08/05/2006

PRIMO ANNO DI BILANCIO PARTECIPATIVO, OK DEL CONSIGLIO

Approvata la delibera che indica anche le linee di indirizzo per il prossimo anno. Il resoconto del dibattito con tutti i pareri dei Consiglieri comunali
Il Consiglio comunale di Modena ha approvato con il voto favorevole della maggioranza e Udc, l'astensione di Forza Italia e An e il voto contrario di Modena a Colori e Lega Nord la delibera sulla rendicontazione del primo anno di sperimentazione del bilancio partecipativo e sulle linee di indirizzo del secondo anno di sperimentazione, illustrate in aula dall'assessore al Bilancio Francesco Raphael Frieri. Il dibattito è stato aperto da Achille Caropreso (Forza Italia), che ha dichiarato che 'verrebbe da storcere il naso. La presenza di cittadini stranieri è stata ridotta all'osso, così come è stata ridotta la partecipazione delle donne. Anche un collega della maggioranza in sede di commissione ha posto il problema del rapporto costi-benefici dell'esperienza del bilancio partecipativo. Detto questo, va anche sottolineato che l'esperienza è nuova. C'è stato uno scetticismo iniziale, poi un po' di interesse e quindi una successiva fase di stasi. In ogni caso, non si possono ignorare le proposte che i cittadini hanno avanzato e che denotano gli interessi manifestati. Si va dal ripristino ad uso spettacoli dell'area dell'ex Cinema Italia alle proposte relative alla sede del Sert, dal censimento degli alloggi sfitti alla possibilità di caricare le bici sull'autobus, dal sostegno alla residenza degli anziani in centro storico al servizio a domicilio sempre per gli anziani. Insomma, c'è una sensibilità da parte dei cittadini che hanno partecipato alle assemblee. Il mio quesito a questo punto è: dare fiducia a questo interesse manifestato da parte dei cittadini, anche se la partecipazione non è stata alta' Oppure se dare un rilievo fondamentale ai dati numerici'. E' stata poi la volta di Eugenia Rossi (Ds), secondo la quale 'non si può non essere d'accordo con i principi che hanno dato il via a questa sperimentazione, che è un percorso strutturato e non occasionale, una formula che ha permesso di andare contro le piccole o grandi lobby, attenendosi infine ad un obbligo di rendicontazione. C'è un inversione di tendenza sulla democrazia diretta a Modena rispetto a quanto accade nel panorama internazionale odierno. Tutti ci siamo posti il problema se questa sperimentazione diventi fattiva ed efficiente. Molto è dipeso dalla differente situazione personale, ma è ugualmente vero che le richieste sono in linea con le decisioni amministrative e questo non può farci che bene, anche se qualcuno ' proprio per questo ' può dire che si tratta di uno strumento inutilmente costoso. Però può risolvere il problema di correlazione tra il singolo, le consulte e le associazioni, che viene risolto con questa catena orizzontale e verticale in cui la presenza futura delle commissioni consiliari è sicuramente una buona soluzione. La partecipazione dei più deboli e dei giovani è forse un limite, così come il passaggio dalla proposta alla fattibilità, ma anche l'aggravio del personale amministrativo. Secondo me ' ha continuato ' bisogna chiarire che si parla di bilancio e questa è un'occasione per creare una coscienza collettiva e una condivisione dei programmi, per far uscire i cittadini dall'interesse personale. Dobbiamo pretendere la partecipazione non solo dell'assessore al Bilancio, ma anche di altri assessori. Propongo quindi che nel prossimo anno possano partecipare anche i presidenti di commissione, mettendo poi sul piatto i temi di cui i cittadini sono meno preoccupati, nel senso che non sono abituati a partecipare alle decisioni, come l'ambiente o la cultura. Si vede che c'è una tendenza a fare delle proposte di zona, più che sul territorio della città intera, e questo è un equivoco che dobbiamo togliere. Senza creare delle illusioni, credo che si possa proseguire con la sperimentazione, con alcuni accorgimenti che migliorino la struttura anche in una chiave di autocritica per essere veramente efficaci alla fine'. L'assessore al Centro Storico Stefano Bonaccini ha aggiunto che 'si è tentato di mettere in campo un progetto che considero assolutamente positivo che desse il via una forma