20/01/2011

ULTIMA SETTIMANA PER SCOPRIRE I CINEMA DI VINICIO VECCHI

Si conclude sabato 29 gennaio la mostra "Modena: il cinema e i cinema", che espone parte dell'archivio di 10 mila disegni donati dagli eredi dell'architetto alla Poletti

 

Raffaello, Metropol, Capitol, Splendor, Principe e Olimpia sono alcuni tra gli oltre 50 cinema realizzati da Vinicio Vecchi nella provincia di Modena. All’architetto modenese (1924-2007), progettista della città del secondo dopoguerra, è dedicata la mostra che si conclude sabato 29 gennaio alla biblioteca civica d’arte Luigi Poletti. Si tratta di una prima selezione degli oltre 10 mila disegni che gli eredi di Vecchi hanno donato alla biblioteca.
L’esposizione "Modena: il cinema e i cinema. Le sale cinematografiche e i progetti dell'architetto Vinicio Vecchi", a cura di Carla Barbieri e Lucio Fontana, è promossa dagli assessorati alla Cultura e ai Lavori pubblici del Comune di Modena e dalla biblioteca Poletti in collaborazione con l'associazione Circuito cinema, e si inserisce nel quinto Festival dell'architettura di Parma, Reggio e Modena. Si può visitare negli orari d’apertura della biblioteca civica d'arte Luigi Poletti (Palazzo dei musei, viale Vittorio Veneto 5, lunedì dalle 14.30 alle 19, da martedì a venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19, sabato dalle 8.30 alle 13).
In mostra, una selezione di materiali provenienti dall'archivio Vecchi, costituito da circa 900 buste originali e, approssimativamente, da una decina di migliaia di disegni, donato dagli eredi alla Biblioteca Poletti nel 2007. Dopo un primo lavoro di censimento di tutti i materiali sono state inventariate finora circa 200 buste e 1170 disegni. La mostra è frutto del lavoro di inventario delle carte relative ai cinema, reso possibile dal finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, nell'ambito del progetto "Archivi-a-Mo".
Tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta Modena era una delle città italiane con il più alto numero di sale cinematografiche, che negli anni della ricostruzione e del boom economico hanno rappresentato veri e propri spazi pubblici, anche se spesso appartenenti a privati, utilizzati non solo per le proiezioni di film, ma anche per spettacoli di compagnie locali, assemblee sindacali, congressi di partito, feste organizzate da aziende. Nella ricostruzione della città del dopoguerra l'ingegnere-architetto Mario Pucci (Modena 1902-1979) scelse come collaboratore il giovane Vinicio Vecchi, che diventerà per un trentennio l'architetto più attivo della città, costruendo edifici pubblici e privati, seguendo lo sviluppo e la crescita economica e sociale dei centri dell'intera provincia. La stazione delle autocorriere, gli istituti tecnici Fermi e Corni, le abitazioni-officine del villaggio Artigiano sono alcune delle opere alla cui progettazione ha contribuito Vecchi.
Cresciuto in una famiglia di decoratori e scultori, Vinicio Vecchi frequentò il Regio Istituto d'Arte; nel 1942 si iscrisse alla facoltà di Architettura a Roma, dove visse con il fratello Veldo, scultore e autore di molte opere che Vinicio inserirà nei suoi edifici, insieme a quelle dell'amico pittore Luciano Giberti. Quando i corsi vennero sospesi per il precipitare degli eventi bellici partecipò alla Resistenza insieme ad altri componenti della famiglia. Riprese gli studi di architettura a Milano laureandosi nel 1952. Durante gli studi frequentò i corsi di Vittorio Gandolfi, Giò Ponti e soprattutto di Mario Cavallè, grande progettista di cinema in Italia.

 

 

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