05/12/2006

ACCORDO DISABILI, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Tutti gli interventi dei consiglieri nel corso dell'approvazione della delibera
Il dibattito sull’accordo distrettuale per l’integrazione scolastica dei disabili nelle scuole di ogni ordine e grado si è aperto con l’intervento di Mauro Tesauro (Verdi), che ha giudicato “buono” l’impianto della delibera, ma ha sottolineato le difficoltà pratiche che di solito si riscontrano quando ad un tavolo operativo – come quello in questione – siedono rappresentanti di diversi enti. Il consigliere dei Verdi ha anche ricordato “il gap tra le richieste di supporto e offerta sostenibile. Quanto all’orientamento, ricordo che i percorsi devono tenere presente che ci sono alternative di fatto, altrimenti si continuano a inflazionare certi istituti, come nel caso del Cattaneo o dello Spallanzani di Castelfranco, due situazioni che mi lasciano perplesso. Mi preme anche ribadire che quando si parla di elevare il rapporto tra docenti e studenti, che viaggia ormai verso 1 a 30, diventa difficile fare didattica come si deve. La finanziaria in questo senso ci lascia perplessi, è una mina notevole l’innalzamento previsto in Finanziaria di questo rapporto e noi ribadiamo che c’è grande contrarietà”.
Secondo Enrico Artioli (Margherita) “la delibera di oggi si colloca sul tema dell’aggiornamento di norme che riguardano i disabili. Tra i pregi cito l’orizzonte ampio dei soggetti coinvolti oltre che l’analisi seria e sistematica dei fenomeni di disabilità, anche le nuove forme, che ci preoccupano molto.
Sono anche apprezzabili gli interventi per la formazione degli operatori, la garanzia di continuità del percorso e la possibilità di verifica dei risultati. Mi preme anche sottolineare che la presenza di un disabile può essere un elemento di arricchimento come esempio di vita”. Artioli, inoltre, ha sottolineato come il Comune sia numericamente impegnato più dello Stato nel garantire gli insegnanti di sostegno e ha dichiarato che “la Provincia dovrebbe farsi carico di un’azione di armonizzazione con i distretti sanitari per le scuole superiori”.
Achille Caropreso (Indipendente) ha invece sottolineato la “lacunosità” di una legge statale come la 104/92 che “nei fatti non è in grado di rispondere al 14% dei ragazzi che ha nuove forme di disagio. Non si contemplano i dislessici, né chi ha forme di disagio relazionale. Sono anche stupito che il bubbone del bullismo e fenomeni simili esploda solo perché è uscito in Internet un video. Se non ci fosse stato, oggi forse non sapremmo che in una scuola italiana è stato offeso un disabile, che si ribaltano i banchi e si commettono azioni simili. serve un aspetto repressivo-amministrativo, ma soprattutto ci vuole attenzione a questo disagio”. Anche Baldo Flori (Modena a Colori) ha espresso un giudizio positivo, sottolineando però di non condividere l’ottimismo dell’assessore: “E’ positivo voler dare gambe all’accordo provinciale, che ci ha messo 30 anni a nascere, che aveva bisogno di declinazioni più puntuali. Altrettanto positivo è che per la prima volta vengono a galla situazioni nuove e preoccupanti al confine con l’handicap, che spesso generavano confusione, ad esempio la dislessia. Ci sono però anche alcuni nodi – ha proseguito – Il primo riguarda il ruolo delle scuole. Alcune sono ancora impermeabili a queste realtà, non si sono candidate e giocare le loro carte educative ed è un grave limite istituzionale. L’altro limite è nell’operatività dell’Ausl, che ha problemi di organico”. Flori ha aggiunto che “è vero che, come dice qualcuno, il Comune di Modena supplisce allo Stato nell’assegnazione degli insegnanti, ma analoga istanza va rivolta al nuovo governo, a cui va chiesto di coprire i vuoti di organico necessari alla domanda in aumento per le forme di disabilità”. Il consigliere di Modena a Colori, infine, ha precisato che “si deve scavare di più sui casi in aumento seguiti da neuropsichiatria, senza limitarci ad un’analisi terminale finale, ma andando a monte, capire cos’è che non va anche in una realtà come Modena, cosa sia mancato in questi anni rispetto a queste problematiche”.
Giorgio Prampolini (Ds) ha dichiarato che “nel distretto 3 i bambini con disturbi intellettivi varia da 500 a 520, ma solo 50 sono gravi. Sugli altri si può lavorare per una riabilitazione. I compagni di scuola contribuiscono alla maturazione dei disabili e ci sono anche pagine importanti scritte su questo tema. Poi ci sono anche problemi più recenti legati ai video trasmessi in Internet. E’ un campanello d’allarme per cercare di riflettere, non bisogna banalizzare”. Il consigliere dei Ds ha poi aggiunto che “dopo il Consiglio su infanzia e adolescenza, il piano di edilizia scolastica e quello di oggi, appare evidente un quadro di sostegno alla scuola. C’è uno sforzo e un impegno a ragionare in termini interistituzionali e integrati, una delle esperienze più importanti per il futuro del welfare a Modena. Propongo che si verifichi l’andamento di questo progetto, se non in Consiglio, almeno in commissione”. E’ stata poi la volta di William Garagnani (Ds), secondo cui “si riesce a coniugare un orizzonte teorico con un efficace senso pratico. E’ aperto il dibattito su quale debba essere il destino dei disabili, se inseriti nelle classi normali o in scuole speciali. E’ meglio procedere come ora verso l’integrazione o tornare al passato? E’ anche una questione di orgoglio nazionale. Non in tutti i paesi c’è una politica di integrazione come da noi, anzi, altrove si sostiene la separazione dei percorsi scolastici. Noi difendiamo questa strada e ne siamo convinti non solo dal punto di vista morale, ma anche pratico-operativo”. Secondo Garagnani “vanno inventate delle pedagogie del futuro per questi ragazzi. Penso anche che attraverso Memo si potrebbero organizzare momenti in cui si evidenziano i progetti di integrazione migliori, perché i docenti ne hanno bisogno in una chiave di valorizzazione”. Secondo Olga Vecchi (Forza Italia) “va coordinato il percorso scuola-famiglia-Ausl, in particolare per l’ambientamento e l’integrazione del disabile. E’ anche importante aumentare l’organico di docenti di appoggio. Sollecito anche un accordo di orario concomitante, poiché esiste il problema che nello stesso orario ci possono essere sia la scuola che la riabilitazione. Quindi bisogna che si coordinino. Sarà importante vedere se sapremo applicare anche tecnicamente questi principi, che non restino solo belle parole”.