di sperimentazione alle scelte di bilancio, con l'obiettivo di sistematizzare il coinvolgimento dei cittadini, nel solco di una lunga tradizione modenese di continuo confronto con i cittadini. Il bilancio partecipativo non serviva ad aumentare la consapevolezza dei modenesi a dibattere sui loro problemi, quanto nel tentare di dare un ulteriore banco di discussione con un regolamento che uscisse dai canali tradizionali, quindi non solo sui singoli problemi o sulle proteste. Le assemblee sono andate bene, anche se non sono mancate le critiche. Si deve proseguire, correggendo alcuni problemi di percorso. Da questo punto di vista, quindi, si può provare a capire se in questo modo si può portare ad un arricchimento ulteriore delle modalità di partecipazione dei cittadini alle scelte della città, lavorando per un maggiore coinvolgimento degli stranieri, delle donne e dei giovani'. Michele Barcaiuolo (An) ha sottolineato che 'An, nel momento in cui fu esposto il progetto di bilancio partecipativo, era moderatamente entusiasta sull'obiettivo, ma fortemente critico sul metodo. Il nodo vero, anche oggi, è il ruolo del rapporto con i consigli di circoscrizione. La scarsa partecipazione dei giovani, inoltre, non si può ricondurre ad una generale distanza dei giovani dall'interesse alla partecipazione. Il fatto è che l'amministrazione ha diminuito il ruolo dei Consigli di circoscrizione. E poi, come si fa a pensare a un numero elevato di cittadini quando il coordinamento di tutta la struttura non prevede un membro dell'opposizione' Alcuni risultati sono stati negativi, e sottolineo alcune carenze di alcune categorie importanti. Detto questo, il principio lo condividiamo, quindi auspichiamo di provare a migliorare, riproponendo le idee già illustrate l'anno scorso, mettendo i cittadini nelle reale situazione di poter contare, a cominciare dalle circoscrizioni dove il parere espresso dai cittadini non è vincolante per le decisioni'. Baldo Flori (Modena a Colori) ha invece apprezzato 'il rigore con cui la proposta è stata presentata e successivamente gestita.. Credo alla buona fede dell'assessore e gli dò atto di aver mantenuto l'impegno a rendicontare, non vedo l'obiettivo di voler manipolare la partecipazione, però non credo che la volontà della maggioranza sia di stimolare la partecipazione, ma di perseguire soprattutto il consenso. La vicenda dell'inceneritore e quella della mostra di Covili dimostrano che siano ben lontani dalla partecipazione reale. L'assessore ha l'obiettivo di mettere in piedi un'innovazione rispetto alla partecipazione 'alla modenese', marcando anche una differenza della propria forza politica. Mi chiedo: rispetto ai risultati, basteranno degli aggiustamenti o c'è una debolezza strutturale' Io penso che il tiro sia troppo alto rispetto all'obiettivo e l'esperienza non è riuscita a decollare. Partendo dalla premesse teoriche, giuste, si pensa di attuare un progetto scientifico basato su un bagaglio di letteratura, ma è stata solo un'esercitazione, debole però sul piano politico, senza far nascere nessun laboratorio politico nuovo, che forse era l'obiettivo. Dietro la scarsa partecipazione c'è altro, c'è la crisi dei partiti, delle organizzazioni di massa, la sfiducia nel paese. Pensare di rimontare questa montagna di dubbi con questa esperienza è un'operazione velleitaria, un po' illuministica. Non ci convince il fatto di pensare di rilanciare una partecipazione individuale teorizzando 'il cittadino sfuso', cioè che non sia rappresentato in altri momenti. E' interessante e sorprendente, ma personalmente ritengo invece che siano i movimenti collettivi che contano, non i singoli. La relazione sottolinea l'esigenza di favorire la partecipazione delle categorie più deboli, ma non mi pare che ci si sia riusciti, né che si possa ottenere con gli aggiustamenti proposti'. Flori ha poi criticato il 'linguaggio sfumato' della relazione, che nasconderebbe risultati non all'altezza di quelli perseguiti: 'C'è stato un grosso lavoro organizzativo ' ha detto Flori ' Ma è il risultato che mi pare molto debole. Sul piano politico, inoltre, ci sono alcune ambiguità. Vorremmo infatti capire che ruolo ha avuto il Consiglio comunale, ma c'è anche il problema del coordinamento con la struttura