14/02/2007

CULTURA, SERVONO PIU' MOMENTI DI CONFRONTO

In Consiglio comunale si discute di un progetto culturale per la città.


Modena ha bisogno di momenti e occasioni di confronto che permettano di condividere proposte e idee per far crescere e sviluppare un progetto culturale per la città. E’ quanto è emerso dal dibattito consigliare scaturito da un’interrogazione presentata sul tema da Modena a Colori. I consiglieri intervenuti e l’assessore alla Cultura hanno infatti sostanzialmente convenuto su questo punto.
Traendo spunto dalle proposte emerse dal convegno indetto sul tema della cultura dalla Fondazione del Monte – dal Piano strategico per la cultura al rifiuto di una logica di puro marketing territoriale, dal rilancio della cultura industriale, alla ricerca del pensiero libero e critico, all’esigenza di un rilancio del ruolo degli Enti locali nella promozione della cultura – il consigliere Baldo Flori ha chiesto quale ruolo intendesse avere la Giunta nel realizzare un progetto per la cultura nella nostra città. In particolare illustrando l’interrogazione “E’ interessata la Giunta a costruire o almeno a partecipare ad un progetto per la cultura della nostra città?”, firmata da Modena a Colori, il consigliere ha detto: “Ci aspettavamo una ripresa di attività per il rilancio culturale, non abbiamo visto nulla, la sensazione è quindi che la Giunta intende rinunciare ad avere un ruolo propositivo nella costruzione di un progetto culturale per la città”.
“Progettare, Condividere, Conoscere e Crescere” è la serie di parole con cui l’assessore Mario Lugli si propone di rendere il senso della ratio con cui l’amministrazione si sta movendo in ambito culturale: “Un ambito particolarmente complesso con molti risvolti e sfaccettature che richiederebbe di essere affrontato con molto più tempo a disposizione di quanto non sia consentito ora”. L’assessore ha quindi ricordato i grandi luoghi tra cui il progetto culturale intende muoversi: “dalla riprogettazione dell’area intorno a piazza S. Agostino con le tutte le ripercussioni che si avranno sull’attività e l’organizzazione di Palazzo dei Musei, alla ex sede Amcm con una grande operazione per la realizzazione del cinema multisala”. Ha inoltre sollevato anche altre questioni che hanno un ruolo importante: dalle mura della Mutina romana al Museo Enzo Ferrari, dalle manifestazioni per Antonio Delfini fino ad una mostra dedicata al modenese Paolo Campani che fu uno dei più importanti disegnatori dell’epoca di Carosello. “La logica sottesa è quella di valorizzare aspetti culturali che consentono di porre l’accento anche su aspetti di tipo diverso della nostra città, industriali e commerciali, elementi di valore che consentono di connotare Modena ci sono e sono temi che hanno un prestigio e un rilievo nazionale. A Modena abbiamo, inoltre, una serie di personalità riconosciute e stimate nel loro ambito a livello nazionale, mi riferisco a Aldo Sisillo per il teatro Comunale, a Pietro Valenti per l’Ert, a Michelina Borsari per la Fondazione S. Carlo, ad Angela Vettese nota direttrice della Galleria Civica e anche ad Alberto Morsiani per la cinematografia. Mi sarei sentito negligente se personalità del genere non fossero state coinvolte per elaborare un progetto culturale unitario”.
Achille Caropreso (Gruppo Indipendente) che chiede di trasformare l’interrogazione in interpellanza, interviene al dibattito introducendo il tema dei distretti culturali: “Si può parlare di distretto culturale modenese? Esiste una sorta di cultura con aspetti affini in un ambito culturale simile a quello provinciale”. Sottolinea inoltre due aspetti che ritiene importanti: “quello legato al progetto per l’ex Amcm e alla chiusura del cinema d’essay che ha grandi meriti per proiezioni di qualità che offre e che quindi occorre salvare, e quello connesso al grande evento poiché a Modena manca la grande mostra o il grande evento artistico in grado di attrarre visitatori da altre città”
Giuseppe Campana (Ds) sottolinea: “Credo anch’io che sia necessario ragionare con maggiore frequenza su questi temi e con un atteggiamento quanto più possibile propositivo. La chiusura dell’Embassy significa la fine di una lunga tradizione di ottimi film in lingua inglese e francese, un servizio importante per scuole, per i conoscitori delle lingue, per gli stranieri e tutti i cittadini. E’ una grave perdita e chiedo all’assessore di porvi rimedio nell’ambito della riorganizzazione della sede ex Amcm”.
Baldo Flori (Modena a Colori) propone quindi di affrontare meglio le questioni in Commissione dando una certa frequenza agli incontri. Ed entrando nel merito delle questioni aggiunge: “Occorre uno scatto; ho sentito l’analisi delle risorse umane qualificate di cui la nostra città dispone e l’elenco dei luoghi della cultura. Ma serve a poco avere tante personalità se non riusciamo a farle dialogare, le dichiarazioni della sovrintendente Bernardini dovrebbero preoccuparci: Modena è tanto vivace ma deve fare un salto di qualità, avere più coraggio, uscire dal provincialismo. E’ il momento di mettere in campo una proposta del Comune sul Sant’Agostino, dopo quella fatta mesi fa dall’Unione Industriali. Anche per quanto riguarda il multisala abbiamo perso molto tempo e ancora oggi non sappiamo quando partirà. Inoltre, il Comune è chiamato ad intervenire in modo più massiccio rispetto al passato su mostre e iniziative perché la Fondazione non intende più occuparsene”.
Il vicesindaco Lugli in conclusione sottolinea: “trovo particolarmente utile questo confronto e auspico maggiori momenti di confronto”. Inoltre precisa: “il termine distretti culturali nasce dal distretto culturale creato intorno a Noto in Sicilia, il progetto era però fortemente collegato alla vocazione turistica. Noi l’abbiamo realizzato con il Festival della Filosofia, è un’operazione che potremmo tentare di fare anche sul tema dei motori insieme a Maranello, Fiorano e Formigine. La chiusura dell’Embassy è una chiusura dolorosa a cui rispondiamo con il progetto dell’ex Amcm, anche se purtroppo la tempistica si è allungata, anche a causa dei vincoli ai lavori imposti dalla Sovrintendenza”.

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