23/05/2006

MUTUO SOCIALE PER ACQUISTO CASA, RESPINTA PROPOSTA DI AN

Voto contrario della maggioranza ad una mozione presentata da Michele Barcaiuolo
Il Consiglio comunale di Modena ha respinto con il voto contrario della maggioranza e il voto favorevole dell'opposizione una proposta di Alleanza Nazionale che prevedeva di impegnare il Comune di Modena a farsi promotore presso la Regione Emilia Romagna di un progetto per dare vita all' 'Istituto Regionale per il Muto Sociale'. Obiettivo sarebbe stato quello di 'creare un ente regionale che costruisca case e quartieri a misura d'uomo con soldi pubblici e che venda a prezzo di costo queste case a famiglie non proprietarie con la formula del mutuo sociale: ovvero una rata di mutuo senza interesse, una rata che non superi 1/5 delle entrate della famiglia, una rata che viene bloccata in caso di disoccupazione, una rata che non passa attraverso le banche. In base a questo progetto, se la famiglia ha entrate per 1000 euro, la rata del mutuo sociale è di 200 euro mensili'. La proposta, illustrata dal capogruppo di Alleanza Nazionale Michele Barcaiuolo prevedeva anche l'impegno da parte dell'Istituto di 'costruire nuovi quartieri con modelli di bioarchitettura tradizionale', utilizzando per la costruzione i terreni gratuiti del pubblico demanio e istituendo bandi di concorso fra giovani architetti e istituti universitari'. Barcaiuolo, oltre ad aver ricordato che 'in qualità di ente pubblico l'Istituto non mira al profitto', ha sottolineato che 'questo permetterà di vendere la case costruite a reale prezzo di costo. Secondo alcune stime il prezzo finale di una casa di 100 metri quadrati sarà di 100mila euro'. La proposta di An prevedeva anche che le case fossero assegnate a famiglie non proprietarie e che l'accesso alla formula del mutuo sociale fosse diretta 'solo alle famiglie con cittadinanza italiana e residenti da almeno 5 anni nella regione', finanziando il progetto 'utilizzando inizialmente i fondi regionali a disposizione per l'emergenza abitativa, per le politiche di edilizia residenziale pubblica e i fondi europei specifici'. In fase di dibattito Danilo Bassoli (Ds) ha spiegato i motivi del 'no' della maggioranza, dichiarando che 'leggendo il documento di Alleanza Nazionale si è portati a due riflessioni. Innanzitutto, guardando la data di presentazione ' cioè del luglio 2005 ' mi chiedo come mai il governo del centrodestra, che all'epoca era in carica, non abbia creato le condizioni per interventi di questo tipo in favore delle Regioni. In secondo luogo, non mi piace il presupposto che al bisogno della casa si risponda solo con la proprietà della casa. La Costituzione dice che le persone hanno diritto al casa, non alla proprietà della casa. Il problema è che è sempre mancata una politica nazionale di contenimento dei prezzi per gli affitti. E' una palese incoerenza del governo precedente, che ha azzerato i fondi che aiutavano le situazioni di disagio. Quindi una cosa importante rischia di diventare demagogica visto che da parte del governo precedente non è stato fatto nulla in questo ambito. Ci vogliono invece politiche per favorire il diritto alla casa dove potere abitare e, per chi ne ha l'interesse, ad acquistarla. Noi siamo tra i pochi comuni che portano avanti le politiche delle case Peep, vincolando ad esempio i privati nell'assegnazione delle aree perché almeno il 20% degli edifici siano destinati all'affitto. Questa percentuale oggi viene addirittura alzata. Queste sono politiche serie che a Modena hanno avuto effetto'. Andrea Galli (An) ha aggiunto che 'noi crediamo che su questo tema sia competente la Regione, non ci interessa parlare di governi passati o futuri. Il problema è la possibilità di avere una casa di proprietà da lasciare anche ai propri discendenti. I fondi che vogliamo che vengano usati sono fondi regionali, oltre che quelli europei specifici. Riconosciamo che il Comune di Modena è stato il primo della classe rispetto a molti comuni del Sud. Però per alcuni decenni i cittadini dei Peep sono stati affittuari, mentre noi chiediamo che siano proprietari dal primo giorno. Nella nostra società il 70% dei cittadini sono proprietari, quindi è una spinta sentita dalla stragrande maggioranza della cittadinanza. L'altro 30% non ha i mezzi per accedere ad un mutuo bancario ed è qui che si innesta il nostro progetto di mutuo sociale. Il nostro Ordine del Giorno ha le caratteristiche per dare opportunità a