23/11/2010

CONSIGLIO UNANIME CONTRO LE PUBBLICITA' LESIVE PER LE DONNE

L'Aula ha chiesto a sindaco e Giunta di impegnarsi per chiedere il rispetto del Codice di autodisciplina e per avere città libere da messaggi offensivi della dignità

Il Consiglio comunale ha chiesto all’unanimità a sindaco e Giunta di impegnarsi per chiedere il rispetto delle regole del Codice di autodisciplina nella pubblicità e per avere città libere dalle pubblicità lesive delle donne e dei bambini.
E’ stato approvato ieri, lunedì 22 novembre, l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza che sollecita l’Amministrazione a proseguire e potenziare, nelle scuole elementari e medie, politiche e programmi per trasmettere ai bambini il rispetto della dignità umana e la parità di genere e ad appoggiare e fare proprie iniziative per la campagna promossa dall'Unione donne d’Italia (Udi) nazionale. La mozione chiede inoltre di sollecitare i Governi nazionale e regionale, per quanto di competenza, ad attuare la risoluzione del Parlamento europeo sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che definisce inammissibile il modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile, e indica agli stati membri di adeguare decretazioni e leggi in tal senso e di invitare le agenzie del territorio, anche avvalendosi dell'ufficio affissioni del Comune, ad aderire al codice di autodisciplina pubblicitaria italiana.
L’ordine del giorno è stato presentato dalla consigliera del Pd Ingrid Caporioni. Federico Ricci di Sinistra per Modena nel suo intervento ha terminato la lettura della lunga e articolata mozione. “Il succo dell’ordine del giorno è il fatto che non si capisce perché per vendere pneumatici si debba utilizzare una donna seminuda vestita da pantera”, ha aggiunto.
Per il Pd, Giulia Morini ha proposto che il Comune si impegni, “oltre a vigilare sulla pubblicità lesiva, a inserire all’interno delle proprie pubblicazioni illustrazioni finalizzate a sovvertire questi cliché sui ruoli di uomini e donne all’interno della nostra società, soprattutto in tema di lavoro. Cinzia Cornia ha sottolineato come, oltre alla pubblicità, “negli ultimi anni siamo testimoni di una serie di trasmissioni diseducative che trasmettono l’idea di successo sfruttando la bellezza del proprio corpo. Sulle ragazzine fanno un effetto micidiale”. La presidente del Consiglio Caterina Liotti ha illustrato la campagna dell’Udi per contrastare il fenomeno: “E’ importante sapere che è possibile denunciare tali pubblicità”, ha detto. “Sappiamo che il Comune non può censurare, ma in altre realtà sono state costituite Commissioni ad hoc, con la presenza delle associazioni femminili, per valutare ad esempio i parametri che rendono le pubblicità lesive. Spero ci possa essere una modalità di monitoraggio sulla base delle regole in tema di affissioni e manifesti”.
Olga Vecchi, Pdl, si è detta favorevole alla mozione. “In un’epoca in cui la violenza la fa da padrona, certi spot possono incentivarla”, ha detto. “Una ragazza influenzata da certi esempi finisce per coltivare la cultura dell’apparire invece che quella dell’essere. Bisogna intervenire per educare sin da piccoli i bambini all’idea giusta della personalità”.
Eugenia Rossi, Idv, ha sottolineato come “in un settore specifico come quello della pubblicità tornino questi vecchi stereotipi. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti la situazione è completamente diversa – ha commentato – e negli spazi pubblicitari viene messa in discussione tutta l’organizzazione tradizionale familiare. Da noi c’è stata una recessione su questo fronte, bisogna stare molto attenti”.
Nel dibattito è intervenuta anche l’assessore Simona Arletti che ha ricordato come “il livello di parità uomo-donna è significativo del livello culturale di un Paese. Mai come in questo momento il nostro livello è sceso in basso. C’è una concezione diffusa e sottostante nel mondo dell’informazione e della pubblicità che dà per scontati una serie di stereotipi. Ci vuole un rispetto del genere femminile che attualmente non è garantito”, ha aggiunto.
 

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