24/11/2010

DAL PITTI A LIONE, A MODENA 14 MUSEI DELLA MODA

Il convegno internazionale "Antiche trame, nuovi intrecci", venerdì 26 e sabato 27 novembre, sarà dedicato alla conoscenza e alla promozione delle collezioni tessili

Dal Museo d’arte di palazzo Madama a Torino alla Galleria del costume di palazzo Pitti a Firenze, dal Museo della moda di Gorizia al Musée des tissus et des arts dècoratifs di Lione: sono 14 le istituzioni italiane e internazionali che saranno rappresentate a Modena in occasione del convegno “Antiche trame, nuovi intrecci: conoscere e comunicare le collezioni tessili”, in programma venerdì 26 e sabato 27 novembre alla Camera di commercio di Modena in via Ganaceto 154 (www.convegnotessili.it). Per Modena, le due giornate saranno anche l’occasione di valorizzare la collezione Gandini del Museo d’arte, che conta 2 mila 500 frammenti di tessuti antichi.
All’iniziativa, promossa dal Museo civico d’arte in collaborazione con l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento dei storia delle arti dell’Università di Pisa, partecipano anche il Museo studio del tessuto della Fondazione Antonio Ratti di Como, il Centro studi tessuto e Moda Dvj di Genova, l’istituto di Alti studi Imt di Lucca, le Raccolte civiche del Castello Sforzesco di Milano, il Museo del Tessuto di Prato, il Museo Fortuny di Venezia. Dall’estero saranno rappresentati, oltre a Lione, il Museo del Traje di Madrid, l’Abegg Stitfung di Riggisberg (Svizzera), il Centre de Documentaciò i Museu Tèxtil di Terrassa (Spagna).
La due giorni di studio sarà accompagnata da eventi collaterali che coinvolgeranno la città. Nella sala Gandini del Museo civico d’arte (al Palazzo dei Musei in viale Vittorio Veneto 5), i tessuti antichi dialogheranno con l’arte contemporanea di Sabrina Mezzaqui, con l’installazione “La realtà non è forte”. Sempre al museo sarà inaugurato un percorso sensoriale dal titolo “Con/tatto” dedicato al velluto. L’allestimento punta a far conoscere questo tessuto, noto in Europa fin dal Nono secolo, ma battezzato con il nome attuale solo nel Trecento, offrendo la possibilità di toccarne dei campioni per sperimentarne la morbidezza, i motivi decorativi, le anelline e i ciuffetti. In mostra nelle sale del museo anche abiti originali dell’Ottocento.
 

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