06/03/2012

8 MARZO, IN SCENA ALLO STORCHI IL "CABARET TERAPEUTICO"

Alle 21 è in programma la performance “Non solo donne” di e con Lucia Vasini

“Uno spettacolo interattivo in cui il pubblico gioca un ruolo attivo all’interno della performance, una sorta di cabaret terapeutico che ci aiuti a riconoscere le nostre maschere per riuscire a liberarcene o semplicemente a diventarne consapevoli”. E’ quanto l’attrice Lucia Vasini proporrà giovedì 8 marzo alle 21 al teatro Storchi di largo Garibaldi in occasione della Festa della donna. Lo spettacolo, anzi il “blob tragicomico” come lo definisce la stessa interprete e autrice, è intitolato “Non solo donne” e offerto alle modenesi dall’assessorato alle Pari opportunità del Comune grazie alla collaborazione di Emilia Romagna Teatro.

Lucia Vasini è attrice di cabaret, teatro, cinema e televisione. Come interprete teatrale ha collaborato con Dario Fo e, a lungo, con Paolo Rossi con cui, assieme a Giampiero Solari ha fondato la compagnia “Les Italiens”. Il pubblico televisivo degli anni Ottanta l’ha conosciuta nel trio comico femminile Le sisters, e più recentemente nel programma “Colorado”; per il cinema ha lavorato con Marco Ferreri, Stefano Benni, Gabriele Salvatores e Carlo Mazzacurati.

Lucia Vasini porterà sul palcoscenico una rassegna di archetipi femminili, tra cui il racconto della differenza tra la donna lunare e la donna lunatica, interpretati in un viaggio dal cabaret al teatro comico “per ricercare insieme l’identità delle donne, e ritrovare un po’ di serenità all’interno di una società che spesso continua a essere maschile, e forse in parte anche maschilista. In questi anni - afferma l’artista - parallelamente al mio lavoro di attrice, ho portato avanti una sorta di psicodramma a domicilio, allo scopo di aiutare le donne che ho incontrato a riconoscere le dinamiche familiari che minano la nostra felicità. Da queste esperienze è uscito un metodo che si avvicina al sistema omeopatico, che prevede l’aggiunta di veleno al veleno già presente nelle nostre vite, per riuscire a diventare consapevoli – e di conseguenza potere anche ridere - di quei difetti, quelle paure e quei traumi che ci accompagnano”.

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