Per Antonio Maienza (Udeur) “è meritevole il contesto sociale e pedagogico, che vede Modena ai primi posti nell’offrire servizi di questa qualità a cittadini e alunni. Sono questi gli accordi che rendono Modena migliore e rende merito a tutte le persone svantaggiate. Le famiglie che hanno un problema vanno aiutate, bisogna collaborare per supportare. Sono situazioni pesanti in cui si può interagire con scuola, docenti e genitori. Oggi i genitori sono in difficoltà a fare questo antico, ma difficile mestiere, perciò vanno aiutati”. Rosa Maria Fino (Società Civile) ha dichiarato che “la delibera va incontro ai diritti di integrazione di cittadinanza. Il 2007, tra l’altro, è anche l’anno europeo delle pari opportunità, non solo tra uomini e donne, ma tra tutti i cittadini. A un recente convegno sui disabili ho sentito esperienze dirette di persone tetraplegiche, che però con opportune tecnologie riescono a comunicare. Tutti avevano fatto un percorso di studio al passo con compagni normali. Servono quindi mezzi informatici all’avanguardia”. La consigliera, inoltre, ha riportato anche un’esperienza personale relativa alla presenza in famiglia di un disabile con disagio “che veniva bocciato per non dare problemi agli insegnanti. Sono felice oggi vedendo che la situazione sta cambiando e va nella direzione di una piena integrazione”.
In fase di replica l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè ha ribadito che l’importanza del testo sta nel fatto di essere stato costruito “parola per parola dai soggetti che ne sono parte integrante ed è un elemento che lo può rendere operativo presto. Si coglie in ogni passaggio la filosofia dell’integrazione che aiuta a capire non come intervenire sul disabile, ma sul gruppo. La questione non riguarda i 501 disabili, ma tutti gli altri, che devono rivedere il proprio modo di agire. E’ un processo che insegna tutti i giorni che chi è debole non è minore, che chi non è efficace non deve essere deriso. Questa è una filosofia che costa di più in termini di risorse”.
L’assessore ha poi ricordato il caso della scuola Tommaso Pellegrini per bambini sordi: “Da qualche anno le famiglie dei sordi non li portano più lì perché pensano che per i loro bambini sia meglio fare un percorso scolastico insieme a tutti. Questo, che è molto bello, ha evidentemente un costo poiché al posto di un insegnante che aveva un classe di otto-nove bambini, oggi ognuno di questi bambini ha un proprio docente. I vantaggi, però, sono evidenti e tra questi cito il fatto che tutti i bimbi normali imparano la lingua dei sordi. E’ un costo, certo, ma è una scelta di civiltà”.
Rispondendo a Tesauro sul gap tra richiesta delle scuole e la risposta del Comune di Modena l’assessore ha ribadito che “il Comune di Modena supplisce alle carenze dello Stato. Modena è la città in cui esiste il maggior numero di disabili inseriti in scuole superiori in Emilia Romagna. Ciò, che deriva da una buona riuscita del percorso scolastico precedente e da scelte delle famiglie, raddoppia la durata del percorso stesso, con i costi relativi. Le scuole chiedono, a fronte del loro impegno a trattare il disagio, interventi di sostegno per trattare situazioni di disagio scolastico che altrimenti sarebbero esplosive e che riguarda la fascia del 25% che rende complessa la gestione delle classi, soprattutto nelle scuole medie. Lì c’è una richiesta abnorme ed impropria di personale di sostegno per alunni che non sono disabili. Si dovrà agire su diversi fronti”.
Adriana Querzè ha anche ribadito che “il parametro quantitativo è di arrivare al massimo a due disabili per classe. Questo è il tetto massimo che tutti si sono impegnati a raggiungere. Sul disagio, infine, bisogna indagare sulle cause, con un’avvertenza: non fare confusione. Inserire risorse per la fascia a disagio non significa toglierle ai disabili, che hanno un percorso giuridico con diritti garantiti”.
In fase di dichiarazione di voto, infine, Mauro Manfredini (Lega Nord) ha ribadito che “è un progetto importante per senso di civiltà e responsabilità, però la relazione è troppo ottimista. Pur condividendo l’idea e il progetto, il percorso è laborioso. Mi lascia dubbi soprattutto la parte relativa al supporto alla famiglie che si dovrebbe assumere l’Ausl e per questo motivo il nostro voto sarà di astensione”.

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