03/07/2006

'GIORNO DELLA LIBERTA', IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Tutti gli interventi dei consiglieri nel corso della seduta del 29 giugno
La presentazione dei due Ordini del Giorno presentati da maggioranza e opposizione sul 9 novembre, proclamato 'Giorno della Libertà' con la legge 61 del 2005, ha dato il via ad un lungo dibattito, ad iniziare dall'intervento di Michele Barcaiuolo (Alleanza Nazionale) che ' presentando il documento dell'opposizione ' ha sottolineato come 'Il Giorno della libertà dei popoli europei, che cade il 9 novembre - anniversario della caduta del muro di Berlino ' rappresenti la liberazione dal regime comunista dei paesi dell'est. Il dispositivo del nostro documento lascia ampi margini ' ha sottolineato Barcaiuolo ' Sappiamo che altri muri vengono costruiti. Il tema va affrontato nei modi che è giusto dare, collegandolo anche a fatti spiacevoli come il muro di Israele, ma non esagerando nel modo in cui si vuole capire quello che è il significato politico che il crollo del muro ha avuto. Ricordo anche la dimensione europea del significato, che ha favorito in seguito l'allargamento a 25 stati e sta realizzando ciò che per intere generazioni era solo un sogno'. E' stata poi la volta di Giuseppe Campana (Ds) che ha illustrato il documento della maggioranza, evidenziando da subito 'il carattere strumentale della legge votata a suo tempo dalla ex maggioranza del parlamento. Per quel motivo l'Unione non la votò. E' strumentale il riferimento al comunismo, quindi critico l'ordine del giorno di Barcaiuolo. Il carattere strumentale si rilette in una lunga marcia verso il revisionismo di ciò che riguarda il fascismo. Contestualmente era stata anche presentata la legge di equiparazione di partigiani e repubblichini. I crimini, i fallimenti e le catastrofi politiche di ideologie totalitarie ' ha ribadito Campana - non si elidono a vicenda, si assommano. Il testo votato dalla ex maggioranza è di per se un testo che consente un'apertura 360 gradi nei confronti dei totalitarismi presenti e passati, in una prospettiva culturale e storica altrettanto ampia'. Secondo Campana 'incombe la responsabilità di accostarci ai crimini del secolo scorso con la stessa capacità di sommare insieme, senza reticenza, i crimini da qualunque parte siano venuti. Nonostante l'Unione abbia votato contro questa legge, che è legge dello stato, io credo che a questo punto vada considerata una cosa con cui misurarci, per preservare la memoria di tutte le generazioni del secolo passato, per una riflessione storica e filosofica impegnando le scuole, nel pieno rispetto delle autonomie. In terzo luogo la legge ci permette di vigilare sul futuro. L'analisi senza reticenza sul passato deve essere funzionale ad un impegno di vigilanza per il futuro contro nuove ed insidiose forme di totalitarismo. Nel '30 i totalitarismi di destra e sinistra si distinsero per un uso geniale della radio. Oggi le cadute di livello democratico del paese fanno riferimento alla televisione'. Campana ha anche ricordato che 'veniamo da un recente rifiuto da parte degli italiani di una cambiamento della costituzione che molti hanno ritenuto gravemente autoritaria, lesiva del bilanciamento dei poteri istituzionali. Ogni strumento che ci invita alla vigilanza è da utilizzare a buon fine. E' un'occasione discutibile, però la discussione è occasione per andare a buon fine'. Ivo Esposito (Forza Italia) ha sottolineato che 'la caduta del muro ha un significato non politico, ma è un atto di libertà. Muro divideva fratelli e sorelle. Non riconoscere in coloro che hanno eretto il muro i fautori di questa libertà è disconoscere la storia. Il muro impediva alle persone di andare verso la libertà, era simbolo dell'oppressione, ci sono stati tanti tentativi di fuga. Festeggiamo la caduta del muro come esempio di rinnovamento delle famiglie tedesche, di una cultura millenaria che in quell'occasione ha riunito il patrimonio storico e sociale, diviso in maniera barbara con del cemento. Non capisco il problema di riconoscere che quel muro era strumento di divisione, un muro che negava la libertà. Era un simbolo, divideva i due blocchi'. Esposito ha sottolineato che 'anche il parlamento europeo ha dato la condanna internazionale di alcuni regimi comunisti. Il fatto che non vogliate riconoscere queste differenza, mi preoccupa. Perché non volete festeggiare con noi la caduta di un muro che era mancanza di libertà' Diciamo di essere per l'autodeterminazione, ma quel muro ha negato proprio questo, solo con la sua caduta si è avuta l'Europa. Bisogna dire pane al pane, vino al vino, è