06/12/2012

POLETTI/2 - GLI ARCHIVI D'ARCHITETTURA DELLA BIBLIOTECA

A disposizione degli studiosi materiali d'interesse locale, nazionale e internazionale

La Biblioteca Poletti conserva, oltre all'archivio professionale di Franca Stagi altri importanti archivi di architettura e di arte, tutti acquisiti per donazione, di ambito non solo locale. Di alcuni è già possibile la consultazione dell'inventario nel sito della biblioteca, di altri è in corso il riordinamento e la inventariazione.

Epistolario Luigi Poletti (di interesse nazionale). Luigi Poletti (Modena 1792 - Milano 1869) trascorse gran parte della sua vita a Roma, dove esercitò la professione di ingegnere-architetto dello Stato Pontificio: in questa veste seguì i grandi cantieri delle ricostruzioni (la Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, la Chiesa di San Venanzio a Camerino) e di progettazione dei teatri di Terni, Rimini e Fano. Il fondo Poletti, sul quale si fonda la Biblioteca a lui dedicata, è costituto da un considerevole patrimonio bibliografico, centinaia di disegni di architettura, un vasto carteggio, un importante nucleo di stampe fotografiche, incisioni sciolte e in volume. L'inventario dell'archivio, costituito da 46 buste di materiali, sarà prossimamente consultabile on line.
Archivio professionale di Vinicio Vecchi (di interesse soprattutto modenese-bolognese). Modena (1924-2007). Cresciuto in una famiglia di scultori, dopo aver frequentato la scuola d’arte, studia architettura a Roma e a Milano. Tornato a Modena diventa il piú giovane consigliere comunale per il PCI e collabora con Mario Pucci nella progettazione di numerose opere pubbliche e private che trasformano la città durante la ricostruzione, come la Stazione delle Autocorriere, la sede delle Aziende Municipalizzate, il Villaggio Artigiano e il primo quartiere INA-Casa. Nello stesso tempo è autore di una serie di opere piú piccole, ma non meno significative, come alcune stazioni di rifornimento e interni di negozi che testimoniano un’interpretazione originale del linguaggio razionalista. Negli anni successivi si specializza nella progettazione di sale cinematografiche, arrivando a realizzarne oltre cinquanta. Realizza anche numerose Case del Popolo, tra le quali merita ricordare la Casa Rinascita di San Vito di Spilamberto. L'archivio è composto da circa 900 faldoni e 10000 disegni; è in corso di inventariazione e prossimamente verrà pubblicato un primo parziale inventario consultabile on-line.
Archivio redazionale della rivista Lotus International (1970-2002, di interesse nazionale e internazionale). Il fondo è costituito dai materiali redazionali relativi agli articoli pubblicati dalla rivista “Lotus international”: bozze spesso con note manoscritte dagli autori, fotografie, disegni; tutti documenti che testimoniano l’intenso rapporto tra autori dei testi e redazione nella fase precedente la pubblicazione dell’articolo e il complesso lavoro di stesura dei singoli articoli per la composizione di ogni singolo fascicolo. All’inizio degli anni Ottanta la biblioteca ricevette una prima donazione di documenti (dal numero 8 al numero 31, relativi agli anni 1974 –1981), catalogati su supporto cartaceo. Questa prima donazione rese possibile, nel 1986, una mostra con catalogo pubblicato dalla casa editrice Electa. Nel 2002 la redazione di Lotus International ha deciso di donare i documenti successivi all’anno 1981 di cui è stato realizzato un primo censimento. L'archivio è composto, complessivamente da 274 buste. La prima parte dell'archivio (anni 1974-1981) è provvista di un inventario cartaceo; la seconda parte dell'archivio(1981-2002) è dotata di un elenco dei materiali. Entrambi questi strumenti sono consultabili, su richiesta, in biblioteca.
Archivio Caruso – De Fez (di interesse locale e nazionale). Vittorio Caruso e Ada Defez, architetti formatisi alla facoltà di Architettura di Napoli nel dopoguerra, si trasferiscono a Modena nel 1960. Caruso partecipa alla stesura del celebrato Piano Regolatore del 1965 e, per la parte pubblica, a svariate attuazioni urbanistiche, dal "Villaggio artigiano di Modena Est" al "Villaggio Giardino". Dal 1975 presso gli Uffici Tecnici della Regione Emilia Romagna si occupa della pianificazione a scala provinciale e regionale e dello sviluppo dell'assetto viabilistico regionale. Muore nel 1983 a Modena. Tra le opere di Defez (Napoli 1931 - Modena 2002) si ricordano: le "piramidi" di via Morane, l'hotel Raffaello, la scuola d'infanzia di Savignano, le case a schiera di via Copernico e altri edifici abitativi del Villaggio Giardino. Più recentemente partecipa ad alcune importanti operazioni di recupero di edifici storici ferraresi e restaura il Teatro Herberia di Rubiera. A partire dalla fine degli anni settanta, ridisegna numerosissime case ed abitazioni modenesi. L'archivio è composto di 81 faldoni, di cui è stato fatto un prima ricognizione inventariale, di 29 scatole di disegni, e di alcuni modelli.

 

Azioni sul documento