Culmina con la presentazione di una mummia di Roccapelago, avvolta da una camicia-sudario in canapa grezza, ma presenta anche abiti, monili, medagliette devozionali e alcuni quadri, la mostra “Le vesti di sempre: gli abiti delle mummie di Roccapelago e Monsampolo del Tronto. Archeologia e collezionismo a confronto”, curata da Lorenzo Lorenzini e Thessy Schoenholzer Nichols. L'inaugurazione è prevista per sabato 22 dicembre alle 17 al Museo civico d'arte di Modena, in largo Porta Sant'Agostino 337. La mostra sarà aperta da martedì a venerdì dalle 9 alle 12, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (25 dicembre e 1 gennaio aperta solo al pomeriggio).
Dal sito di Roccapelago provengono anche due sorprendenti cuffie, una di damasco e l'altra di velluto, segni di affetto lasciati sul corpo di un neonato e di una signora. Si aggiunge poi, assieme ai monili, medagliette e altri oggetti devozionali celati tra le pieghe di abiti e sudari, un raro e commovente documento di spiritualità: una lettera scritta da Maria Ori di Roccapelago, che chiede preghiere giornaliere da ripetere per ben quindici anni al fine di ottenere indulgenze, protezione divina e salvezza dell’anima. Straordinarie per l'alto stato di conservazione con cui sono giunte a noi, sono poi gli abiti delle mummie di Monsampolo, testimonati in mostra da due camicie, un busto e una cuffia.
Le vesti delle mummie saranno affiancate da alcuni frammenti tessili della collezione Gandini, oltre che da un antico telaio da tessitura, fusi e rocche provenienti dalla raccolta del lavoro contadino e artigianale di Villa Sorra. Saranno esposti, come tasselli ulteriori in grado di rievocare l'immagine di quelle generazioni, alcuni dipinti: il Portarolo proveniente dalla Raccolta Campori e a firma del grande pittore lombardo Giacomo Ceruti detto il “Pitocchetto” (1698-1767), il Ritratto di due giovinetti di fine Settecento appartenente alla scuola del Gandolfi e Due teste di carattere realizzato da Giovanni Antonio Burrini a fine 600.
La mostra è promossa da Museo civico d’arte di Modena, Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Emilia-Romagna e Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con i Comuni di Pievepelago e di Monsampolo del Tronto. È completata da proiezioni su grandi schermi dedicate ai ritrovamenti archeologici delle chiese Parrocchiali di Roccapelago e Monsampolo, e da una proiezione sul restauro conservativo delle vesti delle mummie di Roccapelago, finanziato e coordinato dall'Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
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