06/02/2008

SICUREZZA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Il sindaco Pighi ha risposto a 7 interrogazioni consiliari e altre 2 sono state ritirate
Il degrado della zona del Villaggio artigiano, la prostituzione, il poliziotto di quartiere, le norme per l’espulsione degli stranieri clandestini, il crescere dei comitati a Modena, le passeggiate serali dimostrative nella zona Tempio, i furti sulle automobili in via delle Nazioni: sono questi i temi delle 7 interrogazioni alle quali il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha risposto lunedì 4 febbraio in Consiglio comunale, in un lungo dibattito che ha visto anche il voto su 3 differenti ordini del giorno, sempre legati al tema della sicurezza.

Il dibattito si è aperto con l’intervento di Baldo Flori, Modena a colori, che ha scelto di ritirare due delle interrogazioni che aveva presentato a luglio e settembre: “mi pare siamo ampiamente al di fuori del tempo previsto dallo Statuto del Consiglio”, ha affermato Flori: “lo dico al Sindaco perché sui tempi non abbiamo mai sottilizzato, eppure ci sono dei limiti oltre i quali è difficile andare senza perdere la faccia, senza perdere di qualità, senza perdere di rispetto delle regole. Trovo molto sgradevole l’atteggiamento di ignorare per mesi i contenuti delle nostre interrogazioni, soprattutto su argomenti frequentemente ripresi dalla stampa, che non hanno perso di attualità. Il sindaco ha replicato puntualizzando: “mi rincresce, perché si tratta di temi importanti, tuttavia credo che non possiamo essere rimproverati di non avere voluto rispondere. Ero pronto per dare risposta alla sua istanza pochi giorni dopo la presentazione. L’organizzazione dei lavori è governata dalla conferenza dei capigruppo, ma quando ci sono slittamenti di tempo è importante farlo presente. È sempre possibile che ci siano dei disguidi e siamo tutti responsabili”.

Mauro Manfredini della Lega nord ha poi presentato l’interrogazione sul degrado del Villaggio Artigiano e della zona del Parco Ferrari. “Si è anche formato un comitato perché c’è molto degrado e molta prostituzione”, ha detto Manfredini, “ma l’area ha molte vie di fuga ed è difficile da tenere sotto controllo. Credo che maggiore sicurezza potrebbe essere garantita da controlli quotidiani. C’è poi un pub, nella zona, dove si sono verificati episodi incresciosi”.
“Nella zona del parco Ferrari ci sono altre criticità”, ha risposto il sindaco: “una è il condominio Lambda, con un peggioramento della qualità abitativa e molti appartamenti sfitti. Credo si debba individuare una soluzione che coinvolga soprattutto i proprietari, se si vuole evitare un progressivo degrado paragonabile a quello di via Attiraglio. Credo che l’intervento in quella zona sia stato significativo, anche se non risolutivo: per il futuro stiamo prevedendo una presenza fissa per il controllo del parco Ferrari e stiamo lavorando per la qualità abitativa del condominio Lambda”.

Sergio Celloni del gruppo Udc- Ppl ha presentato la propria istanza sul tema della prostituzione, affermando che: “la prostituzione sulle nostre strade non è un bello spettacolo e può anche essere causa di incidenti. In altre città si è cercato di dare un maggiore giro di vite al fenomeno anche attraverso i controlli della Polizia Municipale e le multe date ai clienti. Vorrei sapere”, ha concluso Celloni, “che cosa si fa a Modena in questa direzione”.
Il sindaco ha risposto ricordando che “Modena, con il mio predecessore Giuliano Barbolini, fu la prima città ad intervenire in questo senso, con un’ordinanza che è ancora in vigore e consente di multare per intralcio al traffico chi si ferma a contrattare prestazioni con la prostituta. Per quanto riguarda viale Autodromo, su questo fenomeno abbiamo affrontato ben altre intensità di presenza. In quel caso la risposta fu un’azione forte di Questura e Procura della Repubblica contro lo sfruttamento. Il fenomeno dello sfruttamento è sovracittadino e se si interviene diminuiscono anche le presenze alla Bruciata”. Il sindaco ha precisato infine che “il fenomeno della prostituzione di ragazze neocomunitarie ha provocato un vuoto normativo. In caso di clandestini, scatta infatti il trattenimento o l’espulsione. In caso di italiani, esiste il foglio di via. Al vuoto legislativo per i neocomunitari si reagì utilizzando una norma mai applicata della legge Merlin che punisce la prostituzione praticata in modo scandaloso. A Modena, quando è esploso, il fenomeno non ha avuto ricadute negative anche grazie a questi provvedimenti”.

