22/09/2009

"MATERIALE ELETTORALE? CUSTODITO COME DA DISPOSIZIONI"

L'assessore Arletti ha risposto all'interrogazione del consigliere Galli del Pdl

“I locali dove era custodito il materiale elettorale erano chiusi da un doppio serramento con due chiavi diverse. La custodia del materiale è stata effettuata secondo le disposizioni, era contenuto in buste confezionate e sigillate dai presidenti di seggio. Eventuali correzioni sono attribuibili esclusivamente ai componenti dei seggi. Può succedere che vi siano alcuni scostamenti fra le preferenze provvisorie comunicate nella notte dello scrutinio e quelle definitive attribuite dall'Ufficio centrale, dopo l'accurata verifica del lavoro dei seggi”. Così l’assessore ai Servizi demografici Simona Arletti ha risposto all’interrogazione del consigliere Andrea Galli del Pdl “Il materiale elettorale in corso di controllo non poteva essere custodito meglio?”. Nel dettaglio il consigliere chiedeva “se è vero che le chiavi della stanza dov’era custodito il materiale, i frontespizi riportanti le somme dei voti e delle preferenze, erano del tipo ‘passepartout’, nella disponibilità quindi di più persone? Che il materiale che veniva controllato era contenuto in buste, che, come riportato da più testimoni, riportavano evidenti chiusure sommarie comportanti facili modifiche/correzioni/alterazioni?”. Il consigliere ha, inoltre, chiesto spiegazione del caso di Rossella Maienza, inizialmente ultima degli eletti in Consiglio comunale, poi esclusa “perché comparse 4 preferenze a favore di un altro candidato e scomparse le sue. Non ritiene che questo pasticcio elettorale dia adito a dubbi considerato che questa candidata è figlia di Antonio Maienza, già Margherita, già Udeur, già Popolari per il Centro Sinistra, e che si sia voluto escluderla per punire il padre?”.
“E' perlomeno singolare – ha risposto Arletti – pensare che sia possibile per un sindaco o per un partito condizionare contemporaneamente il lavoro di un intero seggio, compresi i rappresentanti di lista dei partiti, l'Ufficio elettorale comunale e soprattutto le decisioni dell'Ufficio centrale, presieduto da un magistrato e composto da un cancelliere e da altri presidenti di seggio. E tutto ciò per una punizione trasversale di riflessa sulla figlia di un ex consigliere comunale di maggioranza. Pare un giallo sudamericano”.
Secondo la consigliera dell’Idv Eugenia Rossi “il fatto grave è stato che nei seggi ci fosse questa grande confusione, segno del decadimento del senso civico dei presidenti, dello scadimento del ruolo e dell’idea di come debbano essere condotti gli scrutini elettorali, che io non avevo mai visto prima a Modena. Non solo ogni sezione elettorale ha usato criteri interpretativi differenti, ma anche l’Ufficio centrale”.
Andrea Leoni del Pdl ha affermato: “Abbiamo avuto una situazione incredibile in queste elezioni, con scrutini bloccati, problemi al server, ed altro. Alle 4 di mattina quelli che gestiscono il server mi hanno risposto al telefono che non avevano ancora i dati. Non capisco quindi perché a mezzanotte il sindaco sia uscito in una conferenza stampa dichiarando di avere vinto. Non abbiamo certezza che quello che è uscito sia un dato reale”.
Il sindaco Giorgio Pighi ha commentato: “La sede per contestare i criteri di valutazione non ritenuti validi non è quella politica ma quella giurisdizionale. E’ la magistratura che decide quale strumento usare per ricontrollare e quando parla il potere giurisdizionale noi facciamo un passo indietro, aspettiamo la decisione del tribunale amministrativo. L’operazione fatta di alleanza più ristretta ci ha messo in una situazione meno facile in queste elezioni, era possibile andare al ballottaggio”.
“Se si ha il sospetto che esista un reato – ha aggiunto Galli – non c’è bisogno dell’esposto. Il bianchetto non c’è nel materiale fornito per gli scrutini, chiunque si sia portato da casa in tasca questo strumento è un delinquente o una persona in malafede e compie un attentato alla libertà elettorale. E’ una cosa gravissima. Il bianchetto serve solo a falsare i risultati elettorali”.
Il consigliere Ballestrazzi di Modena a 5 Stelle è intervenuto per fatto personale: “Stamattina abbiamo fatto una riunione dei capigruppo, si era stabilito che nessuno avrebbe potuto interrompere nessun altro, mi sembra che il principio non sia stato rispettato. Chiedo al presidente del Consiglio di intervenire e far rispettare questa regola”.
L’assessore Arletti ha concluso il dibattito affermando che “quando si crea confusione si tende ad accusare tutti, ma ricordo che su 187 seggi sono solamente 4 i casi segnalati alla Corte d’Appello”.
 

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