24/05/2006

DUE ORDINI DEL GIORNO PER I DIRITTI DEI CITTADINI DEL TIBET

Approvati in Consiglio due documenti, uno di Forza Italia e uno della maggioranza
Il Consiglio comunale di Modena ha approvato due Ordini del Giorno relativi alla grave situazione del Tibet, il primo presentato da Forza Italia, il secondo dai gruppi di maggioranza, chiedendo il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione del popolo tibetano e impegnando la giunta a farsi promotrice di tutte le azioni atte a ridare al popolo tibetano la libertà, la dignità e la certezza di non essere solo nella lotta contro la negazione dei propri diritti. Il documento di Forza Italia è stato approvato con i voti favorevoli dell'opposizione e l'astensione della maggioranza, mentre quello della maggioranza ha registrato l'unanimità, ad eccezione dell'astensione di Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori) che si è astenuto. Il dibattito si è focalizzato sulla struttura dei documenti, il primo ' quello di Forza Italia ' presentato nel luglio del 2005, e ammesso alla discussione nella seduta di lunedì 22 maggio ' e il secondo presentato invece nel corso della stessa seduta del 22 maggio. I due documenti analizzano la situazione del Tibet, con alcune divergenze sulla ricostruzione storica. Proprio queste divergenze, secondo Eugenia Rossi (Ds), 'hanno portato la maggioranza a presentare un proprio documento'. Ivo Esposito (Forza Italia), presentando l'Ordine del Giorno, ha ricordato 'la particolarità cruenta dell'occupazione del regime comunista cinese che stime valutano aver provocato dal 1950 al 1980 circa 2 milioni di morti', sottolineando poi la carcerazione di migliaia di tibetani, il controllo sulle nascite con sterilizzazioni forzate, la distruzione di semila templi e la negazione della religione buddista, oltre alle politiche di deforestazione e il rischio legato alla convinzione che in Tibet 'esistano diversi siti di stoccaggio e rampe di lancio di armi nucleari cinesi'. Nel documento, inoltre, si ricordava la non violenza del Dalai Lama, impegnando quindi la giunta agli impegni sopraccitati. Il documento della maggioranza, illustrato da Eugenia Rossi (Ds), elenca le risoluzioni internazionali delle Nazioni Unite, del Parlamento Europeo e della Camera dei deputati sul Tibet, sottolineando poi la volontà espressa dallo stesso Dalai Lama di 'un'apertura di dialogo con il governo cinese'. Rossi ha ricordato che il Dalai Lama ha dichiarato di 'non chiedere l'indipendenza, ma libertà sociale, economica, culturale e autonomia in politica interna', puntando alla democratizzazione del Tibet, al punto che 'lo stesso Dalai Lama ha detto che i Lama da quest'anno saranno eletti'. Nel documento, inoltre, sottolinea la gravità della situazione nel campo dei diritti umani, dello sfruttamento delle risorse naturali, dell'emarginazione economico-sociale e della 'sinizzazione culturale', esprimendo quindi una decisa condanna della politica cinese e chiedendo alla giunta una serie di impegni, tra i quali l'allineamento alle risoluzioni delle Nazioni Unite. Si invita poi il governo cinese a rispettare i diritti fondamentali di tutte le minoranze etniche in Cina e a rivedere il suo piano di sviluppo economico in Cina, invitando infine il Comune di Modena ad aderire all'Associazione dei Comuni, Province e regioni italiane per il Tibet, trasmettendo l'ordine del Giorno all'Ambasciata cinese in Italia. Nel corso del dibattito Michele Barcaiuolo (An) ha sottolineato l'importanza di far emergere la situazione tibetana, annunciando che a breve porterà in Consiglio il tema delle Olimpiadi che si svolgeranno a Pechino: 'E' vergognoso che si facciano in quella città', ha detto, rammaricandosi poi del fatto che sulla questione tibetana il Consiglio con sia riuscito a produrre un documento condiviso. Secondo Achille Caropreso (Forza Italia) 'alla maggioranza non è andata giù l'espressione che fa riferimento al regime comunista cinese', sottolineando poi 'l'orgoglio giuridico rispetto al fatto che lo stesso Dalai Lama abbia auspicato per il Tibet 'un assetto come quello del Trentino Alto Adige'. Per Ercole Toni (Ds) 'sarebbe stato opportuno un documento unico, ma come sempre le sfumature fanno la differenza', mentre Enrico Artioli (Margherita) ha proposto ' per l'unificazione dei due documenti ' che nel testo fosse specificato che 'il regime è comunista, ma il regime economico è di tipo liberista'. Andrea Galli (An) ha sottolineato che 'il motivo per cui la maggioranza non ha presentato un proprio documento fino ad oggi è che quello di Esposito era condivisibile. Per questo motivo ne hanno fatto uno della maggioranza. Non andava giù il fatto che si dica che quello era un regime comunista e che oggi è un regime liberista, in cui si concilia l'assoluta libertà economica all'assoluta mancanza di libertà politica. Nel documento della Rossi mancano le motivazioni per cui la Cina ha invaso il Tibet ' ha continuato Galli - Per questo il documento perde dignità politica. Avete avuto un anno di tempo per fare un vostro documento e l'avete presentato oggi, è uno di quei documenti per permettere alla maggioranza di salvarsi con la foglia di fico del voto ad un proprio documento. Siccome però noi crediamo alla buona fede della consigliera Rossi, noi voteremo questo documento'. In fase di replica Rosa Maria Fino (Società Civile) ha ricordato 'le grandi torture che subiscono le donne tibetane, in particolare le monache, non solo di disconoscimento del Dalai Lama, ma anche di natura sessuale di un efferatezza indicibile'. Ivo Esposito (Forza Italia), infine, ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo ad entrambi i documenti: 'Per noi ' ha spiegato - il tema è più importante della forma'.

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