Baldo Flori di Modena a colori ha chiesto lumi sulla presenza del poliziotto di quartiere nella zona di viale Gramsci: “era una domanda avanzata da diverso tempo da residenti e commercianti della zona ed è importante perché mostra anche fisicamente la presenza delle istituzioni sul territorio. Eppure, abbiamo visto il disagio di qualche presidente di circoscrizione nel vedere che un quartiere scavalcava un altro. Ci chiediamo se questa misura non possa essere applicata anche nella zona Tempio”. La seconda interrogazione di Flori riguardava invece “una sorta di conflitto tra istituzioni che si è creato rispetto all’espulsione dei clandestini dalla nostra città”. Flori ha ricordato “l’avvio di una procedura per tre clandestini, per i quali seguendo la normativa di legge ci si sarebbe aspettati un accompagnamento alla frontiera. La magistratura invece ha fatto un’altra scelta, giudicando il provvedimento inapplicabile perché gli stranieri erano troppo indigenti per pagarsi il viaggio. La scelta è stata criticata dal sindaco e dal presidente della Provincia. Insomma, a volte si ha l’impressione”, ha concluso Flori, “che interventi di istituzioni diverse si elidano tra di loro.
A proposito del poliziotto di quartiere in viale Gramsci, il sindaco ha risposto che “si tratta di una zona circoscritta, nella quale i tipi di reato sono soprattutto furti e presenze poco rassicuranti di persone. Se c’è una presenza fissa, questi fenomeni tendono a scomparire. Quello di viale Gramsci è uno dei pochi casi in cui ho ricevuto lettere di apprezzamento da parte dei cittadini. In altre zone, ad esempio la zona Tempio, occorre una presenza diversa, con caratteristiche di contrasto. Quella del poliziotto di quartiere è invece un’attività di presenza: il poliziotto di quartiere non interviene in prima persona a contrasto di fenomeni criminali, ma deve chiamare la centrale”.
Per quanto riguarda il fenomeno degli stranieri indigenti che non ottemperano i provvedimenti di espulsione, Pighi ha spiegato che “il problema è dovuto alla costruzione della norma. In caso di comportamenti materiali, ad esempio un furto o un danneggiamento, si può valutare caso per caso se la situazione è esigibile o meno, per esempio se un danneggiamento era inevitabile per scappare da un incendio. Ma se si tratta di un atto amministrativo, come il foglio di via internazionale, anche l’indigenza della persona può rendere impossibile metterlo in atto. La situazione è stata chiarita dalla Cassazione nel caso del clandestino omosessuale: si deve accertare che le condizioni esistano, e che la persona abbia un giustificato motivo per non adempiere. Può esserci un motivo economico, ma questo non deve valere sempre, altrimenti anziché applicare una norma, la si abroga nei fatti. Serve una norma amministrativa che dica chi deve pagare il biglietto a queste persone: l’Amministrazione non si tirerebbe indietro, se spettasse a lei”.

