23/12/2013

EDILIZIA / 1 – IL CONSIGLIO DICE SÌ ALLA SEMPLIFICAZIONE

Approvata la variante al Rue che recepisce l’adeguamento alla legge regionale. L’Aula dà l’ok anche a una delibera che entra nel merito di alcune casistiche

Semplificazione dei metodi di disciplina e abilitazione degli interventi edilizi, riduzione degli oneri di intermediazione degli adempimenti formali a carico dei privati cittadini, maggiori possibilità di comprensione e valutazione delle regolamentazioni comunali sull’uso del territorio, maggior efficacia della partecipazione ai processi di pianificazione e trasformazione del territorio e maggior certezza giuridica sulle condizioni per l’esercizio dell’attività edilizia.

Sono gli obiettivi della legge regionale 15/2013 sulla “Semplificazione della disciplina edilizia” entrata in vigore lo scorso 28 settembre, cui il Comune di Modena si è adeguato attraverso l’adozione della variante al Regolamento urbanistico edilizio approvata dal Consiglio comunale giovedì 19 dicembre, dopo un rinvio di una settimana su richiesta dei consiglieri per approfondire il tema. Si sono espressi a favore Pd, Sel, Lega nord, Udc, Modenasaluteambiente.it ed Etica e legalità, astenuti Forza Italia-Pdl e Nuovo centro destra. Con l’adozione sono state apportate le necessarie modifiche al Testo coordinato delle norme di Psc (Piano strutturale comunale), Poc (Piano operativo comunale) e Rue (Regolamento urbanistico edilizio) e di conseguenza a diverse altre norme. Nella stessa seduta è stata inoltre approvata con il voto favorevole di Pd, Sel, Movimento per cambiare insieme per Modena, Udc ed Etica e legalità, contrario di Fratelli d’Italia e con l’astensione di Forza Italia-Pdl, Lega nord, Modenasaluteambiente.it e Nuovo centro destra, una seconda delibera sempre legata all’applicazione della legge regionale sulla semplificazione della disciplina edilizia, che entra nel merito di alcune casistiche.

“La legge regionale – ha spiegato l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi illustrando la delibera – con l’obiettivo di superare la situazione di disomogeneità che caratterizza la regolamentazione urbanistico-edilizia nei Comuni del territorio regionale, prevede atti di coordinamento che i Comuni devono recepire entro il termine del 30 gennaio 2014, decorso il quale la regolamentazione trova diretta applicazione prevalendo sulle disposizioni incompatibili degli strumenti urbanistici comunali. Gli uffici del settore Pianificazione territoriale ed edilizia privata – ha proseguito – hanno già apportato modifiche al Testo coordinato delle norme urbanistiche locali, ma alcuni adeguamenti richiedono l’approvazione di varianti al Rue, come ad esempio la previsione di componenti esclusivamente esterni nella composizione della Commissione per la qualità dell’architettura e del paesaggio, l’introduzione della possibilità di limitare i casi in cui la ristrutturazione edilizia è consentita mediante demolizione e ricostruzione di un fabbricato con modifica della sagoma, o la disciplina del procedimento di riesame dei permessi di costruire rilasciati e delle Segnalazioni certificate di inizio attività presentate (Scia)”.

La seconda delibera approvata si concentra, in particolare, su tre aspetti di merito. “Gli edifici del centro storico sui quali è consentito l’intervento di ristrutturazione – ha precisato Giacobazzi – sono un numero limitatissimo perché è già prevista una serie di vincoli e divieti di carattere generale e la giurisprudenza ha da tempo chiarito che le modifiche ammissibili devono essere non significative e modeste, diversamente si tratterebbe infatti di nuova costruzione e non di recupero. Si tratta di dieci edifici, tra cui le ex scuole in piazza Redecocca, i cinema Adriano, Astra e Odeon, l’edificio degli ex Salesiani, la sede dell’Ausl in San Giovanni del Cantone.

Non si riscontrano quindi situazioni di rischio, per cui non si ritiene di procedere all’individuazione di aree del Centro storico in cui vietare la ristrutturazione edilizia con modifica della sagoma o di prevedere situazioni in cui l’intervento non può avere inizio prima che siano decorsi i 30 giorni dalla presentazione della Scia, possibilità previste dal cosiddetto ‘Decreto del Fare’ e riprese dalla legge regionale 15/2013”. La delibera coglie inoltre la possibilità prevista dalla nuova normativa di rendere gratuiti i frazionamenti degli immobili produttivi, terziari e commerciali. “Sono invece onerosi – aggiunge l’assessore – quelli su immobili a uso residenziale, in quanto l’aumento di unità, anche senza opere, comporta un aumento delle dotazioni territoriali, cioè del numero di parcheggi”. Con le modifiche apportate, infine, si definisce che la dotazione di parcheggi di pertinenza obbligatori è sempre gratuita per immobili a usi commerciali (eccetto i pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e gli esercizi di vicinato), mentre per gli usi residenziali, direzionali, produttivi e per quelli commerciali limitatamente ai pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e gli esercizi di vicinato, viene introdotto un contributo di costruzione per i parcheggi eventualmente eccedenti alla quantità prevista per legge.

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