comunale, come cioè la macchina comunale risponda alle sollecitazioni. Rimane insomma prioritario il problema della raccolta delle sollecitazioni, per capire se sia in grado di far contare politicamente i cittadini più di quanto abbiano contato fino ad oggi'. Nel dibattito è poi intervenuto Sergio Celloni (Udc), dichiarando che 'voterò a favore, con alcune forti riserve che continuo ad avere. I cittadini si sentono isolati e questo si vede anche nei risultati di questa esperienza. Io penso che un buon amministratore conosca già i problemi della città e non vorrei che si cercassero semplicemente dei consensi per il fatto che si dà voce al cittadino. Quando ci fu l'approvazione del bilancio ' ha aggiunto ' ho chiesto fondi per i consigli comunali tematici, perché sono occasioni che trattano alcuni temi in modo approfondito, occasioni per persone che portano le loro realtà e le loro esigenze. Un'amministrazione attenta deve guardare ai problemi reali'. Ubaldo Fraulini (Ds) ha dato un giudizio positivo all'esperienza, sottolineando però la necessità di alcune modifiche: 'C'è bisogno di una comunicazione, ma anche di un accesso dei cittadini ai contenuti dell'attività amministrativa, così come della valorizzazione delle richieste del cittadino. La partecipazione libera e democratica dei cittadini è una cosa diversa della partecipazione delle associazioni. C'è quindi bisogno di ascoltare direttamente i singoli cittadini, dando opportunità ' ad esempio ' attraverso una giornata di ricevimento al pubblico in Comune, sarebbe un segno di ascolto e partecipazione. Bisogna ricevere e valutare le proposte, accettare sempre il confronto e bisogna dare risposte motivate. Il lavoro è stato positivo, ma va migliorato, stimolando il cittadino a partecipare, evitando che questa idea si possa tramutare in un rituale vuoto. Il salto di qualità è quello di collegare il bilancio partecipato al bilancio vero. La giunta, quindi, deve formare il bilancio contestualmente al bilancio partecipato, accogliendo o respingendo le proposte, motivando le scelte. Così si dà peso al bilancio partecipativo'. Fraulini ha anche sottolineato che 'è sempre valido il motto 'un buon amministratore deve avere uno strabismo virtuoso', cioè un occhio che guarda la quotidianità dei cittadini, l'altro che invece guarda lontano e progetta il futuro della città. In quest'ottica la partecipazione attiva è fondamentale. E' vero, siamo abituati a misurare i costi, ma dobbiamo valutare anche i benefici, che ci sono. Quindi noi diciamo che si deve andare avanti, migliorando con le proposte di cui ho parlato'. Ivo Esposito (Forza Italia) ha detto che nel progetto 'c'è molto idealismo, ma il problema è che fra la realtà e la politica c'è differenza. La politica, infatti, non affronta la realtà, ma solo la propria realtà. Questo non è un modo di porsi in maniera giusta, con le parole giuste. Invece qui c'è molto politichese. Abbiamo raggiunto solo chi già di politica mastica e ne capisce, senza raggiungere anziani, giovani, i ragazzi che ogni giorno si alzano e sono stufi del politichese. Un progetto di democrazia diretta che in otto incontri interessa 456 cittadini è un fallimento dal punto di vista politico. Se si vuole tentare di recuperare il rapporto con la gente, questo non è il modo giusto. Sfido qualunque cittadino a leggere la relazione e a capirci qualcosa. La politica non è dei professionisti. La politica deve essere di chi ha davvero voglia di risolvere i problemi'. Giancarlo Montorsi (Prc) ha aggiunto che 'quando si è dato il via al progetto, si accettava la sfida di affrontare a viso aperto la sfida della crisi della politica e della partecipazione, in un contesto internazionale di crisi, in cui ' nell'ambito della globalizzazione ' si capiva che era chiara la necessità di ripartire dagli elementi più tangibili. Vedo però che molti fanno riferimento alla scarsa partecipazione dei giovani e degli stranieri. E' vero, però ' per evitare il populismo ' va chiarito il contesto. Come possiamo pensare che un progetto che interviene sulla cittadinanza straniera possa nel giro di pochi messi modificare un rapporto che è frustrato da una consuetudine di anni in cui gli stranieri sono considerati solo braccia da lavoro da parte dello