14/09/2010

SCUOLA, "A MODENA PERDONO IL LAVORO 350 DOCENTI PRECARI"

Lo ha detto l'assessore all'Istruzione Querzè rispondendo a un'interrogazione di Garagnani (Pd) che ha dato vita a un lungo dibattito sulla riforma del ministro Gelmini

“Oltre 350 posti perduti, tra docenti, personale ausiliario, nella provincia di Modena; 140mila in Italia. Si tratta della più drastica riduzione di personale mai attuata dalla scuola italiana, ma non si conoscono i numeri esatti e soprattutto il profilo di queste persone, che dopo anni di precariato si trovano senza lavoro. La possibilità di usufruire di ammortizzatori sociali dipende dalla posizione contrattuale dei singoli negli ultimi due anni. Dati e notizie non circolano e in alcune scuole i genitori non sanno ancora che orario faranno i figli”.
Lo ha detto l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena, Adriana Querzè, rispondendo all’interrogazione del consigliere William Garagnani (Pd) “Sos della scuola modenese a causa dei tagli Gelmini”. Tre le questioni sollevate nel documento: il personale rimasto senza lavoro; i problemi didattici derivati dalla riduzione di insegnanti e ore e, di contro, gli 800mila euro di finanziamenti statali alla scuola gestita dalla moglie del ministro Bossi; la possibilità di costituire un osservatorio indipendente per monitorare la situazione.
“Basta con le strumentalizzazioni, questo Governo ha fatto ciò che il Governo Prodi aveva iniziato”, ha affermato Mauro Manfredini (Lega nord), dopo aver chiesto la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza. Il consigliere ha difeso la riforma del ministro Gelmini che “ha continuato a proporre alle famiglie moduli a 27, 30 e anche a 40 ore settimanali; non ha dato continuazione alle decisioni del Governo Prodi circa la riduzione del numero degli insegnanti di sostegno e ha razionalizzato la scuola elementare, trasformata dalla sinistra in uno stipendificio, ripristinando il maestro unico.” Stefano Barberini (Lega nord) ha citato dati del 2008, tratti dal quotidiano “Il Riformista”, secondo cui nel bilancio pluriennale 2009-2011 gli stanziamenti per la scuola sono aumentati di 656 milioni di euro. Ha anche ricordato come diverse Regioni abbiano già stanziato fondi per garantire un’indennità ai precari rimasti senza lavoro.
“La riforma del ministro Gelmini ha come obiettivo una scuola di qualità”, ha affermato Adolfo Morandi (Pdl) che ha elencato quanto fatto dal Governo: la riforma del liceo e degli istituti tecnici professionali, il voto in condotta che concorre alla media, il maestro unico, i voti al posto dei giudizi. “Inoltre – ha aggiunto - nell’ultimo biennio sono aumentate le lavagne interattive e in futuro sarà potenziato il dialogo on line tra scuola e famiglia”. Anche per Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it) “la riforma, pur con alcuni difetti, va nella direzione giusta ed è stato positivo ripristinare le bocciature negli esami di riparazione”. Il consigliere ha proposto anche di spostare 13milioni di euro provenienti dagli stipendi dei consiglieri regionali verso scuola e edilizia scolastica. Secondo Gian Carlo Pellicani (Pdl) “per la scuola, ferma alla riforma Gentile, si spende poco e male: troppe le ore di insegnamento con studenti tra i meno preparati d’Europa e risorse concentrate su elementari e medie inferiori”. Anche Pellacani ha suggerito la costituzione di un osservatorio “che miri a realizzare una riforma della scuola con al centro gli studenti, perché il precariato degli insegnanti è un problema di cui non si può far carico il sistema scolastico: è ora di cambiare le modalità di reclutamento, premiando gli insegnanti migliori.”
Per il Pd è intervenuta Cinzia Cornia (Pd): “Quella della Gemini non si può chiamare riforma, avendo l’unico obiettivo di tagliare i costi. Un conto è la razionalizzazione avviata dal Governo Prodi, altro è tagliare a Modena, che da 20 anni razionalizza eliminando le micro scuole. Lo Stato ha sempre dato incarichi annuali a gente che oggi ha 50 anni e 20 di precariato; hanno sbagliato anche gli altri governi, ma quali provvedimenti prende nei confronti di queste persone quello attuale? Inoltre – ha aggiunto - il ministro Moratti decise di dare alle famiglie la possibilità di scegliere l’orario, ma l’organico è calibrato sulle 27 ore”. Per Stefano Rimini, che ha rivolto l’attenzione anche alla situazione critica dell’edilizia scolastica, “il ministro ha fatto quel che poteva di fronte ai tagli imposti da Tremonti, ma non si costruisce il futuro del Paese tagliando sull’istruzione dei nostri figli”. Mentre, secondo Federico Ricci (Sinistra per Modena) “c’è sì bisogno di cambiamenti ma non di tagli: nella classifica Ocse l’Italia è al penultimo posto per gli investimenti sulla scuola e la precarizzazione dei docenti disperde un patrimonio di competenze e percorsi didattici”. Un punto che vede d’accordo anche William Garagnani (Pd), che ha infine sottolineato come “gli insegnanti italiani, sbeffeggiati dal ministro Brunetta, siano i peggio pagati nel mondo”.
In conclusione, l’assessore Querzè ha ricordato come i tagli previsti dal Governo Prodi, alla guida dell’esecutivo 22 mesi contro i dieci anni di Berlusconi, ammontassero a 27mila unità in 5 anni, mentre quelli della Gelmini a 140mila in tre anni ma lasciano invariata la percentuale spesa per i docenti. Ciò vuol dire che nulla di quanto sarà risparmiato verrà investito per migliorare la qualità della scuola”.
 

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