Dante Mazzi di Forza Italia ha presentato le proprie interrogazioni precisando che “le interrogazioni sulla sicurezza dovrebbero essere urgenti, ma purtroppo forse vengono rimandate nella speranza che si sistemino da sole. Mi avevano suggerito”, ha affermato Mazzi, “di venire in quest’aula esibendo siringhe e altri oggetti forti. Ci sono situazioni problematiche anche nei pressi delle scuole e spesso vengono fatte promesse, ma mancano le risposte concrete. La sicurezza e la vivibilità non hanno un colore politico. Eppure, se il numero di comitati aumenta continuamente significa che ci sono delle carenze di fondo”. La seconda interrogazione è stata presentata da Mazzi come “un rafforzativo di quanto già detto: a luglio ci stava bene la passeggiata serale nella zona Tempio, ma con l’avvicinarsi dell’inverno servono altre soluzioni per rispondere alla domanda di sicurezza dei residenti”.
Il sindaco ha risposto a Mazzi ribadendo che “quale che sia l’impostazione di un amministratore pubblico, è necessario saper cogliere i messaggi che vengono dalle situazioni. Penso sia necessario muoversi in sintonia con queste espressioni di disagio, anche perché i giornali seguono il tema con molto interesse. Nella zona Tempio, gli interventi realizzati non sono né piccoli né banali: la chiusura di un sottopasso e la realizzazione di una barriera, sollecitata più volte, che ostacolasse efficacemente quella che era una sorta di via di fuga tra il cavalcaferrovia e l’edificio di via Attiraglio. Poi, è convinzione di tutti che solo interventi strutturali possono dare un contributo valido. Per quanto riguarda i negozi”, ha proseguito il sindaco, “l’assessore Prampolini si è fatto carico di un percorso richiesto dagli stessi cittadini, che punta a incentivare la qualità degli insediamenti esistenti e indurre i negozi etnici a una gestione più integrata con il resto della città. Abbiamo poi lavorato insieme all’assessore Sitta per convincere Poste Italiane a utilizzare l’edificio di via Niccolò dell’Abate. Abbiamo cercato di incentivare l’insediamento di esercizi commerciali o di piccolo artigianato per creare un volano che consenta di riqualificare l’intera area. L’atteggiamento dei due comitati, comunque, è oggi molto collaborativo e le riunioni in zona Tempio hanno un carattere molto diverso che all’inizio. Per quanto riguarda la sua seconda interrogazione, riceviamo segnali di discreto miglioramento anche se soprattutto le prostitute tornano periodicamente nella zona del Tempio: come ho già detto, quello che serve è colpire lo sfruttamento”.

Michele Andreana del Pd ha infine chiesto al sindaco quali interventi sono previsti per prevenire i furti sulle automobili parcheggiate in viale delle Nazioni. “Ci sono stati molti furti sulle auto nel parcheggio esterno della Case New Holland, un problema che è rimasto nonostante l’impegno dell’azienda a installare videocamere”, ha affermato Andreana, puntualizzando che “i dipendenti sono penalizzati da una distinzione anacronistica perché solo chi possiede automobili di marca Fiat può parcheggiarle all’interno”.
Il sindaco ha citato i dati sui reati registrati a Modena: “i dati sono migliori nel 2007 rispetto al 2006, tranne quelli relativi ai furti di e su autovetture. Si tratta di furti d’uso oppure di furti dovuti alla parte più disgraziata e sbandata della criminalità cittadina. È inoltre frequente che vengano colpite proprio le auto di chi è al lavoro e sarà lontano per diverse ore”.

L’assessore alle Politiche economiche Stefano Prampolini è poi intervenuto per descrivere le azioni che saranno messe in atto nella zona Tempio: “saranno combinate azioni di controllo da parte delle forze dell’ordine, azioni progettate per il risanamento degli spazi pubblici e la qualità dell’ambiente urbano, e infine la riqualificazione urbana e commerciale dell’area. Il progetto del nostro assessorato”, ha spiegato Prampolini, “ha 4 obiettivi: favorire l’insediamento di un’imprenditoria qualificata con format innovativi, riqualificare il tessuto economico, favorire l’integrazione degli imprenditori stranieri, aumentare la frequentazione di qualità. La Giunta ha impegnato 240 mila euro, di cui 200 mila di contributi destinati agli imprenditori che parteciperanno ai bandi pubblici e 40 mila destinati a iniziative di analisi, comunicazione interculturale, organizzazione di eventi. Come già avvenuto per Pomposa e Saragozza, la prima beneficiaria dei contributi è stata l’associazione che si è costituita tra i cittadini e i commercianti interessati al recupero dell’area”.

