24/05/2006

5 X MILLE, NESSUNA CONCORRENZA DEL COMUNE AL NO PROFIT

Lo ha dichiarato l'assessore Frieri rispondendo in Consiglio a Caldana (Margherita)
'Il Comune di Modena non fa alcuna concorrenza al no profit rispetto all'opzione del 5 per mille. Abbiamo incontrato tutte le associazioni di volontariato, i Caaf, le associazioni di categoria e gli ordini professionali perché l'interesse era di trattenere su questo territorio il gettito del cinque per mille. Sul sito del Comune c'è anche un link al Ministero dell'Interno perché veda tutte le associazioni a cui devolvere il 5 per mille e ci sono 25 pagine dedicate alle associazioni che hanno titolo per ricevere la quota in questione'. Lo ha dichiarato l'assessore al Bilancio Francesco Raphael Frieri, rispondendo ad un'interrogazione di Alberto Caldana ' poi trasformata in interpellanza ' con cui il consigliere della Margherita evidenziava la 'grande perplessità' di fronte al fatto che 'nella gara per la destinazione del 5 per mille il Comune di Modena, con dovizia di mezzi superiore ad ogni altro soggetto, sta facendo la parte del leone'. Nel documento Caldana stigmatizzava 'l'idea del ministro Tremonti di un welfare residuale, in cui i diritti dei cittadini non sono garantiti dallo Stato, ma dalla generosità dei privati. Modena ha sempre avuto una concezione dei servizi sociali fondata sul diritto e quindi non conciliabile con le idee ultraliberiste di Tremonti. Questo è il primo motivo per cui il Comune dovrebbe tenersi alla larga dal 5 per mille'. Secondo Caldana, inoltre, l'attivismo del Comune sul 5 per mille 'è del tutto inopportuno', poiché ' fermo restando il giudizio negativo sul meccanismo fiscale ' 'in questo momento è l'unico strumento per finanziare in modo pubblico il no-profit, per sostenere la sussidiarietà'. Nell'interrogazione, infine, Caldana chiedeva se non fosse il caso che il Comune mettesse a servizio del volontariato e del no-profit i propri mezzi comunicativi, realizzando una sorta di par-condicio. L'assessore, oltre ai dati sopraccitati, ha ribadito il giudizio negativo sull'operazione del cinque per mille, sottolineando però che 'a Modena siamo abituati a rispettare le leggi dello Stato e, anche se non ci convince lo strumento, lo abbiamo applicato nel migliore dei modi'. Frieri ha poi ricordato che 'se sussidiarietà significa avvalersi di tutti i corpi intermedi della società, è altrettanto vero che in nessun caso può essere considerata un'abdicazione agli stessi', rimarcando poi il dubbio sul termine no-profit: 'Io capisco ' ha detto rivolgendosi a Caldana - se la preoccupazione è per i soggetti molto piccoli, ma un altro discorso è se si parla di soggetti che asseriscono al sociale in senso lato, come ad esempio la stessa Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Questa ambiguità deve essere superata il prossimo anno, se lo strumento dovesse rimanere in vigore'. In fase di dibattito è intervenuto anche Dante Mazzi (Forza Italia), ricordando che 'quando se ne parlava in sede di bilancio, la proposta del governo Berlusconi era stata presa poco sul serio. Oggi, invece, vediamo che è stato compreso sia dalle forze del non profit che dai comuni. Noi avevamo anche proposto un Ordine del Giorno nel merito, perché ritenevamo che sia un'operazione valida. Sono d'accordo con Caldana quando si dice che c'è una sorta di concorrenza 'sleale', cioè una forza predominante del Comune che riesce a far conoscere la novità e a fare la parte del leone. Ai cittadini non è chiaro che possano beneficiarne altre associazioni'. Frieri ha ricordato a Mazzi che 'l'ordine del Giorno di Forza Italia fu respinto perché non permetteva di quantificare l'ammontare del gettito', seguito poi da Caldana che, in fase di replica, ha ribadito che 'rispetto alla logica di Tremonti mi sarebbe piaciuto trovare una risposta che marcasse una differenza, ma in questo caso non c'è stata. Il tema, quindi, è il principio'. Secondo Caldana 'abbiamo bisogno di costruire un meccanismo in cui anche i corpi intermedi da lei citati ' ha detto rivolto a Frieri ' devono avere un minimo di progettualità, che prescinda dal fatto di chiedere le risorse a Comune, Provincia o altri, che metta quindi in piedi un'autonomia di questi corpi sociali, una capacità di partecipare in modo autonomo al sistema complessivo di welfare. Il problema, perciò, non è di abdicazione del pubblico, ma di un forte ruolo regolatore del pubblico che costruisca delle partnership, anche attraverso l'autonomia di meccanismi di natura fiscale che in Italia ancora non ci sono'.

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