22/11/2013

TERMOVALORIZZATORI, NO A RIFIUTI EXTRAREGIONALI

Il sindaco Pighi e l’assessore Arletti sottoscrivono una lettera, firmata anche da altri amministratori emiliano romagnoli inviata ai ministri Orlando e Zanonato

 

“Gli impianti di smaltimento dei rifiuti in Emilia Romagna sono stati programmati e realizzati dalla comunità locali - affermano gli amministratori della nostra regione - attraverso scelte di forte impatto sociale ed economico, poiché gli investimenti sono stati finanziati attraverso le tariffe e le società dei servizi, che sono in larga parte di proprietà di enti, o con capitale a maggioranza pubblica. In questo quadro la proposta del governo di realizzare un piano nazionale degli inceneritori ha un importante valore conoscitivo, viceversa, una programmazione che preveda flussi di rifiuti sovra regionali appare improponibile, se non la si riferisce a situazioni di emergenza o a fasi transitorie che precedano la realizzazione di nuovi e innovativi sistemi di recupero e smaltimento.

I flussi extra regionali trovano molti ostacoli, non per protezionismo o mancanza di solidarietà nazionale, ma perché romperebbero il delicato equilibrio tra responsabilità e premialità, che sostiene i risultati e i comportamenti dei cittadini”.

E’ uno dei passaggi più significativi della lettera inviata al ministri dell’Ambiente Orlando e  allo Sviluppo economico Zanonato, firmata dal sindaco di Modena Giorgio Pighi e dall’assessore all’Ambiente Simona Arletti, sul Disegno di legge regionale, collegato alla legge di stabilità 2013, in cui si parla delle disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.

Nella lettera inviata il 19 novembre scorso, firmata anche dei primi cittadini e assessori all’ambiente di Ferrara, Forlì, Misano Adriatico, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ravenna e Sasso Marconi, si sottolinea ancora, che “una programmazione nazionale degli inceneritori richiederebbe una gestione pubblica degli impianti per evitare che gli utili derivanti da investimenti pubblici siano a beneficio di capitali privati. Alcune proposte alternative appaiono più efficaci per ridurre l’uso di discariche, rispettare i vincoli comunitari e superare le crisi ambientali in diverse regioni. Ad esempio, prosegue la lettera, un piano nazionale di finanziamento di impianti di recupero  e trattamento del rifiuto urbano residuo, incentivi economici per sostenere territori con i migliori risultati in termini di riduzione della frazione residua e raccolta differenziata della frazione organica, penalizzazioni fiscali per lo smaltimento, contributi ambientali Conai inversamente proporzionali alla riciclabilità degli imballaggi immessi a consumo”

Un piano nazionale di finanziamento di impianti di trattamento del rifiuto urbano residuo, ovvero del rifiuto raccolto in forma indifferenziata, promuoverebbe la realizzazione di impianti in tutto il paese, a seconda delle disponibilità territoriali. I nuovi poli del riciclo, analoghi a quello che vogliamo potenziare a Modena, potrebbero trattare i rifiuti provenienti da altre regioni e ridurre la necessità di discariche, creando occupazione green".

“La Regione Emilia Romagna, si legge ancora nella lettera, ha approvato un documento preliminare al piano regionale gestione rifiuti, obiettivi in linea con le normative europee, in particolare prevede di ridurre del 25 % la produzione di rifiuti solidi urbani e di raggiungere il 70% di raccolta differenziata entro il 2020. Entro il 2020 la quantità avviata a smaltimento si auspica sia dimezzata rispetto al 2012 passando da 1.3 milioni di tonnellate a 650 mila tonnellate. Ulteriori trattamenti e selezioni possono ridurre ancora le quantità di rifiuti avviati a smaltimento. “Un quadro ambizioso per il quale Modena si impegnerà  -concludono il Sindaco e Arletti - facendo la sua parte ma in un quadro complessivo nazionale ben più chiaro e che rispetti le programmazioni regionali."

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