12/02/2013

MAFIE, SOSTEGNO DEL CONSIGLIO A “IO RIATTIVO IL LAVORO”

L’Aula ha approvato la mozione della maggioranza che chiede di promuovere l’iniziativa di legge popolare per la riconversione delle aziende sequestrate

Sostenere la campagna per la proposta di legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro”, promuovendola attraverso una specifica pubblicità attraverso i vari mezzi istituzionali di comunicazione. E’ quanto proposto dall’ordine del giorno presentato dalla maggioranza e approvato dal Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 11 febbraio, anche con il voto favorevole di Modena5stelle-beppegrillo.it e Modena futura, e con l’astensione di Pdl, Fratelli d’Italia e Udc.

La proposta di legge, promossa da Cgil, Libera, Arci, Acli, Sos Impresa-Confesercenti, Avviso Pubblico, Legacooop e Centro studi Pio La Torre, ha come obiettivo la definizione di misure volte a tutelare, anche sotto il profilo economico, i lavoratori vittime del sistema mafioso e a favorire l’emersione alla legalità e il sostegno dei costi delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata che devono essere ricollocate sul mercato.

Presentando l’ordine del giorno, il capogruppo del Pd Paolo Trande, delegato per il Comune di Modena nel coordinamento di “Avviso pubblico, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”, ha evidenziato che “il rischio che si porta dietro il fallimento di queste aziende è che possa passare l’idea che con la mafia si lavora e quando passa lo Stato non si lavora più”.

Federico Ricci di Sel ha auspicato l’unanimità di voto in Consiglio sul tema, “perché si tratta di una emergenza sociale. Lo Stato deve estirpare il cancro economico-sociale del sistema mafioso – ha affermato – ma deve anche favorire il radicarsi di un’economia sana e legale in queste aziende”.

Per Adolfo Morandi, capogruppo del Pdl, “nella mozione si fa solo un ragionamento di massima, ma le soluzioni non si possono trovare in modo così generico e univoco. Prima di chiedere il sostegno alla proposta di legge è necessario precisare un po’ meglio ciò che propone – ha aggiunto – ma temo che le soluzioni da essa individuate non siano comunque sufficienti”.

Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia si è domandato se i proponenti della proposta di legge “sarebbero contenti dell’ingresso a gamba tesa di un’istituzione nella loro iniziativa popolare: ho qualche perplessità dal punto di vista istituzionale, perché ritengo che la richiesta del dispositivo configga con il metodo da loro scelto”.

Secondo Michele Andreana del Pd le posizioni espresse dai consiglieri di opposizione “non dipendono dal merito dell’iniziativa ma da un pregiudizio nei confronti delle sigle proponenti. Non vedo alcun elemento di contrapposizione che ci possa dividere su un tema su cui dovremmo votare all’unanimità”. Il capogruppo Trande si è detto “esterrefatto” per le posizioni espresse dall’opposizione. “Non stiamo licenziando la legge di iniziativa popolare – ha proseguito – ci limitiamo a chiedere di dare un sostegno alla diffusione dell’informazione dell’iniziativa di legge per far sì che arrivi in Parlamento dove potrà essere discussa ed eventualmente modificata”. Sempre per il Pd, Luigi Alberto Pini ha ribadito che “le mafie in Italia garantiscono un pezzo di pane spesso con lavoro illegale o parzialmente illegale. Le fabbriche sequestrate incontrano grandi difficoltà nel rientrare nel mercato, avrebbero bisogno di finanziamenti dalle banche che spesso non gli vengono riconosciuti”.

Sandra Poppi di Modena5stelle-beppegrillo.it ha espresso il proprio accordo sulla mozione: “Il fatto che in Italia questa economia sommersa e la criminalità mafiosa rappresentino un certo costo e che gravino sui lavoratori, in particolare sui giovani, è un problema. E’ giusto incentivare la conversione di queste attività e renderle un modello di legalità”.

Azioni sul documento