15/04/2010

IN MUNICIPIO IL "TOBIOLO" DI ADEODATO MALATESTA

Sabato 17 aprile alle 10 la presentazione del dipinto nella Sala di Rappresentanza

Un “dipinto di soavissima espressione, di puro disegno, di pennello vero ed armonico”. Così lo storico dell'arte ottocentesco Pietro Selvatico definì il “Tobiolo” di Adeodato Malatesta, l'opera che sabato 17 aprile alle 10 si presenta alla cittadinanza modenese nella Sala di Rappresentanza del Palazzo comunale in piazza Grande. Il dipinto è uno dei più importanti realizzati dal Malatesta, il principale pittore modenese dell’Ottocento (Modena, 1806-1891).
La presentazione ufficiale, presieduta dal sindaco Giorgio Pighi, prevederà un intervento di carattere storico-artistico a cura della direttrice del Museo Civico d’Arte, Francesca Piccinini. La presentazione sarà accompagnata da un breve intervento musicale di Riccardo Castagnetti che suonerà per l’occasione l’organo ottocentesco conservato nella sala.
L’opera, raffigurante Tobiolo che ridona la vista al padre, fu commissionata all’artista dalla contessa Teresa Bertolini Castaldi Boschetti nel 1835 insieme a un’altra tela di soggetto biblico, “Il ripudio di Agar”. Terminata nel 1843, era esposta in origine nel salone della Villa Buonafonte di Collegara, più nota ai modenesi come Villa delle Cento Finestre. Nel 1998 Graziella Martinelli Braglia, curatrice della mostra dedicata a Malatesta, identificò la tela, poi concessa dai proprietari in deposito al Museo civico d’arte, viene ora esposta nel contesto della Sala di Rappresentanza del Palazzo comunale insieme ad altri esempi della pittura malatestiana.
Il dipinto, la cui genesi è testimoniata dal cartone preparatorio conservato nella raccolta di grafica del Museo civico d’arte, è una delle pagine più eloquenti della produzione del pittore, direttore dell’accademia modenese per cinquant’anni (1840-1890) e punto di riferimento imprescindibile per numerosi artisti modenesi, tra cui Mundici, Simonazzi, Asioli.
Il “Tobiolo” fu salutato, fin dalla sua comparsa, come “manifesto” della fase purista dell'artista, entrato in diretto contatto con la cerchia di pittori che nel 1834 firmarono il manifesto del Purismo durante i soggiorni romani di quegli anni. Evidenti appaiono i riferimenti alla pittura del Quattrocento, particolarmente apprezzata anche alla corte di Francesco IV d’Austria-Este, come testimonia l’ingresso in Galleria Estense, avvenuto proprio in quegli anni, delle opere di Francesco Bianchi Ferrari, Marco Meloni e Bernardino Loschi. Anche la scelta del tema biblico si allineava alle predilezioni dei Puristi, come testimoniano le opere di artisti come Tommaso Minardi o Friederich Overbeck.
Contraddistinta da forme eleganti e calibrate, l'opera è animata dai caldi colori del tramonto e resa più vivida da sapienti giochi di luce. Grazie ai collezionisti che hanno voluto rendere il dipinto pubblicamente visibile, la presenza del “Tobiolo” qualifica e completa l'esposizione di dipinti dell'Ottocento allestita nelle sale del Palazzo comunale (per informazioni: www.comune.modena.it/museoarte,
museo.arte@comune.modena.it, 059 2033101).
 

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