Si è poi passati alla presentazione degli ordini del giorno, a cominciare da quello di Sergio Celloni (Udc-PPl) e Andrea Galli (An) sul tema “Garante per la sicurezza”. “Siamo definiti un’isola felice ma è oramai improprio”, ha affermato Celloni: “Modena invece presenta oramai una delinquenza a 360 gradi che va dal furto in casa, nel magazzino, alla rapina a mano armata, al corriere con chili di droga, al piccolo spaccio, al furto del tossicomane per arrivare allo sfruttamento, e al lavoro sommerso. Per questo”, ha concluso: “chiediamo che si istituisca un apposito ‘Garante dei diritti e della sicurezza’, che raccolga le istanze dei cittadini con forte difficoltà, e che metta in comunicazione la Prefettura, le forze di polizia, la magistratura, gli organi giudicanti e sorveglianti, la polizia penitenziaria. Crediamo sia importante mettere in rete mondi diversi che spesso scontano carenze di comunicazione”.
Andrea Leoni di Forza Italia ha ricordato che “il nostro ordine del giorno era stato presentato in un momento diverso, nel mese di ottobre, e impegnava la Polizia Municipale ad adeguarsi allo standard di 223 agenti di organico. Con la mozione si impegnava inoltre il sindaco a sollecitare il vice ministro Minniti a dare corso alle promesse fatte in estate. Qualche piccolo segnale c’è stato, non sufficiente ma un inizio. I punti di questo ordine del giorno, per quanto riguarda le possibilità che ha il sindaco di vigilanza e sollecitazione, ma anche l’impegno ad adeguare gli organici della Polizia Municipale rimangono comunque validi”.
La trattazione dei due ordini del giorno presentati da Alleanza Nazionale è stata rimandata ad una futura seduta per l’assenza dei due consiglieri dall’aula.
Michele Andreana del Pd ha presentato una mozione che “esprime apprezzamento per il lavoro intrapreso, richiama le azioni previste nel Patto per Modena sicura e invita l’Amministrazione a proseguire con le politiche avviate e con un approccio trasversale ad assessorati e uffici. La nostra idea di contrasto all’illegalità”, ha precisato Andreana, “è molto diversa dalla sterile propaganda della tolleranza zero”.

