13/12/2013

PEREQUAZIONE, AGEVOLAZIONI ANCHE PER GLI ACCORDI IN CORSO

Il Consiglio comunale approva una modifica transitoria al Regolamento

Anche coloro che hanno già trovato un accordo perequativo con l’Amministrazione comunale potranno parzialmente accedere alle agevolazioni introdotte con la recente delibera di Giunta con cui sono stati ritarati al ribasso i valori medi al metro quadrato per destinazione d’uso utilizzati per il calcolo delle quote compensative.

Lo ha deciso il Consiglio comunale approvando con il voto favorevole del Pd, contrario di Forza Italia-Pdl, Fratelli d’Italia, Modena futura e Udc, l’astensione del Movimento per cambiare insieme per Modena e il non voto di Etica e legalità, la delibera che modifica con effetti transitori il “Regolamento contenente i criteri e le modalità applicative dell’articolo 14.1 del Testo coordinato delle norme di Psc-Poc-Rue”, prevedendo l’applicazione anche alle situazioni dove l’accordo è già stato stipulati ma non è stato completato ancora l’iter.

Per i futuri accordi perequativi che verranno stipulati, la recente delibera di Giunta prevede una riduzione media del 30 per cento della quota compensativa che dovrà essere corrisposta all’Amministrazione dai privati che richiederanno trasformazioni urbanistiche su aree di proprietà e si vedranno concessi il mutamento delle destinazioni d’uso con altre di maggior valore o maggiori quote di capacità edificatoria. Adeguamento ritenuto opportuno visto il persistere della crisi economica e la diminuzione dei valori di mercato degli immobili.

“Per i casi di accordi stipulati e già recepiti dalle varianti al Poc per i quali non sia ancora stata corrisposta la monetizzazione e siano scaduti i termini per il pagamento – ha spiegato l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi – in accordo con i privati proprietari, può essere definita una dilazione del pagamento dell’importo dovuto per un periodo di due anni, tramite rateizzazione trimestrale, con la maggiorazione degli interessi. Nei casi di accordi stipulati prima della delibera di Giunta e non ancora recepiti con le varianti al Poc – ha proseguito – su richiesta dei privati proprietari potrà essere ricalcolata la quota di compensazione sulla base dei nuovi valori ribassati, ma solo qualora la corresponsione avvenga in un’unica soluzione entro 90 giorni dall’approvazione della variante”.

Per il capogruppo di Forza-Italia-Pdl, Adolfo Morandi, “con queste norme perequative siamo davanti alla lesione del diritto di proprietà privata e della facoltà del proprietario di fare sulla propria area quello che ritiene opportuno nel rispetto delle regole, in uno Stato libero e democratico. È il principio che da parte nostra va assolutamente contestato”.

Gian Carlo Pellacani dell’Udc ha aggiunto: “Piuttosto che lasciare tutto com’era prima, ben venga una riduzione, ma forse era il caso di discutere se questo balzello della compensazione del 50 per cento andava mantenuto. Ricordo che non viene applicato ovunque. Non mi convince il fatto di dover mettere norme transitorie, credo che ciò dipenda dal fatto che c’è troppa burocrazia”.

Secondo Eugenia Rossi di Etica e legalità “la delibera presenta aspetti molto gravi di legittimità, dietro cui si nasconde un possibile danno erariale, e per questo è passibile di una segnalazione alla Corte dei conti. I diritti non sono disponibili da parte del Comune e le norme non possono essere transitorie, ma generali e definitive. Se si vogliono cambiare si devono azzerare e rifare”.

Per il Pd, Maurizio Dori ha evidenziato che “il Regolamento consentirà a qualsiasi cittadino che risiede o pratica un’attività sul territorio di risparmiare qualora richieda il permesso di una trasformazione urbanistica. Con questo intervento si vuole anche dare una spinta alla ripartenza dell’economia modenese, fondamentale per creare opportunità di lavoro”. Secondo Michele Andreana “è assolutamente opportuno che il Comune abbia adeguato i valori per il calcolo delle compensazioni ai valori di mercato attuali. Il fatto che il privato ottenga un incremento di valore dalla trasformazione concessa e lo condivida con la collettività attraverso un contributo rappresenta un criterio di equità”. Il capogruppo Paolo Trande ha ricordato che “il controllo di legittimità degli atti viene fatto dai dirigenti, che se ne assumono la responsabilità. Pensare che si possa fare in quest’Aula è complicato. Siamo sicuri che i settori competenti abbiano verificato gli aspetti tecnici e di legittimità – ha aggiunto – noi qui valutiamo gli aspetti di merito della delibera, che condividiamo”.

L’assessore Giacobazzi, in chiusura di dibattito, ha precisato che “i diritti edificatori non sono una risorsa infinita, se di risorsa si può parlare, ma è previsto un tetto massimo e la richiesta di un privato limita la possibilità per un altro di fare una operazione equivalente. Con questi accordi – ha concluso – si ridistribuisce il vantaggio del singolo a tutti i cittadini che non godono dello stesso beneficio”.

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