17/12/2010

SOTTO IL PARCO NOVI SAD VILLAGGIO ARTIGIANALE E NECROPOLI

Dal 19 dicembre la mostra "Archeologia di uno spazio urbano" ricostruisce la storia antica di quello che diventerà il più grande parcheggio sotterraneo della città

 


Era utilizzata come zona artigianale e produttiva e come necropoli, con decine di tombe che affiancavano una grande strada in ciottoli diretta a nord ovest: così appariva, in età romana, la zona del parco Novi Sad di Modena. I recenti scavi per la costruzione del parcheggio sotterraneo “Novi Park” hanno fatto emergere testimonianze preziose per gli archeologi: collane, ornamenti, oggetti in bronzo, teschi e ossa che da sabato 19 dicembre saranno visibili a tutti i modenesi nella mostra “Parco Novi Sad: archeologia di uno spazio urbano”, allestita al Lapidario romano (Palazzo dei musei, largo Porta Sant’Agostino). Tra reperti, pannelli e audiovisivi, il percorso della mostra metterà in luce, in una sorta di viaggio nel tempo, i cambiamenti di questa porzione di paesaggio urbano dell’antica Mutina.
In età romana ci sono testimonianze dei molteplici usi di quest’area, che faceva parte dell’immediato suburbio della città. A una funzione produttiva artigianale, indicata dalla presenza di pozzi, di una grande vasca e di un probabile edificio rustico, si accompagna, già forse dalla fine dell’età repubblicana, una destinazione prevalentemente funeraria, testimoniata dalla presenza di numerose tombe che affiancano la grande strada in ciottoli che si staccava dal centro urbano in direzione nord-ovest. Quest’ultima, attualmente ancora in corso di indagine per le fasi più antiche, sembra essere stata in uso per secoli, quasi sicuramente dalla fine dell’età repubblicana fino al V secolo dopo Cristo, come documenta il tracciato eccezionalmente conservato che verrà riproposto al pubblico nell’ambito del progetto di valorizzazione archeologica del parco Novi Sad. La rarefazione della frequentazione del sito in età tardo-antica e altomedievale è testimoniata dalla presenza di radure boschive fino a quando, in piena età medievale, viene costruito un monastero con annesso cimitero, sovrapposto in parte all’antica arteria stradale romana.
Una ricchissima fonte di informazioni si sono rivelate le discariche individuate in varie zone dello scavo. In questa zona periferica della città venivano ammassati veri e propri immondezzai che per l’archeologo sono una miniera preziosa di informazioni: da queste grandi buche provengono frammenti di vita quotidiana, ma anche oggetti rari e preziosi: collane, ornamenti, lucerne figurate, vari oggetti in bronzo, fra cui uno strigile, strumento usato dai gladiatori per detergere il corpo, decorato con rappresentazione di lotte gladiatorie.
La mostra, che sarà accompagnata da una guida di 48 pagine a cura di Ilaria Pulini, Silvia Pellegrini, Donato Labate e Mauro Librenti, è organizzata da Soprintendenza Archeologica e Museo Civico Archeologico, dagli Assessorati alla Cultura e Urbanistica, da Modena Parcheggi, con la collaborazione degli Amici dei Musei e dei monumenti modenesi e delle cooperative Archeologia e Archeosistemi. Resterà aperta fino al 17 maggio, tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (ad eccezione del 25 dicembre e dell’1 gennaio in cui l’apertura sarà soltanto pomeridiana, dalle 15 alle 18). L’inaugurazione è in programma alle 11 di domenica 19 dicembre e i partecipanti riceveranno in omaggio il calendario 2011 del Museo civico archeologico etnologico, che come ogni anno propone una selezione dei reperti più significativi emersi dagli scavi archeologici.

 

 

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