Nel dibattito successivo alla presentazione delle mozioni, Sergio Rusticali dello Sdi è intervenuto per ricordare che “nella zona Tempio abbiamo assistito a un progressivo intervento da parte dell’Amministrazione e delle forze preposte all’ordine pubblico che hanno teso quasi quotidianamente a recuperare la convivenza in quell’area. Abbiamo assistito a operazioni significative, come l’importante retata della Guardia di Finanza. Anche i comitati hanno in parte riconosciuto l’azione dell’Amministrazione. Anche in viale Gramsci c’è stato un intervento mirato, in risposta a bisogni segnalati dai cittadini. Ogni area ha le sue specificità, ma in questo caso il metodo ha avuto un importante successo e un buon riconoscimento dal punto di vista dei risultati”.
Ercole Toni del Pd ha ribadito che “non c’è solo la zona del Tempio che ha il problema della sicurezza. Credo sarebbe stato interessante tenere un dibattito in quest’aula alla presenza di tutte le autorità firmatarie del Patto per Modena sicura. Spaccio di droga, furti e aggressioni ad anziani hanno un minimo comune denominatore, la micro o macro criminalità. Lo spaccio esiste perché c’è la domanda, ci sono consumatori, c’è una società povera di valori. È necessario avere la certezza della pena e allontanare dal nostro territorio chi commette delitti”.
Achille Caropreso ha citato l’episodio “avvenuto in via della Cella recentemente, che per poco non è stato un omicidio efferato. Questo denota il nostro frequente problema: le cronache sui giornali raccontano di arrestati che avevano già numerosi precedenti in materia. Vista l’impossibilità di mettere un agente ogni dieci metri, il problema è dovuto alla mancanza, nel nostro paese, del principio della certezza della pena. Si è giunti a una discrezionalità ormai non più tollerabile”.
Fausto Cigni del Pd ha esordito affermando: “la sicurezza non è né di destra né di sinistra. Ritengo si debba esprimere solidarietà alla ragazza aggredita in via della Cella, come a tutte le altre donne aggredite o violentate. Credo che le forze dell’ordine farebbero bene a intervenire. Per quanto riguarda la prostituzione, il tema ovviamente risale alla notte dei tempi. Celloni parte dal dato dell’intralcio al traffico, ma, come ha osservato giustamente Toni, c’è una domanda e un’offerta. Ci si può fermare alla superficie o riflettere in profondità, tanto più che moltissime ragazze sono minorenni. Perché non pensiamo di arrivare anche da noi al quartiere a luci rosse? Si potrebbe pensare a una zona controllata per l’esercizio della prostituzione, cercando di colpire il racket, recuperare le ragazze sfruttate ma anche affrontando il problema, che tanto esiste”.
Giorgio Prampolini di Sinistra Democratica ha espresso solidarietà alla ragazza aggredita precisando che “si somma a questi fatti un sentimento di precarietà e incertezza per il futuro. È importante spiegare come è possibile che i reati gravi siano in calo e la microcriminalità sia stabile, mentre contemporaneamente i cittadini si sentono meno sicuri. Non manca la responsabilità dei media che amplificano questi fatti, della politica che, invece di offrire certezze e sviluppare progetti, si preoccupa di strumentalizzare alcune situazioni. Anziché cercare effetti mediatici abbiamo bisogno di interventi concreti sul piano urbanistico, economico e ambientale. Un nuovo urbanesimo configura le città come poli di attrazione, che attraggono anche solitudini e disperazioni. È decisivo coinvolgere la società civile e le associazioni degli immigrati per affrontare i problemi”.
Ivo Esposito di Forza Italia ha sottolineato: “compito dei politici è accogliere le istanze di sicurezza dei cittadini, un compito che il sindaco si è accollato firmando il Patto per la sicurezza. Non possiamo essere così falsi da dire che tutto va bene, che i giornali dicono bugie, che non ci siano prostitute, aggressioni, escrementi per la strada. I cittadini pagano le tasse, hanno diritto alla sicurezza e vogliono sentirsi sicuri. Il Sindaco deve essere il primo latore di queste richieste agli organi competenti. Non possiamo fingere che le cose vadano bene, che non manchino 35 agenti alla Questura, che il più grosso sindacato di Polizia abbia lamentato la carenza di almeno 33 operatori. È nostro dovere rispondere a questi bisogni dei cittadini e non dare l’idea di essere chiusi nel palazzo. I cittadini non sono razzisti ma vogliono tranquillità”.
Olga Vecchi di Forza Italia ha criticato l’intervento del collega Prampolini: “il collega dice che la colpa è nostra, come politici, perché amplifichiamo le situazioni e sobilliamo i sentimenti dei cittadini, oppure dei giornalisti che ci vengono dietro ed esagerano le cose. Trovo che queste osservazioni siano allucinanti, che siano fantapolitica. Le donne hanno veramente paura la sera, e vedere i problemi in questo modo sbagliato non ha senso e non serve. Occorre coordinarsi per risolvere realmente problemi gravi e importanti”.
Mauro Manfredini della Lega ha affermato che “non è sufficiente parlare genericamente di integrazione. Il caso di via della Cella non è singolo, oramai questi episodi sono di casa. Bisogna valutare la possibilità di integrazione per chi lo desidera, richiede tempo perché le società da cui provengono sono diverse. Parità non significa precedenza e insieme ai diritti esistono i doveri. Bisogna fare capire alla malavita organizzata quali sono le regole, altrimenti faremo la fine dei romani dopo le invasioni barbariche. Sono rammaricato e incazzato, se mi si passa il termine, per l’ordine del giorno della maggioranza che è condivisibile, ma sono chiacchiere da bar senza contenuti. Alle prossime amministrative, che si giocheranno sulla sicurezza, sicuramente qualche punto lo perderete”.
