18/12/2012

MUSEO CIVICO/2 – VITA E MORTE IN ANTICHE COMUNITÀ RURALI

Comprende gli abiti trovati sulle mummie il percorso espositivo che inaugura il 22 dicembre

Culmina con la presentazione di una mummia di Roccapelago, avvolta da una camicia-sudario in canapa grezza, ma presenta anche abiti, monili, medagliette devozionali e alcuni quadri, la mostra “Le vesti di sempre: gli abiti delle mummie di Roccapelago e Monsampolo del Tronto. Archeologia e collezionismo a confronto”, curata da Lorenzo Lorenzini e Thessy Schoenholzer Nichols. L'inaugurazione è prevista per sabato 22 dicembre alle 17 al Museo civico d'arte di Modena, in largo Porta Sant'Agostino 337. La mostra sarà aperta da martedì a venerdì dalle 9 alle 12, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (25 dicembre e 1 gennaio aperta solo al pomeriggio).

Dal sito di Roccapelago provengono anche due sorprendenti cuffie, una di damasco e l'altra di velluto, segni di affetto lasciati sul corpo di un neonato e di una signora. Si aggiunge poi, assieme ai monili, medagliette e altri oggetti devozionali celati tra le pieghe di abiti e sudari, un raro e commovente documento di spiritualità: una lettera scritta da Maria Ori di Roccapelago, che chiede preghiere giornaliere da ripetere per ben quindici anni al fine di ottenere indulgenze, protezione divina e salvezza dell’anima. Straordinarie per l'alto stato di conservazione con cui sono giunte a noi, sono poi gli abiti delle mummie di Monsampolo, testimonati in mostra da due camicie, un busto e una cuffia.
Le vesti delle mummie saranno affiancate da alcuni frammenti tessili della collezione Gandini, oltre che da un antico telaio da tessitura, fusi e rocche provenienti dalla raccolta del lavoro contadino e artigianale di Villa Sorra. Saranno esposti, come tasselli ulteriori in grado di rievocare l'immagine di quelle generazioni, alcuni dipinti: il Portarolo proveniente dalla Raccolta Campori e a firma del grande pittore lombardo Giacomo Ceruti detto il “Pitocchetto” (1698-1767), il Ritratto di due giovinetti di fine Settecento appartenente alla scuola del Gandolfi e Due teste di carattere realizzato da Giovanni Antonio Burrini a fine 600.
La mostra è promossa da Museo civico d’arte di Modena, Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Emilia-Romagna e Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con i Comuni di Pievepelago e di Monsampolo del Tronto. È completata da proiezioni su grandi schermi dedicate ai ritrovamenti archeologici delle chiese Parrocchiali di Roccapelago e Monsampolo, e da una proiezione sul restauro conservativo delle vesti delle mummie di Roccapelago, finanziato e coordinato dall'Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.

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