anche se è indubbio che uno sforzo è stato fatto, ho qualche dubbio che operatori dell’amministrazione pubblica debbano andare a supportare il lavoro della Questura. Piuttosto si dovrebbe far sì che il Sindaco intervenga sul Ministro degli interni con una proposta semplice: lo straniero si rivolge all’anagrafe, che invia la documentazione in Questura per una verifica e poi rinvia il tutto al Comune. Ci vuole tanto? Questa è l’unica cosa da fare.
Si stabilisca quindi in questo Consiglio comunale che ci sia un intervento della Giunta presso il Ministero che dica che Modena è pronta a tutto ciò”.
Sergio Celloni (Udc) ha dichiarato che “le lungaggini della Polizia sono dovute a queste persone che non parlano la nostra lingua e non conoscono le nostre norme. Non deve essere demandato tutto al Comune, perché c’è anche un problema ispettivo che deve essere fatto da chi lo può fare. Demandiamo pure ai comuni, ma lasciamo alla Polizia il controllo. Anche noi quando siamo all’Usl facciamo la fila – ha concluso Celloni - e non ci lamentiamo, fa parte della vita. Se questi vogliono entrare nei nostri mondi, qualche fila la devono sopportare”.
Antonio Maienza (Udeur) ha definito “inaccettabile” la situazione, apprezzando però “i miglioramenti derivanti dall’introduzione del sistema informatico”. Per il consigliere dell’Udeur “i riti di accertamento devono rimanere a Questura e Prefettura. Voterò l’Ordine del giorno, ma avrei preferito che si fosse limitato al problema dei rilascio dei permessi di soggiorno e alle file”.
Secondo Bueno Kindelan Liuberts, Presidente della Consulta dei cittadini stranieri, “manca la conoscenza della realtà degli stranieri a Modena. A ottobre avevamo convocato una riunione con il nuovo Questore per parlare del problema del rilascio del permesso. Abbiamo parlato dei disagi dei cittadini, di lavoro, affitto, ospedale, assistenza ai bimbi neonati, di problemi seri come tornare al paese d’origine per le ferie. In provincia ci sono 60mila stranieri – ha spiegato Bueno – a cui si aggiungono altre 10mila domande, quindi si arriva a 70mila o più, a cui si aggiungono altri arrivi. Sono quindi 70mila cittadini che chiedono il permesso ogni due anni. Abbiamo sentito dall’assessore Maletti che adesso la Questura ha fatto un rinforzo e che ogni 6 mesi riesce a fare 10mila permessi di soggiorno, quindi 20mila all’anno. Se ogni due anni i 70mila devono rinnovare, non ci si riesce, è questione di matematica. Quindi bisogna capire che il problema non è spostare. E’ importante che il Comune prende parte delle pratiche, ma deve comunque finire in Questura dove manca l’organico. Ho sentito parlare della possibilità di andare dal ministro per chiedere di ripristinare il termine dela durata del permesso di soggiorno a 48 mesi. Così si risolve al 50% il problema, ma ci vuole la volontà politica di farlo. Bisogna capire – ha concluso - che andare a spostare queste pratiche alle Poste o presso altri enti non è risolvere i problema, è solo spostarlo. Non bisogna andare all’effetto, ma alla causa”.
E’ stata poi la volta del sindaco di Modena Giorgio Pighi, che ha concordato sul fatto che “si ritiene ormai che concentrare tutto il tema della regolarizzazione presso le Forze di Polizia è superato. Io sono d’accordo su due obiettivi: a lungo termine bisogna individuare una nuova gestione amministrativa. Non si deve eliminare il controllo di Polizia, che riguarda gli immigrati come gli altri cittadini. Ma tutta la parte amministrativa deve essere gestita dal Comune. Questo significa risorse, organizzazione di uffici e integrazione di procedure. Credo che se si integrasse l’iter per il permesso di soggiorno come pratica anagrafica il problema delle file avrebbe esito diverso. Sul lungo periodo, con un fenomeno di queste dimensioni, questo sbocco è inevitabile. Sul breve – ha proseguito il sindaco - sono convinto che si possano individuare percorsi che evitino le file attraverso soluzioni come il potenziamento dei servizi sociali e dell’anagrafe, sperimentando la possibilità di mettere le nostre competenze nella verifica dei documenti. Non si va avanti senza risorse – ha precisato - I nostri uffici sono già sotto pressione e non potrebbero fare di più. Ma colgo l’esigenza di verificare tutti i percorsi che, anche in via sperimentale, ci consentano di determinare degli effetti positivi, arrivando anche alla modificazione della legge nazionale”.
Secondo Andrea Leoni (Forza Italia) “da come stanno le cose in Italia, ha ancora senso vedere l’immigrazione sotto le lente dell’Ordine pubblico. Si può superare il controllo di Polizia solo se chi viene in Italia ha fatto la trafila che è stata stabilita dalla legge. Il controllo è ancora più necessario alla luce del fatto che con le sanatorie indiscriminate unite ai ricongiungimenti indiscriminati il numero sale esponenzialmente.