tutti'. L'assessore all'Urbanistica Daniele Sitta ha invece dichiarato di 'apprezzare l'attenzione al tema della casa sollevato dal documento di An, ma c'è un difetto di impostazione, che è quello della demagogia quando si afferma che solo la proprietà rappresenta il riconoscimento del vero diritto alla casa, ma anche quando si definisce un livello di intervento basato su numeri che nella realtà non esistono. Si raccontano cose che non stanno né in cielo né in terra. In Europa a queste cifre nessuno costruisce le case, le condizioni sono lì davanti a tutti, i valori più bassi sono nei bandi Peep che sono visibili a tutti. Vuol dire che non si sa neanche di fare neanche di conto. Un mutuo di 100mila euro per 30 anni significa 500 euro al mese al tasso del 4,5%. Rispetto a questo tema la Regione ha previsto mutui a tasso zero, abbattendo gli affitti di circa 100 euro al mese. Il resto sono fandonie, è un inganno inaccettabile. Noi con le nostre politiche Peep metteremo a disposizione il terreno gratuitamente, azzereremo la rendita immobiliare con soggetti no profit e con accordi con gli istituti finanziari arriveremo ad affitti a 350 euro al mese, che è la minima cifra possibile. Il resto sono fandonie e non è serio porre le questioni in questi termini. Per Achille Caropreso (Forza Italia) 'il fine del documento è plausibile. Io avrei voluto sentire dalla maggioranza qualcuno che sottolineasse il fatto che questi alloggi sono destinati solo a famiglie italiane. La mozione tocca il tasto della casa e, quando si parla di questi temi, non si può che essere favorevoli, anche se avrei desiderato la valutazione dello spirito della mozione e non degli aspetti tecnici'. Avaro Colombo (Prc) ha aggiunto che 'la proposta parte da una premessa condivisibile, cioè del diritto alla casa per le fasce più deboli. Però non si possono confondere il diritto alla casa con il diritto alla proprietà, sono cose diverse. Oggi famiglie a basso reddito hanno difficoltà a pagare l'affitto. Negli anni si è modificata la situazione degli sfratti e la quota è cresciuta sul fronte della morosità, cioè di chi ha difficoltà a pagare l'affitto e questa è la parte in cui dobbiamo intervenire. L'Italia ha il più basso tasso di edilizia pubblica, con percentuali del 5%. Compito dello Stato è garantire una casa, un tetto alle famiglie. L'emergenza è questa, spostare l'indice di questa edilizia residenziale pubblica. Le politiche di Modena tendono a dare una risposta, mettendo in campo politiche differenziate, rilanciando i Peep, senza dimenticare quanto si spende sul fondo sociale per l'affitto nonostante i ritardi gravissimi dello Stato centrale. Dispiace anche il riferimento alla cittadinanza italiana, che è un aggravante nel nostro giudizio negativo del documento'. Ivo Esposito (Forza Italia) ha sottolineato che 'ogni cittadino deve poter morire tra le mura delle propria casa. Per noi il diritto di proprietà deve essere riconosciuto a priori. Quanto al governo Berlusconi, ricordo le numerose attività e gli incentivi su questo tema, dal fondo per le giovani coppie allo sconto fiscale per le ristrutturazioni, solo per citarne alcune. L'intervento c'è stato'. Maurizio Dori (Ds) ha invece sottolineato che 'quando come delegato Cocer mi sono recato dal governo per capire la predisposizione per le Forze di Polizia, mi hanno detto che l'80% del Tfr sarebbe stato devoluto all'acquisto prima casa. Non chiedevamo il 100% del mutuo. Eppure non ci hanno dato nessuna garanzia. Una cosa è certa: quando parlate di agevolazioni che avreste fatto, dimenticate alcune cose. Gli interventi sull'Iva sulla prima casa sono dei governi precedenti a Berlusconi'. In fase di replica Michele Barcaiuolo ha detto che 'in molti interventi si è andati fuori tema. Fa parte del nostro Dna il fatto che la casa sia al centro dei diritti dei cittadini, ma anche che i cittadini italiani debbano avere una precedenza nel momento in cui dovessero acquistare le case. Quanto ai numeri fatti da Sitta, io rivendico che non sia demagogica. E' un progetto nazionale che ha all'interno decine di professionisti che hanno studiato. Nel dispositivo si chiedeva solo di farsi promotori presso la Regione a studiare questa possibilità di mutuo, questo chiedevamo. Ma vedo le barricate quando invece ci vorrebbe un atteggiamento diverso, guardando al dispositivo dell'Ordine del Giorno, non alle politiche nazionali'.

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