15/01/2010

SI' DEL CONSIGLIO AL PATTO EUROPEO PER LA RIDUZIONE DI CO2

Favorevoli maggioranza e Lega Nord, astenuti Pdl, Idv, Mpa e Modena a 5 Stelle

Il Comune di Modena ha aderito all’iniziativa della Commissione Europea per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. E lo ha fatto con l’approvazione in Consiglio comunale della delibera che definisce il Patto dei Sindaci e le Linee di indirizzo per il Piano d’Azione, con voto favorevole di maggioranza e Lega Nord e con l’astensione di Pdl, Idv, Mpa e Modena a 5 Stelle. Sono stati respinti i due emendamenti proposti dal consigliere Vittorio Ballestrazzi di Modena a 5 Stelle, con il voto contrario della maggioranza, l’astensione di Lega Nord, Pdl e Idv, e il voto favorevole di Modena a 5 Stelle.
Ad oggi in Europa i sindaci firmatari sono 1180. Alcune delle città principali che hanno aderito sono: Amburgo, Francoforte sul Meno, Londra, Parigi, Sarajevo, Barcellona e Madrid. In Italia sono 253 i Comuni che ad dato la propria adesione, di piccole e grandi dimensioni. Tra le città più importanti: Milano, Roma, Torino, Bologna, Reggio Emilia, Ravenna e Rimini. Con questa delibera sono diversi gli obiettivi che il Comune si pone di realizzare nei prossimi anni e che trovano riscontro nel piano investimenti 2010-2012, nel piano industriale di Hera e negli investimenti di altri soggetti pubblici (Azienda sanitaria, Regione Emilia Romagna, Consorzio Aree Produttive). Promuovere lo sviluppo della rete di teleriscaldamento urbano collegata all’impianto di incenerimento dei rifiuti, per la produzione di calore da destinare agli edifici di nuova costruzione, agli edifici pubblici ed anche agli edifici esistenti (con un investimento di circa 8 milioni di euro nel piano industriale di Hera). Promuovere la diffusione di sistemi di cogenerazione e trigenerazione presso gli edifici maggiormente energivori (industrie, ospedali, edifici direzionali, centri sportivi multifunzionali, nuovi comparti residenziali, ecc), per cui l'investimento da parte dell'Azienda Usl e dell'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena ammontano a circa 6,5 milioni di euro. Attivare progetti per la riduzione del traffico e la promozione di una mobilità sostenibile che diano adito a una diminuzione dei veicoli circolanti (nel piano investimenti del Comune si prevedono nel triennio 14 milioni di euro per il trasporto pubblico locale, 9 milioni per le ciclabili, oltre ai 30 milioni della ferrovia Modena-Sassuolo extra piano). Conseguire una riduzione dei consumi energetici nel settore residenziale attraverso l’applicazione dell’Appendice Energia al Rue nella realizzazione di nuove urbanizzazioni, demolizioni con ricostruzione, e riqualificazioni di edifici esistenti, puntando ad elevate prestazioni energetiche, in modo tale da ridurre la domanda di energia. Sottoscrivere accordi per l’edilizia sostenibile con le imprese al fine di migliorare la qualità energetica degli edifici. Proseguire nella creazione di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA), in modo da ridurre i consumi di energie fossili attraverso una corretta progettazione urbanistica ed edilizia ed espandere gradualmente le caratteristiche di APEA alle aree industriali già realizzate, per le quali la Regione Emilia Romagna finanzierà con 2,9 milioni il Consorzio Aree Produttive per un investimento totale di 6,6 milioni. Ridurre i consumi energetici connessi all’illuminazione pubblica ed alla rete semaforica, attraverso la riqualificazione dei corpi illuminanti ed il miglioramento della loro gestione (previsti 800 mila euro da piano Hera 2010-12). Realizzare impianti fotovoltaici e solare-termici su edifici e terreni di proprietà comunale, per cui nel 2010-2012 è previsto dal Comune un investimento di 1,3 milioni di euro, già nel 2010 1 milione di euro. Promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici da parte dei cittadini favorendo ad esempio ‘gruppi d’acquisto’ fotovoltaici, per rimuovere le barriere iniziali relative all’applicabilità dell’impianto e alla scelta del fornitore. Ridurre la produzione di rifiuti negli edifici comunali, a partire dall’uso non giustificato della plastica e dall’aumento graduale della raccolta differenziata fino a raggiungere gli obiettivi prefissati (Progetto Plastica Zero). Promuovere, inoltre, iniziative di informazione e formazione verso i cittadini.
“Nell'aderire al Patto dei Sindaci il Consiglio ha davanti a sé la sfida di impegnare la città a ridurre le emissioni del 20% entro il 2020” ha affermato l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Simona Arletti. “Come amministratori abbiamo consultato i tecnici e gli esperti del territorio, consapevoli che una scelta politica senza il supporto di una pianificazione accurata poteva risultare soltanto utopistica. Il nostro dovere è però quello di definire un impegno che guardi al futuro, tracciando il cammino giusto anche se non facile, per chi amministrerà la città nei tempi a venire”. Si parla di “mobilitare risorse per oltre 46 milioni di euro nel triennio 2010-12, senza gli investimenti di imprese private, quindi vi propongo sì una sfida politica, ma con basi solide”.