Se da un lato è auspicabile non fare le file, è altrettanto evidente che ci sono difficoltà oggettive nel trovare una strada che consenta un miglioramento senza il venire meno di adeguate forme di controllo di un immigrazione che in provincia sta assumendo dimensioni di quella che è una vera e propria invasione. Le nostre autorità non sono pronte ad affrontare questa situazione e quindi l’ordine del Giorno non è votabile per tutta una serie di motivazioni, ma certamente non lo è perché fa venire meno quello che la Bossi Fini voleva, cioè la voglia di avere un’immigrazione formata e posta nelle condizioni di arrivare e trovare un lavoro”.
Secondo Ivo Esposito l’impostazione è quella di “sfruttare gli immigrati come massa elettorale. Agli immigrati si deve garantire la stessa accessibilità, devono avere una casa, un lavoro. I flussi immigratori si devono stabilire in base alla possibilità di accettarli e porli nella stessa condizione degli italiani e non solo per avere un bacino puramente elettorale. Il lavoro garantisce possibilità di mantenimento e favorisce integrazione. La mera apertura delle frontiere non garantisce nulla. E’ pura demagogia”.
In fase di replica Giancarlo Montorsi (Prc) ha detto di condividere la chiave di lettura “con cui Cocchi ha parlato” e ha ribadito che “non è in discussione l’apertura delle frontiere come ha fatto Esposito. Il tema è trovare un regime di regolarità ai cittadini stranieri che sono già nel nostro territorio e lavorano. Noi chiediamo di trovare un sistema per facilitare la loro regolarizzazione e relazionarsi con noi condividendo i nostri stessi problemi e quindi la maggioranza ha chiesto alla giunta di lavorare con giusta forza. Devo dire che non sempre nelle risposte mi è sembrato di percepire questa priorità – ha detto Montorsi - In alcuni momenti mi era sembrato che prevalessero la paura e la timidezza di prendersi l’incarico. Tutto questo si è fugato, e lo ringrazio, con l’intervento to del sindaco in maniera molto chiara, che ha disegnato il quadro in cui risolvere oggi e in futuro il problema. Non credo che portare dipendenti comunali in Questura sia la soluzione. Piuttosto bisogna togliere l’esclusiva alla Questura e, in questo, il sindaco ci ha indicato l’inevitabilità che gli enti pubblici se ne facciano carico. Chiedo che, quando la giunta individuerà i percorsi con la Questura e la Prefettura, che il Consiglio ne venga informato subito”.
In fase di dichiarazione di voto Sergio Celloni (Udc) ha annunciato l’astensione, chiedendosi “come faremo a dare agli immigrati casa e lavoro”, e ribadendo che l’astensione è motivata dal “disaccordo sull’articolazione dell’ordine del Giorno, che è demagogica”. Mauro Tesauro (Verdi) ha garantito il “pieno sostegno dei Verdi, consapevoli che la madre di tutti i problemi è l’impianto legislativo disumano e ricattatorio. Fino a quando non abrogheremo la Bossi-Fini non risolveremo il problema”.
Achille Caropreso (Indipendente) ha annunciato la propria astensione, mentre Alberto Caldana (Margherita) ha ricordato che “è dal Codice Rocco che i procedimenti sono a capo della Questura, quindi anche su questo si deve riuscire a dire che c’è da cambiare. Celloni diceva che il 60% dei detenuti sono extracomunitari e questo dimostra che non ha senso avere la Polizia a fare atti amministrativi, visto che non modificano nulla nella sicurezza. Quindi i percorsi amministrativi devono essere fatti da soggetti amministrativi. Mi preoccupa una cosa sui tempi corti, lunghi e medi: visto che abbiano molto sperimentato, il tempo è questo. Quindi bisogna assumere subito un’iniziativa”.
Secondo Michele Andreana (Ds) “l’intervento del sindaco ha colto il tema discusso e quindi voteremo a favore perché è un invito sui due corni del problema, da un lato il diritto di cittadinanza e dall’altra la sperimentazione più avanzata del rilascio del permesso di soggiorno”. Anche Sergio Rusticali (Sdi) ha ribadito “il segnale che Modena si propone come il comune che si mette a disposizione per sperimentare e si riappropria di quegli atti che sono tipici dell’amministrazione. E’ il Comune che risponde ai cittadini”, seguito da Rosa Maria Fino (Società Civile) che ha sottolineato come “purtroppo non si tratta solo di fare la fila per i documenti, ma anche la fila al casellario per richiedere certificati penali e carichi pendenti, una condizione obbligatoria anche per i bambini”. Le dichiarazioni di voto si sono concluse con l’intervento di Antonio Maienza (Udeur) che ha sottolineato “l’impegno che il sindaco ha preso questa sera, intriso di personalità. Si al comune che sperimenta questa possibilità di eliminare le code e quindi dare al cittadino straniero nuovi servizi. La situazione evita l’altra sperimentazione a livello nazionale, cioè di Poste Italiane, in cui si deve anche pagare, quindi io invito tutti a votare a favore”.





Azioni sul documento