17/12/2012

TARES, DIFFERITO AD APRILE IL PAGAMENTO DELLA PRIMA RATA

Il Consiglio comunale ha approvato il rinvio della regolamentazione comunale del tributo sui rifiuti e sui servizi previsto per legge ma sul quale ancora c’è incertezza normativa

Il pagamento della prima rata della Tares, il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, in programma a gennaio 2013, sarà differito ad aprile, in coincidenza con la seconda rata, fermo restando i pagamenti di quelle successive. Lo ha deciso il Consiglio comunale approvando la delibera presentata in Aula oggi, lunedì 17 dicembre, dagli assessori all’Ambiente Simona Arletti e alle Politiche finanziarie Giuseppe Boschini, che fa slittare la definizione della regolamentazione comunale del tributo. Hanno votato a favore Pd, Sinistra per Modena ed Etica e legalità. Astenuti Modena futura e Pdl.

La scelta di differire il pagamento deriva dall’incertezza normativa sul tributo, che è stato istituito per decreto legge a decorrere dall’1 gennaio al posto della Tia, ma di cui non sono ancora stati stabiliti i criteri per l’individuazione del costo del servizio di gestione dei rifiuti e per la determinazione della tariffa (da definire con regolamento statale). L’imposta riguarda mediamente risorse per 30 milioni di euro.

“La nostra valutazione in merito a questo provvedimento è negativa senza se è senza ma”, ha affermato Arletti. “Sta creando problemi a tutte le Amministrazioni che avevano avviato un percorso in direzione della responsabilizzazione di cittadini e imprese nella produzione dei rifiuti – ha proseguito – e per questi Comuni, che  rappresentano circa 10 milioni di cittadini in Italia, si tratta di un ritorno al passato che non aiuta a far pagare di più chi più produce rifiuti”.

Alla tariffa i Comuni dovranno applicare una maggiorazione pari a 0,30 euro per metri quadrati a copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili del Comune, quali illuminazione, istruzione, manutenzione del verde e delle strade, ma la maggiorazione sarà interamente incassata dallo Stato. L’Amministrazione potrà aumentare fino a 0,40 euro per metro quadrato tale maggiorazione, anche graduandolo in ragione della tipologia dell'immobile e della zona ove è ubicato. Il provvedimento, avendo natura tributaria, non potrà essere applicato e riscosso dal soggetto gestore affidatario del servizio di gestione dei rifiuti, ma dovrà essere versato esclusivamente al Comune di norma in quattro rate trimestrali (nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre) o in un'unica soluzione entro il mese di giugno.

“Questa normativa aumenta i costi a carico di cittadini e imprese, trasformando i Comuni ancora una volta in gabellieri dello Stato, che si aspetta 1 miliardo di euro di entrate dalla maggiorazione dello 0,30”, ha continuato Arletti. “Il provvedimento aumenterà in un sol colpo i costi a carico delle imprese che prima deducevano l'Iva del 10% e da gennaio non potranno più farlo, e complicherà la gestione dei Comuni che non hanno più personale per la riscossione, così come quella dei gestori che invece hanno assunto personale proprio per lavorare sulla bollettario e sul recupero crediti”.

Arletti ha precisato come la Commissione Ambiente del Senato abbia accettato alcuni emendamenti alla legge e come la stessa Anci nazionale ne abbia presentati diversi al Ministero dell'Economia e delle Finanze. “A fronte di una potenziale rilevante evoluzione normativa, proponiamo al Consiglio comunale di attendere la conclusione dei vari iter legislativi in essere prima di approvare la regolamentazione comunale del tributo”, ha detto ancora. “Nel nuovo anno verificheremo quali emendamenti sono stati accettati e inseriti nella legge di stabilità e proveremo a impostare un nuovo Regolamento di applicazione della tassa”.

Per Eugenia Rossi di Etica e legalità “i punti della delibera sono chiari e obbligati. Non possiamo fare altro se non accogliere questa delibera perché non ci sono i termini per definirne l’applicazione”, ha detto annunciando il proprio voto positivo. “E’ molto chiaro il pasticcio che si è venuto a creare in questi anni che necessita di un chiarimento. La Tares ci è stata imposta per arrivare a pareggio di bilancio nel 2013, speriamo che serva”.

Maurizio Dori del Pd ha evidenziato che “il nuovo prelievo partirà da subito e chiederà ai cittadini più di quanto pagano oggi e con la Tares le bollette pagate dovranno per legge coprire integralmente i costi del servizio, per cui i Comuni che ancora non sono arrivati a questo obiettivo dovranno alzare il tiro aumentando anche di molto le tariffe. Ai cittadini ancora una volta viene chiesto l’impossibile”.

Federico Ricci di Sinistra per Modena ha annunciato il proprio voto a favore: “In attesa di riprendere il vivace dibattito in città sulle politiche di gestione dei rifiuti e che si chiarisca il quadro normativo a livello nazionale, oltre a quello regionale, ci limitiamo a prendere atto della necessità”.

Per la replica è intervenuto l’assessore Boschini, che ha evidenziato come le condizioni non siano tali “da permettere di assumere una decisione con tutti gli elementi conoscitivi necessari. La dimensione della Tares è una grandissima ipoteca che a Modena ammonta a circa 30 milioni – ha proseguito – e se oggi non intervengono modifiche nella Legge di stabilità si presenteranno una serie di problemi, tra cui il fatto che i cittadini si dovranno attivare autonomamente per il pagamento, il calcolo dell’imposta sulla superficie catastale invece che su quella calpestabile e altro”. L’assessore ha infine precisato che le proposte Anci, che si incardineranno nella Legge di stabilità riguardano la possibilità di affidare al gestore la riscossione dell’imposta e il mantenimento del calcolo sulla base della superficie calpestabile e non su quella catastale.

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