20/12/2013

URBANISTICA/2 – LA DISCUSSIONE PRIMA DELL’OK ALLA VARIANTE

Il voto sul documento in Aula è stato preceduto dagli interventi di alcuni consiglieri

L’approvazione della Variante al Piano operativo comunale (Poc) e al Regolamento urbanistico edilizio (Rue) da parte del Consiglio comunale di Modena (a favore Pd, contro FdI, Fi-Pdl, Mf, Lega nord, Msa ed Etica e legalità, astenuti Udc e Mpc), nella seduta di giovedì 19 dicembre, è stata preceduta dall’intervento di alcuni consiglieri.

Il capogruppo di Foza Italia-Pdl Adolfo Morandi ha evidenziato che “sarebbe stato più corretto evitare il ‘pacchetto omnibus’, metodologia di lavoro che non permette di andare a distinguere situazione per situazione” e ha ribadito la propria contrarietà alla modalità di gestione del territorio “che attraverso le perequazioni vede calare una mano pesante del Comune sulle proprietà private”.

Anche per Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it “il metodo è da rivedere: all’interno di varianti così ampie ci possono essere anche cose che condivido, come in questo caso la rotatoria di via Scartazza, ma insieme a una serie di aspetti su cui non sono d’accordo. Per questa ragione – ha concluso – voterò contro”.

Della stessa idea anche Eugenia Rossi di Etica e legalità: “Abbiamo già denunciato la difficoltà da consiglieri di valutare delibere onnicomprensive come queste – ha affermato – perché siamo costretti a prendere o lasciare l’intero pacchetto, quando invece sarebbe opportuno fare differenze caso per caso. Voterò contro anche perché considero da sempre illegittime le aree F che devono essere tutte cancellate e riviste”.

Il capogruppo del Pd Paolo Trande ha condiviso “la necessità dell’Amministrazione di raggruppare in un’unica delibera materie urbanistiche affini per sveltire i tempi; diversamente ci sarebbe il rischio di essere quasi d’ostacolo alla vita reale e all’economia. Con questo documento – ha aggiunto – togliamo definitivamente dagli accordi di perequazioni diverse aree F. È un impegno che abbiamo preso con la città e la risposta a chi chiedeva una soluzione definitiva e complessiva, che rende giustizia anche alla polemica talvolta pretestuosa, sull’area di Ponte Alto”. Luigi Alberto Pini ha ricordato che “la sede in cui discutere e approfondire i singoli argomenti è la Commissione, mentre successivamente il Consiglio comunale è chiamato a deliberare su questioni più generali. Si tratta di una modalità operativa non di una carenza democratica”, ha infine osservato ribadendo che “nel caso ci fossero evidenti anomalie, è doveroso proporre un emendamento alla delibera”.

Sergio Celloni del Movimento per cambiare insieme per Modena, anticipando il proprio voto di astensione, ha evidenziato che, “invece di semplificare, occorre analizzare meglio le cose per non trovarsi davanti a scelte già prese. In questi anni – ha ribadito – mi sono sempre trovato davanti a fatti compiuti senza poter apportare modifiche alle delibere di Giunta, mentre il ruolo del Consiglio comunale è di analizzare e discutere per arrivare a decisioni condivise”.

Per Gian Carlo Pellacani dell’Udc “occorre prestare attenzione a non confondere trasparenza con accelerazione della burocrazia, mentre è sulla parte relativa all’istruzione delle pratiche, sempre molto lenta, che si dovrebbe discutere. Lo stesso assessore dice che è l’ultima volta che si interviene con una multi variante e in futuro si procederà solo con varianti specifiche”, ha ricordato evidenziando compiacimento per la conclusione a cui si è giunti sulle aree F, “anche per merito dell’azione di Modena attiva”.

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