26/05/2012

NEL 2011 A MODENA 140 AFFIDI DI MINORI E AVVIATE 35 PRATICHE

Lunedì 28 maggio alle 21 un incontro sul tema alla parrocchia Sacra Famiglia

Nel 2011 i minori in affido nel Comune di Modena sono stati 140 e sono state avviate altre 35 istruttorie per consentire l’accoglienza temporanea in famiglia di bambini che, nel proprio nucleo di origine, vivono situazioni di forte disagio.

Di questo si parlerà nell'incontro pubblico organizzato dal Centro per le Famiglie del Comune di Modena per lunedì 28 maggio alle 21 nella parrocchia Sacra Famiglia di via Vaciglio 280, al quale prenderà parte l'assessore alle Politiche sociali, sanitarie e abitative Francesca Maletti.

Durante l’incontro, introdotto da Silvia Cigarini, assistente sociale del servizio socio-educativo-assistenziale comunale, una famiglia affidataria porterà la propria testimonianza raccontando la propria esperienza. Alessandra Miliciani della Consulta delle politiche familiari, solidali e della coesione sociale del Comune di Modena, presenterà inoltre il progetto “Un bambino per amico” realizzato dalla Consulta per le Politiche familiari in collaborazione con il Centro comunale. Anche in questo caso si tratta della disponibilità di famiglie o singoli volontari adeguatamente preparati ad aiutare le famiglie che necessitano di aiuto nella gestione quotidiana dei propri figli, in attività come lo svolgimento dei compiti, l’accompagnamento ad attività extrascolastiche, la custodia temporanea).

“Questi dati rilevano una crescente disponibilità delle famiglie del territorio modenese ad accogliere i minori in difficoltà”, afferma Francesca Maletti. “Prendere un bambino in affido significa percorrere con lui un tratto di strada, rispettando la sua storia individuale e familiare, con l'obiettivo di farlo rientrare nel proprio nucleo di origine”.

L'affido consiste nell'accoglienza nella propria casa e nella propria famiglia di un minore la cui famiglia di origine si trova in situazione di difficoltà tale da non poter temporaneamente prendersi cura di lui in modo adeguato. Parallelamente all’affido vengono attivati dai servizi socio-sanitari interventi volti al sostegno e al recupero delle capacità di accudimento ed educative dei genitori naturali, perchè possano riaccogliere il bambino presso di loro.

La famiglia (o la persona singola) che offre la propria disponibilità all'affido deve seguire un percorso formativo al termine del quale entra a far parte di una banca dati delle famiglie affidatarie a livello comunale. I servizi sociali e sanitari sono incaricati di individuare l'abbinamento più idoneo tra il minore che necessita di affido e la famiglia affidataria presente nella banca dati e di supportare i due nuclei per tutta la durata dell'affido.

 

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