01/03/2011

HERA, "IL CDA PERCEPISCE IN TUTTO 2,5 MILIONI DI EURO"

Lo ha detto il sindaco rispondendo a un'interpellanza di Morandi (Pdl). Nella stessa seduta Pighi ha replicato anche a quella illustrata da Nicola Rossi (Lega)

L’importo dei compensi percepiti dall’intero Consiglio di amministrazione di Hera ammonta a 2 milioni 255 mila euro, come si desume dall’ultimo bilancio pubblicato sul sito della società, e non a 5 milioni di euro. Lo ha detto il sindaco di Modena Giorgio Pighi rispondendo all’interpellanza presentata da Adolfo Morandi (Pdl) nella seduta del Consiglio comunale di ieri, lunedì 28 febbraio.
Illustrando la mozione intitolata “Compensi al Cda di Hera (quasi 5 milioni di euro annui): non sarebbe il caso di ridurli a vantaggio dei cittadini?”, il capogruppo del Pdl ha chiesto al sindaco: “Non ritiene opportuno rivedere la struttura organizzativa dell’amministrazione societaria in modo di ridurre almeno del 50 per cento i costi di amministrazione?”. Morandi ha quindi parlato del contesto di “crisi economica generalizzata in cui le famiglie si vedono continuamente aumentare le tariffe di Hera” e ha ricordato che “la multiutility Iren ha ridotto del 15 per cento i compensi degli amministratori”.
Pighi ha replicato spiegando, in particolare, che il compenso dei singoli consiglieri di amministrazione ammonta a 50 mila euro annui; presidente e amministratore delegato percepiscono 350 mila euro e possono ricevere un’indennità di risultato. Complessivamente, nel 2009, il presidente ha percepito 427 mila euro, l’amministratore delegato 442 mila, il vicepresidente 120 mila. Il sindaco ha spiegato che “gli emolumenti complessivi corrisposti nel 2009 incidono per lo 0,07 % sul totale dei costi della gestione della società e sono inferiori a quelli corrisposti agli amministratori di multiutility confrontabili con Hera, cioè A2A e Iren. Nel 2009 la società A2A ha corrisposto 4 milioni 120 mila euro ai componenti dei Consigli di sorveglianza e di gestione, di cui 912 mila al presidente del Consiglio di gestione. Iren, società nata dalla fusione tra Iride ed Enìa, ha ridotto i compensi del Consiglio di amministrazione rispetto a quelli corrisposti da Iride, tuttavia, mentre l’indennità dei nove consiglieri senza deleghe ammonta a 23 mila euro, ai quattro componenti del comitato esecutivo sono attribuiti compensi superiori a quelli di Hera: 495 mila euro al presidente, 472 mila all’amministratore delegato, 391 mila al direttore generale e 123 mila al vicepresidente.
Nella replica, Adolfo Morandi ha sottolineato che “i numeri relativi a compensi di amministratori e dirigenti non sono inventati ma tratti dai documenti di bilancio della società”. E ha concluso: “Non credo che la risposta sia soddisfacente. Ho voluto sottolineare che il costo degli amministratori di Hera, pari 5 milioni e 300 mila, non mi pare sia né congruo né normale e credo che non piaccia ai cittadini, soprattutto in un momento come questo”.
L’interpellanza è stata trattata congiuntamente ad un’altra firmata da Lega nord, Idv, Udc e Pdl intitolata “Hera, il perché di una scelta economicamente penalizzante” e assieme ad altre due interrogazioni.
L’interpellanza faceva riferimento alla vendita, per 105 milioni di euro, di una quota di Herambiente ad un fondo anglo svedese, Eiser, declinando un’offerta superiore di 100 milioni di euro proveniente da un fondo italiano, F2i. Illustrando il documento, il capogruppo della Lega nord Nicola Rossi ha chiesto al sindaco se “era al corrente dell’operazione e se non ritenga esserci un’incomprensibile discrepanza tra i continui aumenti delle tariffe Hera e operazioni di tal portata che sembrano penalizzare i cittadini”.
Nella risposta, il sindaco ha smentito che vi sia stato alcun danno economico per i soci e ha spiegato che così come è stata riportata dalla stampa la notizia non è corretta né completa. “Le due offerte erano differenti su elementi di sostanza, tra cui le modalità di pagamento: Eiser ha offerto un pagamento immediato e incondizionato, F2i ha condizionato un parte importante dell’offerta e ha richiesto condizioni onerose in occasione della cessione della quota. Soprattutto, il fondo F2i aveva avanzato una proposta corrispondente al 35% del capitale Herambiente, rispetto al 25% posto in vendita, a cui si riferiva correttamente l’offerta di Eiser, che per altro già opera nel settore ambiente”. Pighi ha concluso ricordando che Herambiente opera sull’attività di smaltimento e non ha competenze sulla definizione delle tariffe per il servizio di igiene urbana.
In sede di replica, Nicola Rossi ha sottolineato: “L’interpellanza era basata su informazioni raccolte da stampa economica specializzata che dovrebbe essere attendibile, ma tutti conosciamo i problemi dell’informazione a maggior ragione sui temi finanziari. Ho apprezzato l’intervento del sindaco e ne tengo conto”, ha concluso. Mentre per quanto riguarda la questione delle tariffe, “sappiamo che non si parla di una stessa società, ma sono società che hanno legami”, ha precisato.
 

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