02/02/2008

LA RETE SANITARIA LOCALE NON E' AL COLLASSO

"Curare i cittadini stranieri non iscritti al servizio sanitario nazionale è un dovere previsto dalla legge". L'assessore alle Politiche per la salute Simona Arletti risponde alle accuse mosse dal consigliere Leoni
“Noto ancora una volta che il consigliere Leoni ama confondere le cifre per piegarle ai propri intenti dimostrando poco rispetto per la corretta informazione per le persone bisognose di cure e, indirettamente, per i cittadini che lo hanno eletto” commenta l'assessore alle politiche per la salute Simona Arletti. “L'Assessore regionale alla sanità Giovanni Bissoni, rispondendo ad una interrogazione del consigliere Leoni, ha fornito una tabella da cui è facile fare i dovuti approfondimenti, se si vuole distinguere e non confondere. Il totale in 5 anni per le due aziende sanitarie della Provincia di Modena è stato di poco più di 11 milioni di euro, ma a carico del Servizio Sanitario Regionale la cifra è di 3 milioni 860 mila euro. Il resto è coperto dal Ministero degli Interni.
Per un'informazione corretta vanno anche detti i numeri delle persone dimesse dagli ospedali, che sono negli anni aumentate. Nel 2002 erano 727, nel 2004 sono diventate 1086 per un costo complessivo di 2 milioni 743 mila euro, di cui però 1 milione 883 mila euro a carico del Ministero degli Interni. Nel 2006 le dimissioni sono state 1006 per un costo di 2 milioni 399 mila euro di cui solo773 mila a carico del servizio sanitario regionale.
E’ scorretto, prosegue l’Arletti, far credere che il sistema sanitario andrà in crisi a causa dell'assistenza agli stranieri non regolari perché su un bilancio annuale di circa 1 miliardo di euro, quale è quello della sanità modenese, poco più di 700 mila euro non sono certo la cifra che determinerà il collasso del sistema, come il consigliere paventa”.
Evidentemente Leoni ed io non concordiamo sui concetti alla base della legge, che va comunque rispettata, e neanche su quelli relativi alle politiche sanitarie regionali cioè l'universalità della risposta da parte dei servizi pubblici che devono garantire in primis la salute pubblica, come ad esempio la medicina preventiva a tutela della gravidanza e dei minori e gli interventi di profilassi come le vaccinazioni e la cura delle malattie infettive. Se al consigliere non importa la salute di queste persone, che spesso in attesa di ottenere un permesso regolare, almeno dovrebbe importargli che attraverso le azioni di sanità pubblica viene anche tutelata la salute dei cittadini modenesi di nascita (Aids insegna).
Se è vero che le aziende devono sforzarsi di recuperare i ticket delle prestazioni non urgenti dei cittadini stranieri ricordo che questa politica va attuata su tutti. Gli ultimi dati sugli accessi ai pronti soccorso della Provincia dicono che i cittadini stranieri (inclusi i regolari), rappresentano solo il 14 per cento di media. C'è dunque un tema di lavoro da proseguire con impegno verso l'appropriatezza delle prestazioni per tutti. “Dobbiamo quindi essere orgogliosi di un sistema sanitario regionale che regge economicamente e garantisce una forte rete di sostegno sanitario per tutti coloro che ne hanno bisogno”, conclude l'Arletti, Leoni dovrebbe piuttosto ricordare che il deficit del sistema sanitario nazionale è dato in buona parte da regioni governate dal centrodestra ove non solo non si garantisce la salute pubblica, come dimostrano casi eclatanti di malasanità, ma non si garantisce nemmeno l'utilizzo scrupoloso delle enormi cifre messe a disposizione.”






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