Dante Mazzi si è detto in disaccordo “con il quadro idilliaco emerso dalle risposte del sindaco. Non credo che i comitati apprezzino molto l’amministrazione perché la situazione non è cambiata e il degrado è rimasto. Ci sono cose incredibili, gente che deve chiedere permesso a chi si sta drogando davanti al portone, zone ridotte ad alcove per le prostitute, zone dove si trovano siringhe e altri ricordi non certo piacevoli del passaggio di drogati e prostitute. Non sono strumentalizzazioni le nostre ma vero disagio. Ho sentito citare la Pomposa, ma anche lì si sta tornando indietro. In zona Tempio per intervenire si è dovuta aspettare la fine della festa dell’Unità, che impegnava ogni sera due pattuglie di Polizia Municipale, e queste non sono strumentalizzazioni, ma fatti. Non importa che non si faccia quello che chiede l’opposizione: voi dovreste ascoltare di più i cittadini”.
Maurizio Dori del Pd ha citato la conversazione con “amici che lavorano in Questura e carabinieri di quartiere. In caso di flagranza intervengono, altrimenti devono fare una segnalazione alla centrale. Ma le forze dell’ordine nei quartieri spesso sono anche punti di riferimento, magari per un anziano che vuole avere una parola, confidarsi con l’amico in divisa. Una questione che ci si può porre è quella sui turni dei poliziotti di quartiere: ora i turni sono dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20, ma non sarebbe più opportuno spostarli di due ore? Inoltre, quando ci sono ferie o altri impegni non si riescono ad assicurare le tre pattuglie sul territorio. 20 anni fa c’erano 4 pattuglie, dopo 20 anni ce ne sono ancora 4, a volte composte da solo 2 persone anziché da 3. Se si guarda il secondo semestre del 2007, i reati predatori sono stati il 15% in meno rispetto al primo. Sono poi aumentate molto le denunce dei cittadini, la loro collaborazione e il loro coraggio. Ma i giornali non scrivono che i reati sono in calo, perché devono vendere”.
Michele Andreana del Pd ha affermato: “si può fare contrasto all’illegalità senza rinunciare al nostro modello di sviluppo e di integrazione. Sappiamo coniugare le esperienze di recupero urbano come quella dell’R-nord, quelle di riqualificazione urbano come nel caso della zona Tempio, con l’intervento di polizia. Bisogna intervenire radicalmente sul degrado, con interventi meno appariscenti ma più efficaci, perché aumentare il numero dei poliziotti non basta. In ogni caso abbiamo fatto quanto era in nostra competenza per integrare l’organico e garantire la sicurezza del territorio anche in termini di intervento di polizia”.
Mauro Tesauro dei Verdi è intervenuto a nome degli schieramenti della Sinistra arcobaleno: “su una materia così cruciale occorre, con coraggio e serietà, senza sottovalutazioni, scindere il dato oggettivo del reato, che è comunque in crescita, da quello soggettivo della percezione, che comunque è un dato da non snobbare. La percezione di insicurezza può assumere derive sociali preoccupanti di paura e diffidenza. Riteniamo che il tema della microcriminalità, quello più invasivo e degradante, incida soprattutto sulle categorie deboli come donne e anziani. Questo non si risolve con le telecamere né con gli atteggiamenti da sceriffi. Riteniamo, e ci riconosciamo nella mozione della maggioranza, che serva un’azione preventiva e sinergica: contrasto alla criminalità ma anche recupero urbano e solidarietà sociale senza derive securitarie di sorta. Infine non bisogna dimenticare il rischio delle infiltrazioni mafiose, del quale nel nostro territorio abbiamo avuto non infrequenti avvisaglie”.
Paolo Ballestrazzi di Modena a colori ha osservato: “il collega Manfredini è rimasto addolorato per il voto di bilancio, dopo il quale non ha portato a casa risultati. Si è detto amareggiato perché essere fregati dagli ex comunisti è peggio che essere fregati dai democristiani. Dori è come sempre molto serio ad argomentare ma ha perso di vista il dato reale dei problemi. Una lettura di tipo notarile avrebbe un significato se non ci fosse, invece, l’aspetto pregnante e politico. Non ho motivo di dubitare dei dati portati da Dori, ma cresce l’ansia dei cittadini e la politica non riesce più a governare questa dicotomia. Oramai ogni strada ha il suo comitato. Questo è il fallimento del nostro modello di sviluppo. L’appello dell’assessore Sitta ai privati, che vengano in nostro soccorso, è ridicolo! Ricordatevi che il capitale va dove è remunerato, disse l’ingegner Crotti”.
Il sindaco ha concluso parlando di “un dibattito molto importante, nel quale ho cercato di interpretare e cogliere il senso profondo delle interrogazioni, non banali, dei consiglieri. C’erano spunti che facevano parte delle coordinate del dibattito cittadino e mi hanno consentito di fare il punto del lavoro dell’Amministrazione, molto ben concentrato nella mozione proposta dalla maggioranza. Il tema della sicurezza riguarda le amministrazioni locali e non è un tema che abbiamo assunto a malincuore, come supplenza rispetto al ruolo dello Stato. Nasce invece da un’esigenza profonda dei cittadini che vivono questa e altre insicurezze tipiche di questo momento storico”.
Il dibattito si è concluso con il voto sulle tre mozioni presentate, con l’approvazione della mozione di Michele Andreana (Pd) e il voto contrario sugli altri due ordini del giorno e sull’emendamento di Mauro Manfredini (Lega nord).

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