13/03/2007

UNIVERSITÁ E COMUNE INSIEME PER L'INTEGRAZIONE DEI DISABILI

L'accordo firmato dai due enti introduce servizi e benefici per garantire il diritto allo studio dei portatori di handicap. Il Consiglio comunale lo ha approvato all'unanimità.


E’ stato unanime il consenso che il Consiglio comunale ha espresso nei confronti dell’accordo tra l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e il Comune di Modena per l’integrazione degli studenti in situazioni di handicap nei percorsi universitari. La delibera è stata approvata con i voti favorevoli di tutti i gruppi consiliari presenti in aula.
Nell’Università di Modena e Reggio Emilia su 20.000 studenti iscritti 148 sono disabili con diversi gradi di disabilità, la maggior parte di loro ha problemi di deambulazione. Nell’anno accademico ‘99/2000, quando entrò in vigore la legge 17, erano 15; in questi otto anni l’incremento delle iscrizioni di studenti con handicap è stato costante, fino ad arrivare alle 31 matricole di quest’anno. Nonostante tra i nati la presenza di disabilità sia più frequente tra i maschi, all’università sono 80 le ragazze con handicap, 60 i ragazzi. La media dei laureati è di otto all’anno, arrivano quindi al traguardo finale un ragazzo su quattro, quelli che non si laureano ricevono un attestato che certifica i crediti formativi raggiunti. I dati sono stati forniti dall’assessore all’Istruzione Adriana Querzè che ha illustrato la delibera. “L’accordo si pone in rapporto di continuità con l’Accordo di programma per l’integrazione valido per bambini e ragazzi dal nido d’infanzia alla scuola superiore e, come questo, contempla anche i ragazzi con difficoltà d’apprendimento molto spesso dovute a disturbi diffusi quali la dislessia. L’obiettivo è di favorire il percorso scolastico degli studenti portatori di handicap per garantire a tutti gli studenti pari diritti e opportunità offrendo servizi e benefici economici”. I servizi riguardano l’orientamento, anche attraverso una equipe socio-psico-pedagogica e il supporto didattico attraverso il tutorato alla pari svolto da studenti compagni di corso e il tutorato didattico svolto da laureandi o neolaureati, oltre alla traduzione delle lezioni nel linguaggio dei segni, alla loro registrazione e trascrizione anche in formato elettronico. L’università, inoltre mette a disposizione in entrambe le sedi di Modena e Reggio laboratori tecnologici con ausili e software. “Il Comune, da parte sua, che collabora anche per quanto riguarda i trasporti e gli educatori, s’impegna a mettere a disposizione strutture e servizi perché i tirocini e gli stage di questi ragazzi siano veramente produttivi” spiega l’assessore Querzè che sottolinea anche l’importanza dell’inizio del tutoraggio dalle scuole superiori, a 17 e 18 anni, quando cioè il giovane portatore di handicap attraversa una fase particolarmente delicata passando dal Servizio di Neuropscichiatria Infantile che lo ha seguito fino a quel momento, ai Servizi sociali che lo hanno in carico dalla maggiore età. “Ed ancora – aggiunge l’assessore - sarà incentivato il laboratorio di psicomotricità a cui potranno accedere gratuitamente i disabili universitari. Infine, Comune e Università stanno attivando percorsi formativi rivolti anche al personale docente delle scuole statali che l’Ufficio Scolastico Provinciale sta già dimostrando di apprezzare”.
Nel corso del dibattito i consiglieri hanno ribadito i diversi aspetti positivi dell’accordo sottolineandone l’importanza ma anche la necessità che sia esteso ad altri soggetti. Achille Caropreso (Indipendente) ha rimarcato che “l’attuale convenzione come i precedenti Accordi di programma vanno ad integrare la legge nazionale per agevolare il percorso di studio di soggetti che in numero sempre maggiore accedono all’Università”. “Rilevanza della ricerca e necessità di porre l’enfasi su risorse e capacità dei portatori di handicap perché questo è già di per sé un fattore in grado di ridurre la disabilità” sono alcuni degli aspetti su cui ha posto l’accento Giorgio Prampolini (Ds). Il consigliere ha anche ricordato che “a Modena nel 2006 sono stati 520 i casi certificati di portatori di handicap, di cui solo 50 veramente gravi, gli altri se riconosciuti, possono nel tempo arrivare ad una accettabile qualità della vita”.