il simbolo di qualcosa che tutti diciamo di non volere, cioè la mancanza di libertà. Il muro voluto è stato voluto dal Partito comunista dell'Unione Sovietica. Non si può dare un nome diverso a quello che era un simbolo comunista'. Anche Achille Caropreso (Forza Italia) ha sottolineato che i due Ordini del Giorno 'hanno caratteristiche in comune. Il nostro, datato 3 novembre, parte dal presupposto della caduta dei muro come simbolo dell'oppressione. Non so chi vorrebbe ancora il muro. Bisogna capire se lo spirito della legge ha solo una funzione anticomunista o se invece, a partire da quello, non intenda invece mettere in discussione tutti i muri oggi esistenti. Lo stesso spirito lo trovo del documento dei colleghi di sinistra. Anche in questa ipotesi gli estensori, se lo vogliono, possono trovare un momento di incontro per evitare voti diversi a documenti su cui lo spirito di fondo è uguale'. William Garagnani (Ds) ha precisato che 'L'istituzione del Giorno della libertà è stata votata solo dagli esponenti del centrodestra. Si è trattato di una legge ad factionem , che si è andata ad aggiungere alle più note leggi ad personam e contra personam emanate dal governo Berlusconi. E' l'ennesima operazione politica tesa a colpire la storia del Pci e i partiti politici che discendono da quella storia, con l'aggravante di farlo in modo ipocritamente implicito. La Germania ' ha precisato Garagnani - non festeggia il 9 novembre 1989, come data simbolo della caduta del comunismo, ma il 3 ottobre 1990, quale Festa nazionale della riunificazione. La scelta non è casuale. La celebrazione del 9 novembre come festa nazionale della Germania si sarebbe potuta caricare di pesanti significati sottintesi: sarebbe stata o sembrata una rivincita contro i comunisti sovietici, ma di conseguenza anche una implicita valorizzazione dei nazisti, che contro quei comunisti avevano combattuto. I tedeschi però sapevano che avrebbero danneggiato il consolidamento della loro democrazia se avessero accettato un atto che fosse anche solo lontanamente sospetto di giustificare il nazismo. E non lo hanno fatto'. Garagnani ha anche aggiunto che 'In Italia il governo Berlusconi, appoggiato sul piano elettorale da diversi movimenti politici che si ispirano direttamente al fascismo, ha proclamato il 9 novembre Giorno della libertà, con il dichiarato intento di equipararlo (o di contrapporlo') al 25 aprile. Un'ironia della storia: il 5 novembre 1926 (giorno e mese quasi coincidono) Mussolini promulgò le leggi speciali che sanzionarono l'inizio della dittatura in Italia e con queste la creazione dell'istituto del confino di polizia per gli antifascisti, lo scioglimento di tutti i partiti di opposizione, la creazione della polizia politica segreta, la pena di morte per i reati politici, e l'istituzione dei tribunali speciali fascisti. E' evidente ' ha ribadito Garagnani - che l'istituzione del Giorno della libertà è solo a parole un omaggio alla libertà, ma in realtà si concretizza come parte di un progetto, neanche tanto mascherato, di riabilitazione del passato fascista: come non dimenticare infatti il tentativo di 'equiparare i repubblichini ai partigiani', o gli attacchi al movimento partigiano in occasione della celebrazione del Giorno del ricordo, che recentemente abbiamo dovuto vedere come iniziative della destra'' Secondo Garagnani 'da tutto ciò deriva l'importanza dello studio della storia . Invece la legge Moratti avrebbe rappresentato, se il governo Berlusconi non fosse caduto, una minaccia vera per la formazione storica e critica degli studenti. La Guida ai percorsi universitari, ad esempio, toglieva ai laureati in storia lo sbocco professionale dell'insegnamento e le Indicazioni nazionali per l'insegnamento della storia elencavano un inventario completo di contenuti e li formulavano tematicamente e concettualmente. Di fatto imponevano così agli editori di libri di testo di storia (che devono conformarsi alle suddette indicazioni per stare nel mercato) la selezione delle conoscenze secondo i voleri del governo. È stato anche ridotto il tempo di studio del Novecento e, in genere, nella scuola è stato ridotto il tempo dedicato alla storia'. Secondo Garagnani 'è da contrastare, da qualunque parte politica provenga, l'idea che si possano riversare sulla scuola 'Giornate'celebrative per veicolare, in modo più o meno subdolo, le mistiche politiche della coalizione di governo del momento, provocando l'avvilimento della conoscenza storica, ridotta al ruolo di plasmatrice di identità'. Il consigliere dei Ds ha concluso augurandosi che 'il discorso della storia torni nei suoi