Ingrid Caporioni, Pd, ha aperto il dibattito ringraziando l’Amministrazione per “l’importanza di queste azioni sulle generazioni future dei cittadini. Già gli scorsi anni Modena è stata protagonista di azioni a favore dell’ambiente. Questo è un patto che viene dal basso, è necessario un impegno da parte di tutti, singoli cittadini, imprese e istituzioni. Questo nostro virtuosismo risulterà però inutile se a livello nazionale il Governo non si prenderà a sua volta un pezzo importante di responsabilità”.
Per Fabio Rossi, Pd, “il patto è una azione di responsabilità che impegnerà le prossime due legislature. E’ una sfida che la Commissione Europea lancia ma che deve partire dal basso e ad oggi sono più di 1000 le città che hanno aderito. Sono previste una serie di operazioni concrete che coinvolgono tutti gli attori sociali. Abbiamo di fronte l’occasione di offrire alle future generazioni la sfida di costruire un sistema per consentire alla nostra terra di rimanere un luogo vivibile”.
Giorgio Prampolini, Pd, ha affermato che “non ci sono più le condizioni per aspettare o essere titubanti, l’Europa deve guidare il processo per salvare la nostra terra. Le situazioni di crisi obbligano a riprogettare il comune cammino degli uomini improntato alla sobrietà e solidarietà, impegno e nuove regole. Ritengo che questo impegno che l’Amministrazione si assume sia forte e giusto, necessario per promuovere la salvaguardia dell’ambiente e il futuro dei nostri figli”.
Sergio Celloni, Mpa, ha sottolineato le proprie perplessità sul fatto che “temi così importanti vengano lasciati all’educazione dei cittadini. Oggi ci sono attività che bisogna svolgere e per ridurre le emissioni bisogna capire quali sono le realtà importanti nel rispetto della crescita della città. Dobbiamo continuare a produrre e a far andare avanti le nostre aziende, non ci possiamo fare nulla. Piuttosto è necessaria una riqualificazione”.
Federico Ricci, Sinistra per Modena, ha sottolineato l’importanza “di questo cammino di responsabilità che condividiamo. C’è un capitolo importante che è quello dell’innovazione e della sostenibilità ambientale come risorsa: l’Amministrazione nella gestione della città ha cioè messo come priorità l’uso sostenibile delle risorse. Credo che quando sarà il momento ci vorrà attenzione sugli aspetti di teleriscaldamento con l’attività dell’inceneritore, ma questa è una delibera di indirizzo”.
Per Mauro Manfredini, Lega Nord, “il piano energetico regionale è previsto dal 2004 da una legge regionale. Prevede stanziamenti regionali pari a 90 milioni di euro in 3 anni e sono previsti anche accordi con il Governo per un cofinanziamento di interventi. Questa delibera non è altro che un atto dovuto in quanto parte del piano energetico regionale approvato a fine ottobre 2009. Si tratta di un obbligo, è un nostro dovere provvedere a curare l’ambiente che è ammalato, ed è un nostro dovere curarlo”.
Olga Vecchi, Pdl, ha sottolineato che “è veramente una sfida ardua. A fronte di una serie di alberi piantati per migliorare l’ambiente abbiamo una cementificazione oltre il livello, strade inadeguate, così come il trasporto pubblico. I termovalorizzatori producono energia e inquinano anche meno: il problema di Modena è il raddoppio, che non è necessario, serve solo per far fare cassa ad Hera e all’Amministrazione. Rischiamo di stare qua oggi a discutere solamente di parole, bisogna cambiare la politica ambientale”.
“Se si parla genericamente di tutela dell’ambiente dovremmo essere tutti d’accordo, ma non è così vero. La città sostenibile non esiste” ha detto Eugenia Rossa, IdV. “L’unico modo è quello di consumare meno risorse perché non esiste una tecnologia che oggi ci consente di consumare come ora. Questo testo è molto generico e in parte contraddittorio, si potrebbe anche osare. E’ una situazione drammatica quella dell’inquinamento e c’è bisogno di provvedimenti drastici. Le strutture pubbliche, ad esempio, consumano tantissimo”.
Per Vittorio Ballestrazzi, Modena a 5 Stelle, “la delibera in discussione ha luci ed ombre. Per cancellare queste ombre entro febbraio presenteremo 3 o 4 delibere di iniziativa: sulla raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale, sulla diffusione dei distributori alla spina di latte, detersivi, ecc, sull’incentivazione del sistema del vuoto a rendere, sui percorsi ciclabili casa-scuola, sulla promozione del car pooling, e su analisi a basso prezzo dell’acqua del rubinetto”. Il consigliere ha poi presentato due degli emendamenti alla delibera del Patto dei sindaci.