“L’integrazione dei diversamente abili è approdata finalmente anche all’Università – ha detto Baldo Flori (Modena a Colori) – E’ un cammino iniziato negli anni 70, che ha prima investito altri ordini di scuola, basato su un concetto che ha faticato ad affermarsi: che sono cioè le scuole a doversi adeguare per garantire il diritto allo studio dei disabili”. Il consigliere ha però evidenziato come “mentre gli Accordi di Programma sono il frutto di una lunga esperienza, questo accordo cala in una realtà ben diversa, in cui il tessuto di accoglienza è ancora tutto da inventare e sperimentare” e ha invitato il Comune a investirsi del problema pur nel rispetto dell’autonomia universitaria. Ubaldo Fraulini (Ds) ha quindi parlato di “un atto di civiltà che va nella direzione di rimuovere gli ostacoli che possono impedire ai cittadini di esprimersi al meglio”. Ha inoltre posto l’attenzione su tre aspetti: “il merito di aver inserito come problema da affrontare la dislessia, una difficoltà di apprendimento molto diffusa; l’importanza della formazione dei docenti e la possibilità di estendere la convenzione ad altri enti pubblici, almeno là dove si parla di tirocini, stage e di inserimento lavorativo”.
Buono anche il giudizio espresso da Mauro Manfredini (Lega Nord) e da Ivo Esposito (FI) il quale ha però definito “l’assenza della Provincia dall’accordo un fattore che tende a sminuire il valore dell’accordo, rendendolo meno efficace ed efficiente”. Per Enrico Artioli (Margherita) “l’amministrazione adotta un approccio che non si limita a dare strumenti ma va a modificare la realtà perché essa stessa si faccia carico della persona con disabilità, creando dei percorsi ad hoc”. “Inoltre – ha osservato - l’accordo si colloca all’interno di un percorso molto più ampio che si prende carico delle persone dalla nascita fino all’università”. Il consigliere plaude il fatto di aver istituito il tutoraggio dalle scuole superiori per favorire l’accoglienza all’università e auspica anch’egli il coinvolgimento della Provincia. “Il fatto che sia la prima convenzione del genere a livello nazionale dimostra quanto in taluni campi siamo in grado di essere particolarmente anticipatori” afferma Antonio Maienza (Udeur)”. Mentre Giuseppe Campana (Ds) rileva un ulteriore aspetto: “La formazione a tutti i livelli e l’integrazione dei diversamente abili rappresenta un investimento di risorse per la comunità locale e nazionale. Quindi sono investimenti che non dobbiamo concepire semplicemente nell’ambito di solidarietà ai più deboli, ma come investimento per l’interaa collettività, sottolineo questo perché se l’accento si sposta tutto sulla solidarietà si rischia poi che in altri periodi tali investimenti vengano tagliati”.
Rosa Maria Fino (Società civile) si dice “favorevolmente colpita dall’aumento di ragazzi portatori di handicap iscritti all’università” e sottolinea “l’assoluta necessità di mettere a loro disposizione tutti quegli ausili e strutture che li mettano in grado di arrivare dove le loro capacità consentono, al di là dell’handicap che hanno”. Per Dante Mazzi (FI), che auspica un confronto su come sarà applicata la convenzione, “propositi e delibera sono assolutamente condivisibili, resta da vedere come sarà applicata, poiché essa si scontra con una realtà di risorse in netto calo, come dimostra per esempio la riduzione d’orario delle biblioteche universitarie”.
In conclusione di dibattito l’assessore Querzè ha accolto molti degli spunti e dei suggerimenti dei consiglieri: “Ci impegniamo – ha garantito – a farci promotori di accordi simili presso la Provincia e presso il Comune di Reggio, oltre che a lavorare per preparare l’accoglienza dei ragazzi disabili all’università, servendoci dell’esperienza accumulata in tutti questi anni dal Comune e affinché queste lauree siano considerate lauree piene a tutti gli effetti”. Sul tema “fondamentale” delle biblioteche universitarie ha annunciato che dal 26 marzo il periodo di apertura sarà di nuovo ampliato, “ma questo non basta perché occorrono anche le postazioni multimediali”.

Azioni sul documento