percorsi naturali e che le leggi che riguardano tutti i cittadini, anche la libertà contro il totalitarismo, non siano frutto di una sola parte, ma sia condiviso. Il popolo italiano ha di recente sbattuto la porta in faccia a chi voleva cambiare la costituzione solo con la maggioranza'. All'intervento di Garagnani ha risposto Andrea Leoni (Forza Italia) dichiarando che 'c'è qualcosa nel nostro paese che testimonia che non siamo una democrazia matura. Proprio quelli che ci chiedono di diventare una democrazia matura, sono gli stessi che sono epigoni di chi la democrazia non la riteneva il migliore dei sistemi possibili. E' incredibile ' ha detto rivolto ai banchi della maggioranza - ascoltare e sentire queste cose dette da Garagnani, che non collima con il vostro Ordine del Giorno - con un'ipocrisia vergognosa. Lei non dovrebbe nemmeno votare il suo Ordine del Giorno viste le sue affermazioni. Poteva essere una discussione tranquilla e pacata, noi con le nostre idee e voi che in modo surrettizio tentavate di dire cose diverse, ma poteva comunque essere una tessera di quel mosaico di cammino in cui le due parti si riconoscono a vicenda. Invece lei non riconosce chi nel paese rappresenta il 50% meno 24mila'. Leoni ha aggiunto che 'questa è politica dell'odio che oggi ha portato in aula, di delegittimazione, di cui si dovrebbe vergognare . Dire che sia una legge faziosa è fazioso in modo che non ha precedenti. Il nostro gruppo, che aveva intenzione di dare anche voto al vostro, pur vedendone gli aspetti subdoli, ora non lo voterà, a meno che il suo gruppo non disconosca le sue parole. Le dico che gente come lei che porta ad esasperazione inutile, a carichi di ideologia, non è la parte con cui vogliamo dialogare. Lei ha dato un pessimo spettacolo, il muro lo ha alzato lei. E' difficile trovare forme di collaborazione con chi non ci riconosce, e non riconosce il 50% dei cittadini. E' una politica contro quel 50%, una grave carenza politica, ma noi li difenderemo'. Anche Michele Barcaiuolo (An) si è detto 'perplesso quando ho letto l'Ordine del Giorno perché, per l'ennesima volta, vorrei giocare al 'trova le differenze'. Dopo Garagnani mi sento spaventato, anche a livello personale. Dice inesattezze, quando cita la Moratti, che però ha impedito che ci fosse la riforma Berlinguer che annullava lo studio della storia. Nessuno vuole equiparare repubblichini e partigiani ' ha concluso ' perciò stiamo attenti. Non ci sarà memoria accettata, condivisa, finché la ricerca storica sarà assoggettata alla vulgata. In tutto questo, poi, non capisco cosa centri il referendum costituzionale di pochi giorni fa. Io ho votato, però cosa centra' Forse perché io sono dell'idea che non saranno le mani dei padri a indicare il cammino dei figli. Ogni generazione si deve costruire la propria costituzione'. Barcaiuolo è poi tornato sulla differenza dei due documenti: 'Se trovate strumentale il riferimento alla parola comunista, va bene, ma avreste comunque fatto un altro Ordine del Giorno. Non avete avuto il coraggio di presentare un documento diverso dal mio che vada in direzione opposta. E qualcuno ha detto cose che mi spaventano. Per fortuna ' ha concluso Barcaiuolo - le giovani generazioni ' anche di sinistra ' guardano anche altro. Solo con le rappresentanze giovanili di sinistra si riuscirà a fare un discorso di memoria, se non condivisa, quantomeno accettata, che è il minimo comun denominatore per l'identità'. Alberto Caldana (Margherita) è intervenuto per dire che 'capisco che è caldo e non c'è nemmeno una delibera in discussione, però sono perplesso di fronte alla violenza verbale di Leoni e all'enfasi di Barcaiuolo. Mi verrebbe da dire, pensando a Leoni, che chi di spada ferisce, di spada perisce. Chi ha un lato ideologico, inevitabilmente si porta dietro un dibattito di questo tipo. Alcuni di minoranza ritengono che alla fine il tema sia sempre quello di riproporre temi ideologici stantìì. E' chiaro che tirare fuori ad ogni piè sospinto il comunismo - quando sappiamo che è un tema non attuale e demodé - se non ci fosse Berlusconi a ricordarlo, nessuno ne parlerebbe più. E' un tema totalmente ideologico nel senso deteriore del termine. Questo documento della maggioranza ha il pregio di riprendere la dicitura esatta della legge. Se parliamo di giorno della libertà e lo usiamo in modo ideologico e pensiamo che questo faccia fare passi avanti sulla libertà, ci sbagliamo. Il testo della legge è più avanti del vostro Ordine del Giorno. Capisco tutto, anche l'estate, però l'invito a Fi e An è a provare a concentrare il dibattito del consiglio su questioni meno ideologiche e più pregnanti per la vita di questa città, anche nei toni'. Andrea Galli ha risposto che 'l'Ordine del Giorno voleva ricordare uno dei momenti su cui si è formata la coscienza politica del nostro paese. Caldana ha un percorso politico nella Democrazia Cristiana che ha fatto dell'anticomunismo una delle proprie ragioni. Che oggi non se ne deve parlare, va bene, ma vanno ricordati tutti gli errori. La legge del 2005 che prende spunto dal muro, non ricorda un divisione, ma tutti quei popoli che da quel muro sono stati divisi. Quei popoli Caldana li ha difesi. 