26/11/2010

MODENA A KM ZERO, POTREBBE INTERESSARE 7 FAMIGLIE SU 10

Secondo una ricerca di Nomisma i mercati degli agricoltori dovrebbero essere però più comodi e vicini a casa. Pini: "Ecco i vantaggi per produttori, consumatori e cittadini".

“Negli ultimi si è anni sempre più diffuso il bisogno di ripristinare il legame tra modelli di consumo e territorio di origine, portando molte famiglie italiane a sviluppare un rinnovato interesse verso prodotti alimentari locali e formule di acquisto diretto. Per questo prestiamo particolare attenzione a questo fenomeno economico”. Lo afferma Graziano Pini, assessore alle Politiche economiche del Comune di Modena, che ha elaborato assieme alle associazioni di consumatori (Federconsumatori, Adiconsum Movimento Consumatori) e in collaborazione con Agenda 21 il progetto “Modena a km zero”.
Secondo i dati dell’Osservatorio consumi di Nomisma, oltre un terzo delle famiglie italiane (il 36%) ha fatto acquisti direttamente dagli agricoltori almeno una volta nel 2009; una famiglia su dieci fa acquisti settimanali direttamente dai produttori e e oltre il 70% delle famiglie italiane sarebbe disposta a fare la spesa nei mercati degli agricoltori se fossero più comodi e vicini a casa. In Italia, secondo la stessa ricerca, gli acquisti diretti sono circa il 3% del totale della spesa alimentare, mentre il 16% delle aziende agricole dell'Emilia-Romagna fa regolarmente vendita diretta dei propri prodotti.
Direttamente dall’agricoltore si acquistano soprattutto frutta e ortaggi di stagione (27% delle famiglie italiane), ma anche prodotti trasformati come formaggi, latte e burro (13,5%), olio d’oliva (8%), vino (4%) e salumi (4%); poco più del 3%, infine, si rivolge al produttore per l’acquisto di carne, uova e miele.
Le motivazioni principali indicate sono freschezza (13%), qualità (9,5%), salubrità (3%), mentre il prezzo passa in secondo piano.
“Alla luce di questi dati – conclude Pini – siamo ancor più convinti del fatto che la filiera corta sia vantaggiosa per la città nel complesso e per produttori e consumatori, i quali hanno interesse reciproco a incontrarsi per diversi motivi: anche i piccoli possono entrare in un circuito commerciale e ricavare un compenso equo dal loro lavoro; garantire la qualità e la freschezza dei prodotti ortofrutticoli; conoscere la provenienza del prodotto e come lavora il produttore; ridurre l'impatto ambientale legato al trasporto per lunghe tratte”.
 

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