William Garagnani, Pd, ha affermato: “Modena è la città che ha il maggior numero di piste ciclabili, circa 250 chilometri di percorsi ciclabili protetti. In un anno solo per portare i figli a scuola e tornarli a prendere vengono percorsi oltre 9 milioni di chilometri in auto, che comporta una quantità inquinante dal 2 al 4% del totale inquinante della città. Intervenire lì, sul grande produttore del traffico che è quello dello spostamento casa-scuola vuol dire eliminare un grande elemento”.
Paolo Trande, Pd, ha aggiunto: “Oggi stiamo per approvare una delibera molto ambiziosa: ridurre le emissioni di anidride carbonica del 20% in 10 anni è un obiettivo molto ambizioso. La comunità scientifica sul tema del riscaldamento climatico non è unanime. Ci sono ricerche che dimostrano che esiste una relazione tra anidride carbonica, surriscaldameto ed effetti della salute. Bisognerebbe recuperare il ritardo e tentare di raggiungere i paesi più avanzati sul surriscaldamento climatico”.
Per Stefano Barberini, Lega Nord, “abbiamo parlato di temi mondiali, quando poi in Comune non abbiamo una raccolta differenziata efficiente. Invece di parlare di quello che faremo quando arriveremo al traguardo, dovremmo iniziare a pensare ad oggi e al fatto che siamo una delle città più inquinate. Il primo modo per riuscire a diminuire le emissioni di Co2 oggi era parlare di questa delibera 5 secondi, su cui dovevamo essere tutti d’accordo, andare avanti con gli altri problemi della città e andare a casa. Risparmiavamo in luce, riscaldamento e tempo”.
Adolfo Morandi,Pdl, ritiene quella presentata “una delibera utopistica che andava sviluppata con elementi diversi. Il Comune di Modena non ha la capacità di arrivare a delle azioni di questo tipo. Per ridurre l’emissione di anidride carbonica in atmosfera il Comune poteva ad esempio incentivare la raccolta differenziata porta a porta. La produzione industriale è fatta di ditte che bruciano combustibile, la soluzione è o non produrre più o cambiare sistemi produttivi, in modo da utilizzare l’energia elettrica”.
Giancarlo Pellacani, Pdl, si è dichiarato “scettico e pessimista sulla delibera. L’unico modo di produrre energia nel nostro paese è far ricorso ai combustibili fossili. E’ un atto di deresponsabilizzazione politica grave quella di far ricorso al referendum popolare su un tema come quello della produzione energetica. Chiederei al Comune un atto di grande coraggio: di fare interventi sia nel campo della mobilità che nel campo del riscaldamento che davvero portino a una riduzione dei consumi”.
Giampaolo Campioli, Pd, ha affermato: “Sono stati individuati obiettivi concreti. Le linee di indirizzo sono state tradotte in obiettivi con tanto di importi. Non si tratta solo di parole come dicono alcuni. Si parla di modalità, progetti, materiali per arrivare concretamente a ridurre l’inquinamento. E’ naturale che si aderisca a questo patto perché l’Amministrazione si è già mossa in una direzione chiara verso obiettivi concreti”.
Sandro Bellei, Lega Nord, ha chiesto “Si tratta di un problema importante, ma sul quale il Comune poco o nulla può fare. Un esempio di come il Comune possa agire sulla sul problema è il controllo delle emissioni controllabili, attraverso la verifica da parte dei vigili del famoso bollino dei gas di scarico dell’automobile. Perché non lo fa? Non si registrano multe a chi inquina tenendo accese le automobili in sosta. Voteremo a favore, ma mi attendevo un intervento volto al cambiamento dello stile di vita dei modenesi”.
Pini Luigi Alberto, Pd, ha affermato:“Il problema centrale è se il pattume è di destra o di sinistra? Il pattume rappresenta meglio di qualsiasi altra cosa la scelta di vita, rappresenta la scelta di come noi possiamo usare le nostre risorse. Il Comune in questo può fare tanto, può influire su alcuni dei meccanismi importanti che producono anidride carbonica. Siamo tutti d’accordo sulla raccolta differenziata, ma manca una sanzione per chi non la fa e la gente va educata”.
L’assessore Arletti nella sua replica ha ringraziato i consiglieri per il dibattito: “Credo sia apprezzabile la lungimiranza della scelta dell’Unione europea nell’individuare gli enti locali come elementi strategici. E’ una sfida che non può prescindere dal coinvolgimento di tutta la città e la provincia. Tutti gli enti locali della provincia stanno pian piano aderendo al patto. Entro un anno dovremo presentare in Consiglio un piano e dovremo dimostrare di essere stati capaci di mettere in rete l’impegno pubblico e quello privato”.
Sono intervenuti per le dichiarazioni di voto i consiglieri Sandro Bellei, Federico Ricci, Vittorio Ballestrazzi, Adolfo Morandi, Paolo Trande, Eugenia Rossi, e Sergio Celloni. Per ragioni personali sono intervenuti il consigliere Federico Ricci e Michele Andreana.
 

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