12/11/2012

ACQUA, “OBBEDIENZA CIVILE È UN’AZIONE DI PROTESTA”

Il sindaco Pighi ha risposto all’interrogazione consiliare del Pd sulle lettere di diffida inviate da Hera a 250 utenti modenesi che si sono auto-ridotti la tariffa

Come a qualsiasi altro utente moroso, Hera ha mandato una lettera di diffida ai modenesi che, aderendo alla campagna nazionale di “obbedienza civile, il mio voto va rispettato”, si sono autoridotti l’importo della bolletta, poiché la protesta prevede appunto il non pagamento della parte di remunerazione del capitale della tariffa di fornitura dell'acqua.

“La lettera non è intimidatoria, in quanto analoga a quella che viene inviata a chiunque non ottemperi i pagamenti, ma ci si può chiedere se non sarebbe stato opportuno distinguerla, visto che indirizzata a chi aderisce evidentemente a una protesta che va misurata con il metro della politica. Soprattutto considerando che 26 milioni di cittadini si sono espressi in modo chiaro attraverso il referendum e ora il Parlamento si deve attivare accogliendo l’indicazione del corpo elettorale”.

Lo ha affermato il sindaco Giorgio Pighi rispondendo lunedì 12 novembre a un’interrogazione consiliare illustrata dal capogruppo del Pd Paolo Trande, firmata anche da Giulia Morini ed Elisa Sala.

Nel documento si sottolineava come lettere “minacciose, standardizzate con intimazione al pagamento” fossero giunte a circa 250 tra gli aderenti modenesi alla campagna. Si sottolineava inoltre “la natura non speculativa dell’iniziativa che i promotori hanno varato per evidenziare la necessità di ottemperare alla volontà popolare espressa nel referendum del giugno 2011 e come la sentenza della Corte Costituzionale abbia confermato che il responso del referendum non può essere aggirato con norme che impongano la privatizzazione dei servizi idrici.

Anche per il sindaco “la sostanza della protesta è fare in modo che chi deve rispettare il dettato del referendum si attivi, mentre nel suo complesso il sistema della politica è troppo silenzioso sulla soluzione da adottare; l’azione di pressione finisce con il coinvolgere una pluralità di interessi”.

Federico Ricci di Sinistra per Modena, dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, ha ribadito l’esito del referendum confermato dalla Corte Costituzionale e ha espresso “forte preoccupazione per quello che potrebbe apparire come un tentativo di cancellare gli esiti referendari, quantomeno con l’inerzia”. Ha anche insistito sul significato della campagna, “un’azione politica auto-organizzata e consapevole che ha l’obiettivo di poter concorrere a ottenere l’applicazione del risultato uscito dal referendum, mentre anche a livello europeo una raccolta di firme sta ponendo l’attenzione sull’acqua come bene comune”.

In conclusione, Paolo Trande ha rimarcato i vuoti legislativi che si sono venuti a creare e la natura politica dell’iniziativa dei comitati che quindi non andavano trattati come “furbetti, anche se sappiamo – ha detto - che l’Amministrazione si è attivata perché non fossero più inviate lettere di ingiunzione”.

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