02/02/2009

"EX AMCM, IL COMUNE HA OTTEMPERATO A TUTTI I VINCOLI"

La risposta dell'assessore Sitta all'interpellanza della consigliera Rossi (Idv)

“È priva di fondamento l’illazione che il Comune abbia chiesto un’ulteriore verifica alla Soprintendenza per vedere allentati i vincoli sull’area ex Amcm”. Lo ha detto l’assessore all’Urbanistica del Comune di Modena Daniele Sitta rispondendo in Consiglio comunale all’interrogazione della consigliera Eugenia Rossi (Idv), poi trasformata in interpellanza, sulla richiesta di valutazione alla Soprintendenza per i progetti di recupero dell’area ex Amcm.
La consigliera Rossi ha chiesto di conoscere “se e quando sia stata presentata dall’attuale Amministrazione la richiesta di ulteriore e diversa valutazione della Soprintendenza beni architettonici e paesaggistici dell’Emilia Romagna della zona in oggetto, dopo l’approvazione del Progetto di riqualificazione presentato in Consiglio comunale nel marzo 2004”. Eugenia Rossi ha spiegato che “nelle scelte urbanistiche esistono vincoli dello Stato, ma anche aspetti legati alla memoria della città e dei cittadini. Purtroppo, la tendenza di questa Amministrazione è di avere la memoria corta e in anni recenti sono stati demoliti edifici importanti come le officine Rizzi, le acciaierie e le ferriere, i consorzi agrari provinciali”.
L’assessore Sitta ha ripercorso nella risposta l’intero iter dei progetti di riqualificazione dell’area ex Amcm, delle comunicazioni e dei decreti ricevuti dalla Soprintendenza in merito alla tutela degli edifici del complesso. “Nel 1994 – ha detto l’assessore - il Comune ha avuto la prima comunicazione della Soprintendenza riferita agli edifici da tutelare nell’area ex Amcm. Nel 1995 ci fu il bando di concorso per la progettazione e nel 1996 fu affidato l’incarico al gruppo Melograni Fumagalli, il cui piano particolareggiato prevedeva la conservazione della maggior parte degli edifici e l’inserimento di un solo nuovo edificio all’interno. Nel 1999 si è avuta la prima espressione del Comitato di settore cui fa riferimento la Soprintendenza di Bologna: il parere è stato favorevole al progetto, con alcuni adeguamenti. Nel febbraio 2000 – ha proseguito l’assessore - il comune ha adottato il piano particolareggiato, nel 2003 c’è stato un sopralluogo della Soprintendenza e nell’agosto dello stesso anno il Comune di Modena ha presentato domanda di poter alienare alcune palazzine, destinate alla realizzazione di spazi privati, appartamenti o negozi. Nel febbraio 2004 il Consiglio ha approvato il piano Melograni con sostanziali modifiche rispetto alla precedente stesura: il nuovo piano prevedeva la demolizione della palazzina uffici su via Carlo Sigonio, l’abbattimento di un altro edificio per realizzare il cinema multisala, e la realizzazione di un nuovo edificio. Nel 2005 si ha il primo intervento vero del Comune e della Soprintendenza: nel frattempo è entrato in vigore il ‘Codice Urbani’ che consente alle Soprintendenze di tutelare con decreti tutti gli immobili superiori ai 50 anni di età. I Comuni – ha concluso Sitta - hanno perciò l’obbligo di chiedere i pareri e la Soprintendenza emette un decreto che definisce tre edifici da salvaguardare: il deposito officina tram e le ex centrali. Nel 2006 la Soprintendenza ha autorizzato la vendita degli immobili, ad eccezione dell’edificio della centrale ex Enel. Nel maggio 2007 il Consiglio ha adottato il nuovo piano, e nel gennaio 2009 è infine arrivata la notizia che non sono ritenuti meritevoli di salvaguardia la palazzina uffici e il cinema estivo”.
Nel dibattito, Ubaldo Fraulini (Idv) ha detto: “al di là dei vincoli che sono cambiati nelle varie situazioni, conta è quello che si fa. C’è stato un concorso, un primo piano particolareggiato che ci pareva soddisfacesse tutti i requisiti, anche se poi si è detto che non era sostenibile dal punto di vista economico. Ci sembra che nella seconda ipotesi manchi l’equilibrio del progetto precedente, in particolare per quanto riguarda il supermercato, molto ampio, e la costruzione di una torre di 13 piani. Siamo disponibili a un confronto sul merito, ma teniamo conto dei parametri del 2004, che vorremmo fossero tenuti in considerazione”.
Eugenia Rossi si è detta parzialmente soddisfatta della risposta: “rispetto la decisione legittima della Soprintendenza. Certamente resta un giudizio negativo sul progetto presentato nel 2007. Mi dispiace che ci siano delle contraddizioni culturali così vistose che da una parte si celebra Vinicio Vecchi e dall’altra parte si dice che non sono sue le opere. Davanti alla palazzina di Carlo Sigonio c’era un bassorilievo del fratello di Vecchi che celebrava lo sforzo degli operai durante la Resistenza”.
Daniele Sitta ha replicato: “il Comune ha ottemperato in maniera scrupolosa ai vincoli dettati dalla Soprintendenza, modificando il progetto di conseguenza. Alcuni vincoli non consentivano la realizzazione del piano particolareggiato del 2004, che comunque prevedeva la demolizione della palazzina uffici. La maggior parte dei fabbricati comunque sarà conservata e le funzioni previste per l’area sono rimaste invariate: teatro, sede dell’Ert, cinema estivo, multisala d’essai, centro musica, il tutto in accordo con le istituzioni culturali interessate. Per quanto riguarda la superficie destinata a terziario e commercio, la superficie individuata è inferiore a quella del progetto precedente”.
 

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