30 anni fa avrà partecipato a iniziative in fratellanza dei popoli. Oggi l'assessore Caldana si è dimenticato del giovane Caldana. Noi no. Quanto a Garagnani ' ha dichiarato Galli ' il suo è un intervento pretestuoso come tanti altri suoi interventi. Quanto all'Ordine del Giorno dei Ds, invece di dire 'siamo d'accordo' oppure no, vi limitate a presentare un documento che è una copiatura ridicola di quello che invece ha ragion d'essere. C'è chi per un posto di assessore provinciale ha venduto la propria anima. Nessun problema, è pieno il mondo di chi sputa sulle proprie convinzioni'. Galli ha poi sottolineato che 'se l'anticomunismo è demodé, qualche allarme richiama molti dei presenti a quel periodo storico. La legge è buona, è un risultato raggiunto dalla quasi totalità del parlamento. Irriderla è mancanza di rispetto di questo consiglio'. Caldana ha replicato che 'io scuso le persone, essendo estate forse scappano le parole e immagino che Galli si scuserà. Dire che uno vende le proprie idee per un posto di assessore provinciale e sputa sulle proprie convinzioni vuol dire utilizzare parole grevi. Questi toni non vanno bene e non servono a discutere nel merito le questioni che stiamo affrontando. Non ho bisogno di dimostrare di aver sempre messo impegno personale rispetto ai popoli dell'est. Ma su questi temi basta utilizzare la clava ideologica per dare un senso di soggettività delle vostre forze politiche. Smettiamola con gli insulti personali, stiamo al merito. Se i cittadini vedessero che passiamo il pomeriggio a parlare di questo e in questi modi, non sarebbero particolarmente edificati'. Anche Garagnani ha replicato, ricordando a Galli che 'è buona regola non definire gli interventi altrui senza averli ascoltati. E' greve e pretestuoso. Proprio lei, che mi accusa di questo, con le sue mani si condanna. Siccome mi aspettavo questa reazione, mi sono sobbarcato l'impegno di leggere il testo, anche perché volevo che anche le virgole fossero registrate. C'è chi mi ha violentemente insultato. A questi signori farò recapitare il testo stenografico e poi starà a loro decidere chi ha ragione'. Giuseppe Campana (Ds) ha invece spiegato di essere dispiaciuto dal fatto che 'Esposito non abbia ascoltato il mio intervento e con quale energia io abbia sostenuto la necessità della condanna dei totalitarismi a 360 gradi. Il suo discorso ha mostrato il non ascolto, un'assoluta distrazione. Però dico di aver vissuto nel 1961 con orrore la costruzione del muro. Niente mi ha indotto a cambiare idea su quell'orrore. Ho apprezzato la svolta di Dubcek, durante un'assemblea affollata. Ne discende che il 1989 io l'ho vissuto con gioia per liberazione di quei popoli. Leoni ha parlato di epigoni di quelle aberrazioni. Se si riferiva a me, anche a una persona importante come lui si può chiedere di tacere se non si è informati sulle storie delle persone. Concludo dicendo che la nostra mozione non è ridicola scopiazzatura, è diversa. Gi ultimi due capoversi sono una cosa diversa'. In fase di dichiarazione di voto Ivo Espositivo (Forza Italia) ha ribadito di aver chiesto 'che il voto fosse unanime perchè ritengo che non tutti i partiti comunisti sono uguali, riconoscendo al Pci una certa diversità. Le mie parole erano chiare. Rinunciate con noi a festeggiare la fine di un'epoca che ha visto la negazione di quei popoli. La caduta del muro ha permesso a decine di nazioni di partecipare alla costruzione dell'Europa'. Michele Barcaiuolo (An) ha annunciato il voto favorevole sia al proprio documento che a quello della maggioranza: 'Per la sostanza, basterebbe una limatura ' ha dichiarato - Per i modi, invece, riteniamo che ci verrebbe da non votare, ma abbiamo il senso delle istituzioni. Essendo sostanzialmente uguale al nostro, lo votiamo. Così diamo un'indicazione: ci sono documenti' Si votano i documenti. E votiamo a favore di tutti due, perché questa è la cosa più logica visto che abbiamo una coscienza e pensiamo che sia la cosa migliore da fare'.

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