stato' Per i giovani, invece, la questione è più complessa. Nessuno nega che il progetto non abbia bisogno anche di un rapporto con i giovani. Però nella capacità di individuare i limiti della sperimentazione ci sono anche i presupposti per cui questi limiti possono essere affrontati anche in futuro. L'esperimento, ricordiamolo, è stato fatto in piccole zone e quindi è naturale che i cittadini abbiano interiorizzato questa disponibilità solo relativamente alla propria zona. Dire che l'esperimento non è decollato, è ingeneroso. Interessante, invece, è la proposta di Fraulini, cioè di aumentare la relazione tra il bilancio partecipativo e il bilancio vero. Chiudo dicendo che una macchina comunale come quella di Modena non è uno strumento semplice da ricodificare per rendersi funzionale e per rispondere alle esigenze dei cittadini e, quindi, se ne deve tenere conto in sede di valutazione dell'esperienza. Infine, per valutare il progetto, bisogna anche valutare quanto l'amministrazione riuscirà a non frustrare le richieste attraverso il proprio governare quotidiano la città'. L'assessore al Decentramento Simona Arletti ha poi dichiarato che 'il 40% di donne presenti è comunque positivo. Confermo la positività di uno strumento incardinato sul decentramento, in cui l'obiettivo è di tenere insieme proposte che partono dalle piccole zone, dando a quei cittadini un orizzonte più ampio. Barcaiuolo dice che le circoscrizioni danno solo pareri non vincolanti, però voglio ricordare che stiamo lavorando per coinvolgere le circoscrizioni a monte delle decisioni. Condivido anche la proposta di Fraulini, in modo che il progetto incida davvero nella formazione del bilancio triennale, altrimenti è meglio non perdere tempo. Quindi la sfida è legare il bilancio partecipativo al successivo bilancio triennale'. Alvaro Colombo (Prc) è intervenuto sottolineando che 'nel momento in cui si è proposto il progetto, si coglieva la crisi della partecipazione, cercando di dare una riposta, un tentativo di risposta concreta, misurandosi con una categoria che poneva al centro l'individuo. Per noi è un salto qualitativo e culturale. Io però non dò una lettura riduttiva dell'individuo, inteso come isolato in un contesto ricco di opportunità. Parliamo di un individuo in grado di relazionarsi in primo luogo con i suoi simili, che partecipa della realtà in cui vive. Vogliamo che il processo di partecipazione parta dalla consapevolezza che il singolo cittadino è in grado di leggere la complessità sociale e, da questo punto di vista, non sono sorpreso dal fatto che ci siano proposte che facciano riferimento a problemi zonali. Forse è un ambito di lettura riduttivo, ma è chiaro che questo porta un domani ad un'uscita dalla dimensione locale per riuscire a leggere la complessità cittadina. E questo va sostenuto. In questo percorso c'è un doppio processo di responsabilizzazione, quella del cittadino che coglie le contraddizioni in cui vive e quello della macchina comunale che si impegna a dare risposte, momento per momento, in un rapporto dialettico con i cittadini. In questo sta il significato più profondo del progetto. Quanto alla partecipazione dei giovani, bisogna capire che per una serie di motivi vivono in una situazione di minorità, di grande precarietà del lavoro e che non consente una crescita autonoma. Questa mancanza di sicurezza è alla base della mancata partecipazione dei giovani'. Andrea Leoni (Forza Italia) ha dichiarato che 'non si può non salutare con simpatia questa illusione velleitaria e utopica. Il sistema di potere di questa città sta tentando e tenta di porre i propri germi e le proprie basi per fecondare la macchina comunale asfittica che fa fatica a interpretare le reali esigenze dei cittadini. Sono parole che non possono non trovare orecchie per ascoltare. Ma le mancanze di discussione in Consiglio, nelle circoscrizioni e nella stessa giunta ci preoccupano e richiedono uno sforzo importante che da parte dell'opposizione ci sia stato. Ma è uno sforzo che vedo in misura minore nella maggioranza. E' vero che è stato fatto, ma è stato fatto con tanti mal di pancia nella maggioranza. E' importante essere realistici, ma l'idea di scardinare un sistema basandosi su poco più di 400 persone che partecipano