17/11/2010

CRISI E FUTURO, "COMUNE E PARROCCHIE LAVORINO INSIEME"

Stati generali, il sindaco Pighi e l'assessore Maletti hanno incontrato in Municipio 22 sacerdoti modenesi per riflettere su fragilità e risorse della città

Offrire sostegni concreti a chi si trova in difficoltà, prestare più attenzione alle famiglie, garantire l’apprendimento della lingua italiana agli stranieri per favorire l’integrazione. Ma anche ripensare la rete degli oratori, ideare forme di coordinamento che possano ridurre i costi e migliorare i risultati, intensificare la collaborazione tra “tutti gli attori della vita sociale”.
Sono alcuni dei temi emersi dall’incontro che si è svolto nei giorni scorsi in Municipio tra il sindaco di Modena Giorgio Pighi, l’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti e 22 parroci dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola. Il confronto con i sacerdoti era previsto dall’agenda di “Effetto Modena”, gli stati generali sul presente e sul futuro della città dedicati a quattro temi: Stato sociale e compatibilità, economia e lavoro, urbanistica e sviluppo urbano, capitale sociale e immigrazione.
“E’ un percorso che deve portarci a compiere oggi le scelte giuste per costruire la città dei prossimi vent’anni - ha detto il sindaco Giorgio Pighi rivolgendosi ai parroci - e a voi chiediamo un contributo di idee maturate nella vostra esperienza quotidiana accanto a tanti modenesi. Stiamo affrontando le emergenze di oggi nell’ambito della nostra normale attività amministrativa, volta a dare aiuto a chi è in difficoltà, a tutelare dei servizi fondamentali, a sostenere l’economia, a salvaguardare sport e cultura. Tuttavia – ha aggiunto il sindaco - l’emergenza non può farci dimenticare la necessità di progettare, perché una città che non progetta perde la fiducia in se stessa e la speranza di migliorare”.
Numerosi gli interventi dei parroci sui temi proposti da “Effetto Modena” e, più in generale, sui problemi della città, sul rapporto tra società civile e comunità cattolica, sul volontariato, la povertà, il lavoro e l’integrazione.
Il primo ad intervenire è stato don Sergio Mantovani di Santa Caterina, che ha sottolineato le difficoltà esistenti nel rapporto tra scuola e immigrati e l’esigenza di offrire sostegni concreti e strumenti per l’apprendimento della lingua italiana per favorire l’integrazione. Sulle prospettive dello Stato sociale, il sacerdote ha espresso preoccupazione: “Cosa accadrà ai nostri vecchi e quali rischi si prospettano sul fronte dell’assistenza e dei contributi?”, ha chiesto.
L’assessore Maletti non ha nascosto le difficoltà che derivano dalla riduzione delle risorse e dall’aumento della domanda di servizi: “I tagli del Governo – ha detto - impongono scelte pesanti e obbligano a ripensare completamente modalità e standard dei servizi agli anziani e alle persone diversamente abili. Il Comune di Modena fa tutto il possibile, ma non può essere lasciato solo”.
Per don Federico Pigoni della Città dei Ragazzi la crisi sta rompendo il patto tra società ed economia. “I nostri corsi del mattino vedono la presenza di almeno il 70% di ragazzi stranieri, ma quelli serali vengono frequentati soprattutto da adulti italiani, persone che hanno perso il lavoro e che cercano un’alternativa attraverso la formazione”, ha ricordato. Secondo il sacerdote, “serve più attenzione alla famiglia e forse anche uno sviluppo del volontariato interamente gratuito, forme di no-profit ancor meno profit”.
Oggi le le parrocchie modenesi vengono frequentate da chi abitualmente partecipa alle attività pastorali e da persone e famiglie in difficoltà “per le quali si può oggettivamente far poco”, ha osservato don Arrigo Malavolti di San Lazzaro. “Dovremmo favorire il dialogo e soprattutto provare a fare qualcosa tutti insieme”, ha aggiunto.
I temi della casa e della mobilità sono stati al centro dell’intervento di don Franco Borsari della Madonnina, che ha sottolineato l’importanza degli interventi avviati per il recupero dei quartieri e ha ricordato che la scarsa conoscenza della lingua italiana è per gli stranieri, soprattutto per le donne, un ostacolo all’integrazione.
La necessità di mantenere in equilibrio ciò che si fa per gli immigrati e ciò che deve essere garantito agli italiani è stata sottolineata da don Giorgio Bellei dello Spirito Santo, secondo il quale vanno tuttavia “corretti gli eccessi che spesso si manifestano nel tenore di vita di molti modenesi”.
“Accanto ai problemi e alle difficoltà – ha aggiunto don Luigi Bigini di Sant’Agnese - è bene ricordare a chi si lamenta di continuo anche ciò che di buono si sta facendo, sia da parte del Comune che da parte della Chiesa. Aiutiamo tante persone e tante famiglie, possiamo ancora migliorare, ma sarebbe sbagliato dare l’idea che non si stia facendo nulla, che si parta da zero, perché non è così”, ha concludo.
Don Alberto Zironi di San Faustino ha proposto di programmare incontri in varie zone della città per recuperare la dimensione dello scambio diretto e don Fernando Bellelli di Portile ha suggerito di ripensare la rete degli oratori e di ideare forme di coordinamento degli interventi che possano ridurre i costi e migliorare i risultati.
“Coordinamento e integrazione tra le diverse esperienze non solo sono necessari, ma indispensabili - ha detto il sindaco Pighi a conclusione dell’incontro – e il lavoro avviato deve trovare continuità nel confronto e nella condivisione di soluzioni concrete”. Il vicario generale monsignor Paolo Losavio ha ringraziato il sindaco per il confronto. “Ancora una volta – ha detto - emerge con chiarezza la necessità di una forte collaborazione tra tutti gli attori della vita sociale modenese”.
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