alle assemblee, fa pensare a Davide contro Golia e mette in luce la difficoltà rispetto a questo strumento. E' un metodo che forse non è giusto. Ci sono cose che vanno migliorate perché noi teniamo molto al giudizio dei cittadini,. Siamo disponibili a trovare soluzioni, perché i cittadini possano manifestare le loro esigenze. Da questa parte, quindi, ci sono orecchie pronte, ma è evidente che qualche cosa non ha funzionato, perché siamo qui a parlare un po' eufemisticamente di soddisfazione. E' evidente che la cosa non finisce oggi, c'è un programma più ambizioso. E' certamente positivo che siamo qui a fare la rendicontazione, ma fondamentale sarà la capacità dell'amministrazione di dare risposta a cittadini'. In fase di replica l'assessore al Bilancio Frieri ha concordato con Flori che 'molti dei temi che lei ha sottolineato, sono anche i temi su cui noi stessi intendiamo porre attenzione. Ma io mi chiedo: una democrazia che si organizza attraverso le attività di lobby funziona' Io penso di no. Quindi non è vero che lasciando fare all'autoorganizzazione l'amministrazione riesca poi ad arrivare a delle decisioni. Ecco perché abbiamo visto nell'uguaglianza dei cittadini il principio da cui partire per il bilancio partecipativo. Sarà illuminista, ma la speranza è che i bisogni personali diventino bisogni collettivi. Noi siamo tra le prime grandi città che si muove in questa direzione. Non c'è un manuale, quindi si sta imparando. Io contemplo anche l'eventualità del fallimento. Questo è un modo di porsi rispetto alle sperimentazioni. Sarà questo stesso consiglio a dire se questa sperimentazione dovrà proseguire e se siamo riusciti a garantire la vera appartenenza dei cittadini alla politica '. In fase di dichiarazione di voto Mauro Tesauro (Verdi) ha annunciato voto favorevole all'esperienza, dichiarando che 'supporteremo questo atto, così come sempre abbiamo difeso i luoghi e i momenti di condivisione delle scelte, anche se a volte con atteggiamento altalenante come nel caso delle consulte. L'auspicio è che l'esperienza cresca ulteriormente'. Anche Antonio Maienza (Udeur) ha annunciato voto favorevole, sottolineando che 'a Modena si deve fare un salto di qualità, passando dalla teorizzazione della politica ai fatti, coinvolgendo ancora di più i cittadini. Quando la partecipazione viene dal basso, c'è un arricchimento per tutti e bisogna quindi saper cogliere la novità di questo progetto'. Rosa Maria Fino (Società Civile) ha aggiunto che 'la sperimentazione è senz'altro apprezzabile e da continuare. Occorrerà migliorare il percorso, così che giovani, donne e immigrati siano stimolati a partecipare', seguita da Michele Barcaiuolo (An) che ha ricordato che 'al moderato entusiasmo dell'anno scorso, segue la perplessità sul metodo. Il nostro voto sarà di astensione, con la postilla che questa sarà l'ultima astensione. Dal prossimo anno, in base ai risultati, daremo voto favorevole o contrario'. Sergio Rusticali (Sdi) ha annunciato voto favorevole, sottolineando però che 'pur riconoscendo la novità del progetto, credo che non vada enfatizzata la fase di sperimentazione e che, d'altro canto, non vada neppure strumentalizzata, recuperando elementi che sono emersi sul dato della partecipazione, dando gambe a ciò che i cittadini hanno manifestato nel momento della partecipazione'. Adolfo Morandi (Forza Italia) ha invece annunciato l'astensione del proprio gruppo, perché 'non si può essere negativi sul fatto che esistano delle forme di ascolto ulteriori per i cittadini, anche se il report che ci è stato consegnato è modesto, con scarse indicazioni rispetto a ciò che è stato recepito in seguito alla consultazione con i cittadini'. Mauro Manfredini (Lega Nord) ha annunciato il voto contrario, precisando che 'con il bilancio partecipativo si vuol far credere che il cittadino possa contare, ma non è così. La gente si è disaffezionata alla politica proprio per il modo in cui viene proposta. Come si può chiamare questo bilancio 'partecipativo' se la gente non viene ascoltata'' Baldo Flori (Modena a Colori) ha invece dichiarato di 'non condividere l'ottimismo di maniera e che, perciò, il bicchiere è mezzo vuoto. I risultati non sono arrivati '.

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